2002 – NOVO

*NOVO (Jean-Pierre Limosin, Francia 2002). Nonostante sia stato fatto nel 2002 (che ai ritmi di oggi è “tanto tempo fa”), questo film resta imbattutto come positività in amore. Il titolo ci ricorda che la persona di oggi è una persona nuova, diversa da quella che è stata in passato. L’amore che non nega il cambiamento ma lo asseconda lo chiameremo “amore a tre” e guarda caso è l’amore positivo di Terra2. Accettando il suo cambiamento, il protagonista rischia di perdere suo figlio, ma sua moglie accetta il cambiamento anche lei e il figlio è ben contento di avere due genitori giovani quanto lui perchè rinati ad una nuova vita. La copertina è dedicata al “sesso senza sesso” (=> Fig.12 di AMICI DI LETTO, il film secondo classificato come positività)

VEDERE IL FILM <= | => APPROFONDIMENTI 
INDICE DEL RIASSUNTO DEL FILM COI MIEI COMMENTI


VEDI IL FILM

Fonte del video: ??? by Cineblog01


|<= 1 – Sesso in ufficio

Un uomo (Graham) scuote violentemente il distributore di bibite che non gli ha dato la bottiglietta di acqua che lui aveva chiesto.
Poi (foto piccola) interviene un secondo uomo (Fred) che inserisce una moneta. Graham dice “Grazie” mentre prende la bottiglia, poi va via.

Graham appare del tutto sereno quando salta sopra questo cilindro di cemento e si mette a guardare dei ragazzi che si divertono a fare acrobazie coi loro skatebord. Uno dei ragazzi gli fa le linguacce e lui sorride.

L’uomo scende dal cilindro dimenticandosi di prendere la bottiglietta dell’acqua, ma non è perché non aveva più sete visto che torna di nuovo al distributore, bensì perché ha dimenticato di aver già preso l’acqua.

Mentre Graham torna a litigare col distributore, Fred dice che ormai la giornata [lavorativa] è finita e parla al telefono con una donna, dicendole che lo ha seguito, che è a due minuti e che ora lo spingerà verso l’ufficio.


Sabine (al telefono con Fred): – È appena rientrato. Va bene.
Sabine (dopo aver fatto cenno di avvicinarsi a Graham): – Mi piace tutto questo. Guardarli andare via uno a uno. Mi fa sentire calma e serena. I miei pochi collaboratori.
Graham abbassa gli occhi.
S.: – Sto scherzando. Sto scherzando Graham. Mi guardi bene prima di giudicarmi, allora forse capirà. Lui torna a guardarla negli occhi

Sabine (vedendo rientrare in ufficio Fred, che si ferma a baciare sulla guancia due colleghe di lavoro che stanno andando via): – Eccolo. È arrivato il momento di Fred e dei suoi schermi.
S.: – Lei ha già incontrato Fred?
Graham: – No.
Verificato che permane l’impossibilità di memorizzare di lui, lei sorride e fa l’occhiolino a Graham mentre taglia un pezzo di scotch da mettere davanti all’occhio della telecamera che punta sulla sua scrivania.

Sabine si mette a ballare una disordinata danza afro, ma Graham non deve trovarla eccitante visto che dice: – Penso che me ne andrò.
Sabine (fermandosi subito): – Adesso si spogli, Graham.
G.: – Ma è proprio sicura?
S.: – Si spogli.
Lui si toglie i pantaloni e poi comincia a slacciarsi la camicia, ma lei lo ferma con un “No, no. La camicia no. Si accomodi sulla mia poltrona”.
Poi lei si toglie le mutande.

Lei si siede sopra a lui, che la aiuta sollevando la gonna.
Dopo entrambi poggiano le mani sulla scrivania per far andare avanti e indietro la poltrona da ufficio con le ruote (e notiamo che lei non è sposata mentre lui si).
Nel frattempo Fred preferisce non vedere e aggiunge dello scotch nero alla croce bianca creata da lei, che nasconde la scrivania ma non la poltrona da ufficio.

Poi lei accelera i movimenti, che divengono concitati e poco dopo ha un orgasmo.


 =>F4


Dopo essersi rimessa dal piacere, Sabine fa appoggiare Graham sulla sedia e va dietro di lui.
Graham: – È proprio sicura?
S.: – È l’unico modo per farla venire. Si fidi di me. Ogni volta si meraviglia, e, alla fine…
Poi lei si mette a fare dei massaggi che, dal suono, sembrano piccoli schiaffi. [|<=]

|<= 2 – Figlio dimenticato

10) Uscito dall’ufficio, Graham appare felice come un bambino e altrettanto pieno di voglia di vivere: ascolta musica, fa lo slalom tra le donne del ponte sulla ferrovia, corre, salta e canta.

Nel sottopassaggio della stazione, Graham incontra questo ragazzo scalzo (che si chiama Antoine ed è suo figlio).
Graham (fermandosi anche se per lui è un estraneo): – Non hai dimenticato qualcosa?
Antoine: – Hanno rubato le mie scarpe.
G.: – È assurdo. Terribile. Schifoso. Posso fare qualcosa per te?
A.: – Per le mie scarpe? No, niente.
G.: – Niente?
A.: – E che cosa vuoi fare? Vuoi darmi le tue? No, grazie. Preferisco rimanere con i calzini.
G.: – Come vuoi tu, ragazzino. Come vuoi tu.
Prima di andarsene il ragazzino si ferma per dirgli che si chiama Antoine.
Graham: – Ciao Antoine.

Il ragazzo fa un gesto di disappunto e poi scappa via.


Questa bella ragazza e la sua amica salutano con un sorriso e un caloroso “ciao” Graham, che sta entrando al lavoro. Lui risponde con un “Buongiorno”

|<= 3 – Irene in terrazza

Graham accende le fotocopiatrici perché fare fotocopie è la sua mansione, cosa che può fare per merito di questa lavagna dove segnano cosa vogliono fotocopiato, quando arriva questa donna.
Sabine: – Accidenti, la sostituta. Me ne ero completamente dimenticata. Portala in amministrazione. Nadine la metterà al corrente.
Dipendente: – E per la visita dell’ufficio? Io sono troppo impegnato. Non lo so.
S.: – Prova con Graham.
D.: – Ma sarà in grado di farlo?
Sabine (con un sorrisetto negli occhi): – Eh!

Graham: – La sala delle riunioni. Tavolo e poltrone verdi.
G. (più avanti): – La sala delle riunioni. Tavolo e poltrone blu. E un televisore.
G. (più avanti): – La sala dei progetti. Un computer blu, uno rosso, quattro poltrone. Due cestini bianchi.
La donna (Irene) lo guarda perplessa.

Graham: – I creativi. Due lampade, due poltrone, cestini bianchi e… niente computer. Ecco.
G. (salendo le scale di ferro fino ad un tetto in piano): – E la terrazza.
Sulla terrazza Irene allarga le braccia inspirando profondamente e il suo reggiseno si apre sul dietro.
Irene: – Per favore. Par favore, mi potrebbe aiutare?
Graham: – Ho le mani molto fredde, però.
I.: – Non importa. Graham si strofina le mani, mentre va da lei.
G. (dopo un po’): – Non ci riesco.
I.: – Lasci stare. (Si leva il reggiseno) Mi scusi, devo aver preso la taglia sbagliata.
G.: – Non importa, tanto ho già dimenticato.

Irene sente freddo e torna di sotto seguita da lui.
Collega (passando la cornetta del telefono a Graham): Ti cercano.
Graham si scusa con Irene, poi parla al telefono.
Finita la telefonata dice “proseguiamo” e la riporta sulla terrazza.

Graham: – E per finire la terrazza.
Irene: – Vuole che rifacciamo tutto?
Graham resta silenzioso, non ricordando cosa ci sia in questo “tutto”.
I.: – Non si imbarazzi. A me va di rifare la scenetta.
G.: – Mi aiuterebbe.
I.: – D’accordo. Ma al contrario.
G. (visto come lei lo guarda negli occhi e l’imbarazzo di cui ha parlato pensa a qualcosa di sessuale): – Me lo dovrebbero proporre molto più spesso.
Irene sorride, poi si gira e alza la camicetta dietro.
Graham resta fermo, ma poi lei chiede un fazzoletto e lui va a cercarlo di sotto.

La mano di Irene resta incastrata nel distributore di fazzolettini.
Graham le tira via la mano con un colpo secco dopo averle messo una mano davanti agli occhi e lei si ferisce.
Portata in infermeria, esce con dei cerotti.
Irene: – Mi scusi. Oggi sono miss Catastrofe. Allora, come si chiama?
G.: – Graham.
I.: – Io sono Irene.
Graham le stringe la mano ferita. Irene si ritira per il dolore.
G.: – Mi scusi. Non me ne ero accorto.
I. (sorridendo): – Vogliamo mangiare insieme qualcosa alla mensa?

Graham dice che alla mensa si mangia male e che lui a pranzo mangia solo una mela.
Irene: – Allora a cena da me.
Graham chiude gli occhi senza dire nulla.
I.: – Pensa che stia correndo troppo?
G.: – No. Potrebbe ridirmelo alla fine del pomeriggio.
I.: – Se ci tiene.
G. (convinto): – Si.

A fine giornata lei va alle fotocopiatrice e scrive il suo indirizzo sulla lavagna di Graham. Irene: – Pesce o carne?
Graham: – Per me?
I.: – Si.
G.: – La cosa più facile. Io porto il vino. Bianco o rosso?
I.: – Preferisco il rosso.
G. (chiudendo gli occhi): – Rosso.

|<= 4 – Graham dorme da Irene

Irene: – Ecco quello che resta dell’ultimo che ha sbagliato il vino.
Graham: – È successo recentemente?
I.: – Tra i tre e i tre milioni e mezzo di anni fa. Ho studiato palentologia dell’uomo e dei primati non umani. La palentologia tu la conosci?
G.: – Si.
[…]
Irene tace pensosa quando lui le dice che avrebbe problemi a leggere il libro perché vive ora per ora.
G.: – Invece tu sei sempre così attenta?
I.: – Ti dà fastidio?
G. (con un sorriso del tutto sereno): – Mi piacerebbe molto metterti alla prova.

Irene lo prende per mano mentre vanno sul terrazzo.
Poi le loro mani si cercano e si trovano (foto piccola).
Dopo ballano e ad un certo punto lei sembra intenzionata a baciarlo sulle labbra, ma poi si ferma dicendogli: – Ti farò delle cosette che non dimenticherai.

Li vediamo ballare.
Poi vediamo lui che si fa la barba e lei che si fa trovare nuda sul letto.
Il cubetto di ghiaccio passa dalla bocca di lei a quella di lui e scende in basso lasciando la scia come una lumaca, su richiesta delle mani di lei che guidano la testa di Graham verso il sesso dando l’impressione di chiedere carezze. Lui però non fa carezze e si limita a mettere il ghiaccio dentro di lei

Graham dorme da Irene, visto che al mattino è lei che lo sveglia per dirgli che è ora di andare al lavoro e che lei è già pronta per andare. [|<=]

Irene: – Siamo quasi in ufficio. Se vuoi facciamo finta di non conoscerci.
Graham: – Come sarebbe? Faccio tanti di quegli sforzi per ricordarmelo.
I. (dispiaciuta): – Quali sforzi?
G.: – Per me è difficile.
I. (fermando lui e proseguendo da sola): – Va bene. Facciamo finta che non è successo niente.

Graham è contento di essersi svegliato da Irene e di essere venuto al lavoro con lei e siccome tenederebbe a dimenticarlo presto prima scrive la sua contententezza riempiendo di “Irene” la sua lavagna e si fa una foto con la fotocopiatrice, che dovrebbe registrare la sua faccia contenta rinnovando il ricordo di tale contentezza a chi guarderà la foto perché è come avere davanti una persona contenta.


Graham manda la foto a Irene, completa di una frase che esprime il suo grazie per quanto è successo e chiede di farlo succedere ancora quella sera.

Lei resta seria guardando la foto e si affretta a cestinarla (forse perché lei sa già quelle cose e non vuole che le vedano anche gli altri)


|<= 5 – Moglie dimenticata

Ogni martedì Graham va dal medico per vedere se ha recuperato qualcosa nella capacità di memorizzare.
Dottore: – Buongiorno Pablo.
Graham: – Si sta confondendo. Sono Graham, dott. Sagem.
Dott.: – Molto bene, Graham. Come sta andando?
G.: – Bene. Che devo fare?
Dott. (alla donna, Isabelle, moglie di Pablo ma una sconosciuta per Graham): – Beh, possiamo cominciare.
Isabelle: – Allora io vado, come sempre.
La donna guarda Graham e poi si allontana.

29) Mentre la memoria di Graham viene messa alla prova, e Graham sostiene che non era lui, Bill Gates, quello della foto che gli ha mostrato il dottore, Isabelle lo guarda come se non lo riconoscesse. Poi si avvia per andarsene.

|<=


Fred (col soprabito di Isabelle in mano): – Allora. Che hanno detto?
Isabelle: – Sempre uguale.
F. (mettendole il soprabito): – E ti hanno detto di vederlo?
I.: – A che cosa servirebbe, eh? A che cosa?

Poi lei lo abbraccia, chiudendo gli occhi mentre lo stringe a se.


Poi Fred la accompagna all’uscita dall’ospedale, tenendo una mano vicinissima a lei ma senza toccarla.
Dott. (mostrando una foto a Graham): – E questa donna?
Graham: – Non mi dice niente.
Dott.: – Io la amo molto. È mia moglie.
Dott. (mostrando una foto di Isabelle): – E questa qui?
G.: – Non l’ho mai vista. È la sorella?
Dott. (accostando le due foto): – Lei trova che si somiglino?
G.: – No. Proprio no. La dovrei riconoscere?
Dott.: – Si.

G.: – Sono un disastro.


Graham è nella sua casa attuale, con tutte le pareti piene di foglietti e disegni perché usate per memorizzare le cose che non può memorizzare nel suo cervello, quando passa a chiamarlo uno che per lui è uno sconosciuto, cioè Fred, per andare in palestra insieme, come gli spiega Fred mostrandogli la sua borsa per la palestra.


In palestra fanno non so che tipo di arti marziali insieme ad altre persone.
Mentre Graham sta facendo la doccia, Fred apre la sua agenda dove è segnata la strada per tornare a casa e poi va via senza aspettarlo.

Quando ritorna a casa, Graham trova seduta sulle scale davanti alla sua porta una donna che non riconosce come Irene.
Graham: – Lei chi è?
Come risposta Irene lo abbraccia, stringendolo a se con forza e chiudendo gli occhi.[giusto quello che Isabelle ha fatto con Fred]

Irene: – Ricominciamo. Sarò io a ricordarmi per tutti e due.

Poi lui la accarezza sotto la gonna con la lingua e a lei piace molto.


Ora sono nudi sul letto e si abbracciano, ma lei lo lascia per andare verso il comodino.
Graham: – Ti dà fastidio la luce?

Irene (girando la sveglia): – Non la luce, ma il tempo che passa.


Sulla metropolitana, Graham chiede a Irene cosa hanno fatto la notte scorsa perché vuole scriverlo sulla sua agenda.
Da questo gesto di lei si capisce che hanno fatto sesso.

Dopo aver fatto sesso si sono legati l’uno all’altra.
Graham si scioglie ed esce dal letto.

Poi lui fa una polaroid a Irene che dorme e incolla tra loro i lati della sua carta d’identità. Una pagina della sua vita viene chiusa, quella in cui era Pablo ed era sposato con Isabelle, e si apre la pagina in cui è Graham ed è sposato con quella di questa foto, cioè con Irene. [|<=]

Irene (sulla metropolitana per andare al lavoro): – Cosa facevi prima?
Graham (dopo aver cercato tra le pagine che ha appena incollato tra loro, dove c’era scritto che faceva l’assistente di matematica al CNRS): – Non c’è un lavoro che odi? Immagina se fossi stato un professore di matematica.
Irene: – Ah. Non è possibile.
G.: – Un professore che fa i calcoli a mente. Fammi fare una moltiplicazione che sia almeno a 3 cifre.
I.: – 347 x 347.
Le risposte sono esatte, almeno così sostiene lui che porge a lei una calcolatrice per convincersi di questo.

Alla terza moltiplicazione lui non risponde perché si distrae a guardare sotto la gonna di lei.
Graham: – Cosa c’è qui?

Irene: – È come qualcosa che ti serve. Una piccola luce che resta accesa sulla scena dopo la rappresentazione.


Graham: – Non ho più contato le stazioni.
Irene: – La nostra l’abbiamo superata.
G. (sovrapponendo la sua mano a quella di lei e poi entrando tra le sue dita): – Non c’andiamo neanche oggi.

Graham viene sul ventre di Irene. Questo li fa sorridere molto, tutti e due. Graham si alza e dice che va a prendere un asciugamano. Irene non vuole. Dice che preferisce tenerlo ancora un po’ addosso, sentire che diventa freddo, passare dall’umido al’asciutto. Irene si gira nel letto, adesso è a pancia sotto. Mentre Graham gira per la stanza. Dettaglio dell’interno: Irene dice a Graham che è contenta di averlo incontrato. Molto contenta, precisa.

Irene: – E poi, la seconda notte le cose cambiano.
Graham: – Davvero?
I.: – Beh, si. Si comincia a fare attenzione a quello che si dice, a sognare altre cose.
G.: – Credi?
I.: – Si, ma delle cose dolci, delle cose tranquille. E dopo, allo stesso tempo, alla seconda volta cominciano anche le cose che fanno un po’ paura. Non proprio paura, ma si, si ha paura di deludere. [|<=]

Graham: – Senti, ma siamo già venuti o no?
Irene (cogliendo l’occasione di ripeterlo): – No.
L’unione è mostrata tra le mani.
Poi lei gli dice molte volte “rimani” e porge a lui la cintura della vestaglia dicendogli “passala attorno a noi”. Lei annoda la cintura e poi si gode il momento.

Graham (mentre il figlio Antoine lo guarda): – Siamo già stati su questo vagone?
Poi Graham si mette a fare dei versi con la faccia al bambino, che sorride.
Irene: – Lo conosci?

G.: – Sai i bambini, appena uno fa un po’ il pagliaccio [si divertono].


Sabine cerca Graham e lo trova addormentato accanto alla fotocopiatrice.
Mentre lo accarezza con dolcezza vede i segni lasciati su di lui dal rossetto di una che lo baciava e che si è firmata col pennarello: Irene.

Graham fa la doccia a casa di Irene quando viene nella doccia anche quest’uomo, che gli sorride e si diverte a spruzzarlo con la doccia.
Irene (dopo che l’altro è uscito): – Una parte del mio passato. Non puoi prendertela Graham. (Poi, prendendo la mano con la fede al dito di lui) Anche per te sarà la stessa cosa.
Graham si toglie la fede e la lascia accanto all’osso di tre milioni e mezzo di anni fa.

Isabelle va da Sabine.
Isabelle: – Sono preoccupata. Pablo non è più tornato a casa e il telefono è sempre staccato. Non sarà malato, spero.
S.: – No. Sta benissimo. Sul lavoro va sempre meglio e noi siamo tutti molto contenti di lui. [|<=]

Isabelle: – Muoio dalla voglia di vederlo.
Sabine (con un bel sorriso): – La capisco. Ma lei qui è sul suo posto di lavoro e non deve dimenticarselo mai.
Isa.: – In ogni caso non mi riconscerà.
S.: – Può cambiare. Glielo auguro. Anche se questo per noi vorrebbe dire perderlo. Vederlo adesso ho paura che non serva a niente.
Isa.: – Io sono sempre sua moglie, comunque.
S.: – Allora l’accompagno.

Quando le due donne arrivano alle fotocopiatrici, Graham abbassa la veneziana e Isabelle teme che l’abbia riconosciuta e che non voglia più vederla.
Sabine: – No, non ci ha visto. È abbastanza imprevedibile, lo sa. Le posso parlare di lui in diretta, se vuole.
Isa.: – Come sarebbe?
S.: – Mi dia il suo numero di telefono.

Dopo vediamo Isabelle andare via e Sabine dirle al telefono che si è avvicinata e che ora riesce a vederlo bene


La telecronaca di Sabine si interrompe quando lei vede Graham fare con la fotocopiatrice una foto al suo sesso. Graham sorride e Sabine pure.


Graham (dando una cartella a Sabine, che per lui è una collega di lavoro come un’altra): – Senta, scusi, può portare una fotocopia urgente in contabilità?
Nel corridoio lei guarda la fotocopia.
Sabine (porgendo la cartella a Irene): – Mi dicono che è urgente, ma secondo me è già troppo tardi.
Irene scoppia a ridere quando apre la cartella.

Irene dorme accanto a Graham vestita solo di cordicelle color oro e si alza prima di lui.
Quando Graham sente con la mano che sul comodino non c’è più la sua agenda, si mette a sedere di scatto e guarda Irene senza sapere chi sia.
Lei gli porge l’agenda, dopo di che lei torna ad essere la Irene di cui ha scritto nell’agenda
[|<=]

Graham (coprendosi col lenzuolo e diventando una specie di fantasma): – Scusami. Scusami. Scusami.
Irene trasforma il dispiacere di entrambi per la dimenticanza di lui in un’occasione di grande piacere per entrambi sollevando la gonna e guardando il volto di lui, felice come può esserlo un uomo ammesso per la prima volta a quella intimità.

Irene: – Voglio dirti una cosa. È triste, molto triste, quando non mi riconosci. Ma è anche molto, molto gradevole, quando fai l’amore senza passato, senza consuetudine e ogni volta è una prima volta. Ma io ho bisogno di sentirmi vicina a te, di amare quello che ami tu, di conoscere i libri che hai amato, per leggerli e poterli amare. Sono egoista. Quando si ama si impara ad essere egoisti per tutti e due.


Graham (alzandosi sul letto e guardando la sveglia che segna le 9:30): – Merda. Merda. Non ha suonato. (Svegliando Irene) Siamo in ritardo. Siamo in ritardo. Accidenti.  […]
Irene: – Ma è sabato.
G.: – E allora?
I.: – Che stronza, ti fa andare anche di sabato.

Irene gli prende l’agenda per impedirgli di andare. Lui la insegue e lei si chiude a chiave in una stanza, cercando di cancellare la strada per l’ufficio dall’agenda. Graham sfonda la porta, poi chiede scusa.


Sabine aspetta invano l’arrivo di Graham, con una serie di oggetti sul tavolo che voleva usare nei suoi giochi sessuali.

Irene: – Ma se vai a letto con un’altra, poi te lo ricordi? (lui tace). Lo scriveresti? Chissà se alla fine lo scriveresti nel tuo diario. No, sicuramente non lo faresti, altrimenti io ti scoprirei. Sei un disgraziato, Graham.
G.: – No.
I.: – Ma come pensi che io possa crederti? Mi lamento, divento gelosa.
G.: – No.
I.: – Dimentichiamo.

Lui è allegro e la bacia. Lei ride contenta

[|<=]


Ora sono in un museo e quello che si muove sull’enorme schermo davanti a loro è un sedere.



Alla fine di quella visita al museo Graham si mette a urlare in preda a una grande disperazione e si accascia a terra dicendo: – Nessuna traccia. Niente, nessuna traccia.
Poi Graham va a chiedere al visitatore del museo col cappello “cosa gli rimane di tutto questo”
Uomo: – Impressioni. Che in quel momento ho provato ma che dimenticherò, per rimanere presente. (alzando il cappello come saluto di addio) Si dimentica per rimanere fedeli.

Sabine fa affidare a Irene un lavoro importante per “capire quali sono le sue capacità”.
Sabine: – Non ci siamo, i conti sono sbagliati.
Irene: – È che oggi sono un po’ stanca.
S.: – Ma è solo lunedì, che succederà alla fine della settimana?
I.: – Sono errori su somme piccolissime.
S.: – Tutto, tutto è importante in questo ufficio. Io la devo licenziare.

Poi le dice che l’agenzia di collocamento la sta aspettando, con un altro lavoro da affidarle.


Irene: – Questo è un GPS. Potrai sapere dove sono quasi in ogni momento. Proviamo?
La prova riesce, perché lei sta oltre il muro ma seguendo le indicazioni dello strumento lui la localizza esattamente.

Dal suo nuovo luogo di lavoro Irene suggerisce a Graham le cose da dire a Sabine.
S.: – Si Graham.
G.: – Non sono Graham. Sono Pablo.
S.: – Si Pablo.
G.: – Non è stato affatto corretto il modo in cui ha trattato Irene. Questa è violazione della privacy.
Lei dice che era in gioco l’efficienza dell’impresa e che si è limitata a giudicare il suo lavoro.
G.: – Mi fa stare meglio, la mia memoria migliora se siamo vicini. Infatti sono quasi guarito. Oggi è l’ultimo giorno che lavoro qui.
Sabine però chiama Fred, che scopre facilmente che la memoria non l’ha recuperata, per cui la sera lo chiama per una di quelle sedute dove la telecamera è coperta dallo scotch. [|<=]

Visto dal GPS che Graham è stato trattenuto da qualcuno, Irene si precipita in ufficio e chiede con determinazione di sapere che visita ha ricevuto Graham. Gli dicono che forse è stato Fred, ma che è appena uscito. Lei esce in strada, dove è avvicinata da un bambino.
Antoine: – È lei Irene? (Il bambino rifà i versi che aveva fatto Graham a lui sulla metro ma lei non capisce) Graham. Su salta. Lei si fa portare, ma quando c’è bisogno di pedalare si offre per prendere il posto del bambino, che accetta il cambio.

Ad aspettarli c’è una sorridente Isabelle e arriva di corsa anche Fred.
Isabelle (dopo aver mandato a prendere da bere il figlio per parlare più liberamente): . Le siamo tutti molto riconoscenti… (mentre Antoine corre per perdersi il meno possibile) Fred ci è stato di grande aiuto.
Con la scusa del ghiaccio la madre rimanderebbe il figlio in casa, ma ci va Fred, dopo aver detto ad Antoine di tornare ad ascoltare.
Il bambino sfoga la sua contentezza camminando con le mani sul prato.

Isabelle: – Pablo riprenderà il suo posto di marito e il suo ruolo di padre. È sarà di nuovo il miglior amico di Fred. Ecco fatto, ora sa tutto.

Isabelle (consegnando una busta a Irene): – Quando lo vedrà, queste sono foto recenti di noi.
Fred guarda le donne dal giardino, poi si butta in terra per gioco e scompare dentro al prato. [Fred che ha voglia di giocare con Isabelle e poi scompare nell’erba ha evidentemente voglia di giocare a fare incubazione, perché l’incubazione è amore che c’è ma non si vede da fuori]

Mentre sentiamo ancora Isabelle dire “sono contenta che sia venuta”, Irene mette qui le foto, mentre Antoine allaccia il casco.
Poi Irene si mette alla guida del motorino. [|<=]

Fred sta evidentemente sognando un amore per domani, visti gli occhi chiusi e la mano sul cuore, mentre la sua mano aspetta di accogliere quella di Isabelle.
Isabelle (mentre la sua mano avanza sull’erba lentamente): – Pablo vive in un limbo. È un innocente, senza colpa. Senza peccato. Al suo ritorno capirà che tutti avremmo voluto continuare a vivere con lui. Tu lo vorresti adesso?

Come risposta Fred va ad abbracciare Isabelle, rotolando stretto a lei diverse volte sull’erba prima di scomparire alla vista dentro al prato.

Irene: – Grazie…
A.: – Antoine.
I.: – Grazie Antoine.
Poi lei nota la lacrima del ragazzo e gliela asciuga con un dito, dolcemente, mentre lui dice: – È il vento.

Irene scolpisce il nome di Graham sulla corteccia di questa pianta con le sue unghie, usandole fino a farle sanguinare, il che ci fa capire quanto avesse desiderato che la sua relazione con lui avesse un futuro. Poi sta andando via, quando ci ripensa, torna indietro e si mette a rompere i rami di quella pianta con veemenza.

Irene: – Non vorrei dirtelo, sai, Graham. Ma penso che in questo momento tu non sia pronto. Non ci si può innamorare di te, ne io ne nessun’altra. Essere innamorati significa soprattutto avere una continuità, e ora non ce l’hai. Io non posso farlo per tutti e due. Da sola non ce la faccio. [|<=]

Graham (prendendo tra le sue mani la testa di lei con delicatezza e calore insieme): – Sciii. Chiudi gli occhi.
Lui la bacia sopra uno degli occhi che lei ha chiuso. Poi lui si alza, ma non per andare via bensì per andare a mettersi al fianco di lei.

Graham (con gli occhi chiusi anche lui ed è la prima volta che succede): – Il jukebox è rotto. Cosa avresti voluto che mettessi per te? (Parte la musica, Graham si struscia con la sua testa su quella di lei e sorride) Che cosa avresti suonato per me? Irene gli dà la busta con le foto. Graham le guarda senza provare alcuna gioia.

Graham cerca Isabelle e lei si fa trovare nuda.
G. (dopo averla guardata senza provare desiderio ed essersi girato): – Mi dispiace per quello che ho fatto. Ho toccato il fondo. È ridicolo.

Allontanandosi da Isabelle, Graham incontra lo sguardo di questa donna.
Graham (parlando con se stesso): – Mi detesto per quello che è successo. Ecco qui. Sono tornato per scusarmi.

Graham: – Non capisco cosa mi sia preso.

[|<=]


Graham: – È da ieri sera che mi sento in collera. Non è normale. Non mi sento me stesso. E non mi piace per niente.


Graham: – Io immagino che giustamente lei voglia rifarsi una vita. Ormai non è il caso di aspettarmi.

Intanto Isabelle mette la sua mano sopra a quella di lui, che all’inizio la accetta accarezzandola col pollice ma poi toglie la sua mano dicendo “È un’idea stupida, anche se siamo sposati” e mettendo la parete di ferro tra lui e lei.


  • Si, è stupido aspettare un Pablo che oggi esiste solo nel ricordo di chi lo ricorda, essendo meglio per tutti rifarsi una vita con le persone di oggi, ad esempio Isabelle con Fred e Graham con Irene (ma i nomi possono cambiare)

Graham (dall’altro lato della parete): – È proprio per questo che questa rabbia non mi piace. E non si può tradire uno come me, glielo assicuro. Non bisogna provare dei rimorsi. Non è un tradimento, non c’è niente di male, non esiste una colpa.

La mano di Isabelle e quella di Graham “si guardano negli occhi”, incontrandosi anche se sono separate dalla grata di ferro. Poi quella di lui va via, lasciando sola quella di lei.
Graham: – Io non esisto più. Si ricostruisca una vita. Questa è l’unica via d’uscita che ha. Io sono felice per lei. Lo dico senza alcun cinismo. L’ho capito subito. Lei è bella. Le sta molto bene quel vestito. Parlo molto eh? Il problema è che lei non dice niente

Graham scompare alla vista e la mano di Isabelle vorrebbe trattenerlo, ma la grata glielo impedisce.
Graham: – Stiamo decidendo di non vederci più ed è meglio così. Ma soprattutto non dovremo più cercarci. Non si preoccupi per me, ci sarà qualcun altro che lo farà. La gente adora aiutare i malati.
Due Isabelle ascoltano Graham, e non essendo perché c’è uno specchio visto che una ha un vestito colorato e l’altra un vestito in bianco e nero, pensiamo che siano la Isabelle di ieri, quella sposata e sotto la luce ma col vestito in bianco e nero, e la Isabelle di oggi, quella separata ancora in ombra ma col vestito a colori che le parole di Graham stanno autorizzando a venire fuori dall’ombra. [|<=]

Graham: – Tu devi dimenticarmi. La sola strada è dimenticarmi. In fondo io credo che tutti quanti dovrebbero dimenticarmi.
Segue un silenzio e quando la Isabelle di oggi (quella col vestito colorato) va a vedere oltre la grata, non trova più nessuno.
Lei accetta serenamente il suo stato di nuova Isabelle.

Sulla metropolitana Graham avvicina la mano alla sua testa, come a chiedersi cosa fare adesso che è single, e chiude gli occhi per sognare meglio un futuro che fuori non c’è ma che dentro alla sua testa comincia a farsi vivo sotto forma di un sogno che provoca un rilasciamento muscolare, facendo cadere dalla mano l’agenda.
Sulla metro c’è anche Fred, che facendo finta di niente taglia l’elastico che tiene ancorata l’agenda al braccio, tagliando i ponti di lui col passato (cosa che lo stesso Graham si era proposto di fare quando ha detto a Isabelle di non cercarlo più).

Sabine e Fred guardano Irene seduta in un parco giochi.
Passano due ragazzi che apprezzano Irene con un fischio e lei si tira su la gonna.

Irene vede con la coda dell’occhio Sabine e Fred che la spiano e si gira verso la siepe dietro cui si nascondono. I due scappano, prima che Irene scagli la mela verso di loro gridando “Andate via”.

Fred (guardando verso Irene): – È forte.
Sabine: – Ma no! Non è affatto forte. Perché ti metti a dire che è forte?
F.: – Ti assicuro che è una persona forte.
S.: – Fred, perché non mi lasci perdere, eh? (Dopo averlo preso per la giacca) Meledetto!
F.: – Isabelle mi ha detto che la loro storia è finita. Non posso più aiutarti. Gli ho anche fregato quel diario. Ho fatto il massimo. E poi non ho niente contro di lei. È davvero una persona forte [|<=]

Sabine: – Basta con questa storia. Finiscila. (Poi cambiando tono e mostrando un interesse sincero verso Graham) Raccontami ancora come è andata con lui. Quando è successo. E poi ti lascio andare. Te lo prometto.

Siamo in palestra (prima dell’incidente che ha fatto perdere la capacità di memorizzare a Pablo, ed è Pablo ad avere la meglio, sia quando si affrontano alla pari sia quando Fred cerca di sorprenderlo attaccandolo alle spalle. Alla fine però ridono entrambi.

All’uscita Pablo rifiuta l’invito a bere insieme perché “Isabelle mi aspetta e poi io non bevo coi perdenti”. Fred lo definisce disgustoso e dice “dovevo farti quella presa, quella proibita che non si fa mai”. Pablo insiste a prenderlo in giro e allora Fred usa la presa probita, scagliando lontano l’amico, che picchia la testa su un tubo e poi sviene.


  • Questo è l’incidente che fa perdere la capacità di memorizzare a Graham.

Graham cammina lunga la ferrovia.

Dopo aver mangiato dei biscotti in riva ad un ruscello, Graham trova questo dente, lo lava e prima di riprendere il suo viaggio se lo mette in tasca dicendo: – Questa è la storia di un dente, che volato via da un incontro di box poi è stato raccolto da una tifosa che l’ha dato al figlio. Il ragazzino l’ha scambiato con una rivista porno di un amico, che poi… Questa è la storia di un dente che aveva deciso di rifarsi una vita. [|<=]

Antoine suona a casa di Irene.
I.: – Tu che ci fai qui?
A.: – Lui dov’è? Voglio che venga da me
I.: – Dai entra.
A.: – No. Dev’essere lui a venire.
I.: – Ma non c’è. Lo giuro, puoi controllare.
A.: – Dov’è?
I.: – Non lo so.
A.: – Dov’è?
I.: – Non lo so.
A. (urlando): – Dov’è?
I.: – Non lo so. Non urlare, non serve a niente. Entra.
A.: – Non mi muovo di qui finché non viene lui.
I. (tornando in casa): – Aspetta.
Il ragazzo se ne va e lei lo rincorre per le scale col GPS in mano, dicendo: – Se non ha chiuso il collegamento possiamo trovarlo.

Due donne chiamano Graham seduto alla fermata dell’autobus.
Donna1 (offrendogli un bicchiere di vino): – Da dove vieni?
Graham: – Adesso o in generale?
D1: – Ma no, adesso.
G.: – Dalla fermata dell’autobus.
Donna2: – Si. Ma prima?
G.: – Non me lo ricordo. Da lontano.
D2: – E tua madre abita qui vicino?
G.: – No.
D1: – Che ci fai qui allora?
G.: – Perché, è vietato?
D2: – Nessuno viene mai qui per divertirsi.
G.: – Perché qui non ci si diverte?

Un’auto nera cammina su una strada bianca in un paesaggio dove gli uomini, per sfruttare la montagna prendendo quello che aveva nella sua pancia, hanno distrutto ogni traccia di vegetazione.

Mentre un uomo suona un basso e la Donna1 aspetta il suo turno di fare sesso…

Graham è in auto con la Donna2 (Julie), intento ad aprire senza fretta le gambe di lei, che lo guarda con un sorriso più da madre che da amante. [|<=]

July: – Che fai?
Graham: – Non lo so. Sto guardando.

Poi Graham mette in bocca il dente che voleva rifarsi una vita e mette tutta la sua testa dentro alla gonna di lei.
July (dopo un sorriso dolce): – Che mi hai messo?
G.: – Non ti preoccupare, ora me lo riprendo.

Poi Graham chiude le gambe di July, le abbraccia e poggia sul ventre di lei la sua testa, con gli occhi chiusi.

July lo guarda, poi appoggia dolcemente la mano sui capelli di lui e lo lascia dormire.

Donna1: – Avete finito?
July (sottovoce): – Sta dormendo.
D2: – Avete finito?
J.: – Non abbiamo cominciato.
D2 (guardandolo): – Che faccia. Non ci posso credere. Un bambino. Dorme come un bambino. [|<=]

Donna1: – Mettilo a nanna. Andiamo.
July poggia la testa di lui sul sedile e scende dall’auto. Sentiamo di nuovo la musica. Nella testa di lui affiorano molti ricordi del passato recente.

Graham (dopo essere sceso di macchina): – Quant’è che mi aspettate, dieci minuti?
Donna1: – Ma senti. È un’ora che aspettiamo.
G.: – Un’ora? Grandioso. Una di voi si chiama July, è vero?

Le ragazze se ne vanno, con un “ciao” detto con voce allegra.

Graham: – Aspettate. Tornate qui. Ho dimenticato il dente. Poi legge il numero di targa, 3819VZ29, se lo ripete per non dimenticarlo e poi va via arrampicandosi sulla scarpata.


Graham fa il bagno nudo nel mare e poi si mette a dormire sulla spiaggia, sempre nudo. È notte quando il figlio Antoine lo trova, usando il localizzatore GPS, e va a sdraiarsi accanto al padre, evidentemente contento di averlo trovato.

Graham: – Ragazzo. Il mio ragazzo. Antoine.
Poi il padre si struscia sul figlio, felice anche lui di averlo ritrovato.
G.: – È passato tanto tempo.
Antoine: – Non ho mai smesso di vederti. Ti ho seguito ovunque. Nella metropolitana, sul treno, anche in clinica e poi da Irene.
G.: – E ti sei vergognato di me? Voglio dire, c’era qualcosa di cui ti potevi vergognare?
A.: – Per niente. Assolutamente no. Eri eccezionale per essere “un grande”. Eri completamente nuovo.
G.: Nuovo?
Poi abbraccia il figlio con gioia

Graham: – Ho l’impressione che stia tornando. Prima che tu arrivassi mi sono ricordato il pensiero di un filosofo. Ho il nome sulla punta della lingua. Parla di 4 negazioni positive. Nulla ci protegge da ciò che può succedere. Non ammirare mai la forza. La terza non me la ricordo, e non umiliare gli infelici.
Antoine dice che glielo ha già detto, cento volte. Scambio di baci.
G.: – E per Irene? Non sei arrabbiato con me?
A.: – Mamma non ce l’ha con te.
Poi si sdraiano come nella foto.
G.: – Restiamo così per tutta la notte? Antoine fa cenno di si.

La mattina dopo corrono sulla spiaggia e giocano con piacere.
Antoine: – Non hai freddo?
Graham: – Si, ma voglio far finta di niente. Mi piace molto questa notte.
 A.: – Sai vorrei che non finisse mai.
G.: – Si, ma l’alba arriva. Tra poco toccherà le nostre teste.
G. (mentre cammina con le mani, imitato dal figlio): – Ti sei già innamorato?
A.: – Ancora no. Ho dei gusti quasi impossibili.
G.: – E come va la scuola. L’anno prossimo il liceo.
 A.: – No, sono stato bocciato quest’anno.
Graham lo guarda male. Poi arriva un’auto della polizia e loro la aspettano abbracciati.

Dottore: – Non posso lasciarla andar via. Capisce? Se il dente e la targa della macchina esistono e se quello che dice è vero, faremo il possibile.
Graham: – Io ho recuperato la memoria. Non tutta, ma una parte si.
Dott.: – Questo l’aveva già detto la settimana scorsa al lavoro.
G.: – Ma io…
Dott. (interrompendolo): – D’accordo, ma bisogna verificare. D’accordo Pablo?

G. (con una decisione sofferta): – Io mi chiamo Graham.


Dott.: – Molto bene, è quello che penso anch’io.
Graham: – Sento un po’ di freddo. Mi potrebbe passare quella coperta che è dietro di lei?
Dott.: – Certamente.

Con la coperta in mano Graham dice di sentire ancora freddo e se la mette addosso. G. 8dopo aver guardato i due infermieri che bloccano l’uscita): – Ho ancora freddo, devo camminare un po’. Devo camminare un po’. Devo camminare un po’. Poi si mette la coperta sulla testa e prende la rincorsa verso la finestra, sfondandola


Graham (rialzandosi incolume al figlio che stava a guardare gli eventi lì vicino): – Corri, corri, corri.
Il figlio corre dietro a lui, mentre Graham ride felice correndo verso la nuova vita senza perdere per questo il figlio visto che Antoine accetta di seguirlo.

Anche Irene corre, per prendere un treno che non riesce a prendere. Mentre aspetta il prossimo treno vede Graham.
Lui non si ferma a parlarci come se non la riconoscesse ma la riconosce perché più avanti lo vediamo seguirla nel parcheggio e aspettare il suo ritorno, prima di scendere, affiancarla e sopravanzarla come se non l’avesse riconosciuta

Poi lui si gira, a lei cade un pacco e lui lo raccoglie. A lei sta bene di non rivangare un passato (nel quale lei aveva chiesto troppo a lui e lui aveva chiesto troppo a lei), ricominciando da zero con un: – Può metterla qui sopra?
Lui esegue.

Graham: – Se vuole gliele porto fino alla macchina. Lei non dice di no e lui prende i pacchi e si avvia, mentre Irene lo guarda chiedendosi che intenzioni abbia il nuovo Graham, quello che la memoria ce l’ha ma lei non sa se vorrà usarla per importare al presente qualcosa del passato o se invece oggi preferirà fare le cose diversamente da ieri.


Messi i pacchi nel bagagliaio si guardano, si piacciono per come sono oggi e si baciano col desiderio di una prima volta.
Irene: – Vuoi venire a casa mia?
Graham: – D’accordo. Tu dove abiti?
I.: – Vuoi seguirmi?
G.: – Si.

Graham sale sulla sua auto e affianca l’auto di Irene all’uscita del parcheggio.


  • Questa è una nuova relazione tra due persone che ieri non c’erano, perché il Graham di ieri dimenticava e quello di oggi no, mentre la Irene di ieri ricordava tutto come se tutto dovesse rimanere come era stato mentre oggi decide sul momento cosa gli va che ci sia oggi, senza obblighi per se stessa e per lui.

Graham cerca la scheda per aprire la sbarra del parcheggio senza trovarla. Irene: – Che cos’hai dimenticato ancora? Non è grave. Tutti dimentichiamo qualcosa. Anche amarsi è come riuscire a dimenticare il tempo e non pensare a nient’altro, perché tutto prima o poi può finire. E poi questa era un amore a tre: Graham, Pablo e io.

Graham torna indietro con l’auto come a prendere la rincorsa e poi travolge la sbarra ed entra nella strada.


Irene la scheda per far aprire la sbarra ce l’ha in mano ma decide di non usarla mettendola tra i denti e andando all’assalto della sbarra chiusa anche lei come ha appena fatto lui, facendo una faccia spaventata (foto piccola)

Pensieri di Irene (mentre vede riflesso nello specchietto il Graham di oggi che non è quello di ieri): – Comunque amarsi in due o in tre significa soprattutto sopportarsi quando si torna ad essere bambini.


|<=

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *