2011 – L’INCREDIBILE STORIA DI WINTER IL DELFINO

Cosa ci fa il delfino del film L’INCREDIBILE STORIA DI WINTER IL DELFINO (Charles Martin Smith, USA 2011) dentro al discorso di un amore positivo? Avendo solo una respirazione volontaria, i delfini sono costretti a dormire con un emisfero alla volta per non affogare. Essendo praticamente sempre svegli, hanno spostato alla veglia il sonno REM nel quale si sogna. Come gli umani. E non c’è nulla di più importante, per capire l’amore positivo, del capire l’importanza del sognare da svegli. Un’attività tanto proibita, marginalizzata e criminalizzata su Terra1 quanto ammessa, incoraggiata e istituzionalizzata su Terra2. Ma non ricaverete nulla di utile dal film se non tenete presente: 1) che le grandi nemiche del sognare da svegli degli umani sono quelle stesse donne che qui sono presentate come le grandi amiche di Winter; 2) che la guerra vera e quella ritualizzata degli sport agonistici non sono il frutto della natura umana cattiva ma quello di un amore cattivo per scelta nel quale le donne negano a se stesse e agli uomini il piacere e l’utilità del sognare da svegli.

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Fonte: Nowvideo1 e Now2 linkati da Cineblog (leggi il pressBook)


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|<= FINE RIASSUNTO e INIZIO APPROFONDIMENTI

|<= Il sonno REM negli animali (da Michel Jouvet, La natura del sogno, Theoria 1991)


Cito da pag. 37 del libro “La natura del sogno” (Edizioni Theoria srl 1991) di Michel Jouvet, l’autore che per primo ha descritto nel 1959 quello che noi chiamiamo “sonno REM” e che lui preferiva chiamare “sonno paradosso”:

“… nessuno ha potuto ancora registrare con certezza uno stato simile al sonno paradosso nei pesci, negli anfibi, nei rettili (salvo forse nel coccodrillo), mentre è relativamente facile riconoscervi il sonno. Così tutto si svolge come se i vertebrati inferiori (eterotermi) non avessero avuto <<bisogno>> del sonno paradosso.

Negli uccelli e in tutti i mammfiferi invece – e dunque negli omeotermi – è facile evidenziare il sonno paradosso. Esistono variazioni considerevoli secondo la specie, dalla gallina (che sogna per 25 minuti ogni notte, come la vacca) allo scimpanzé (90 minuti) e all’uomo (100 minuti). Il campione dei sognatori è il gatto domestico (200 minuti al giorno). Non è dunque il criterio di cerebralità quello che serve per misurare la quantità di sonno di una specie. Ecco perché sono state proposte molte altre correlazioni. Una delle migliori consiste nell'<<indice di sicurezza>>. Gli animali al sicuro nel loro ambiente naturale dormono più facilmente di quelli che rischiano di essere attaccati. In tal modo, il sonno aprirà loro più facilmente le porte del sogno: la storia filogenetica del sogno ci lascia quindi una domanda senza risposta. Tanto più che il mistero del delfino non facilita la soluzione dell’enigma.

Permettetemi di parlarvi del nostro fratello marino in termini cerebrali. Dapprima esso è sottoposto alla <<maledizione di Ondina>>, poiché può respirare solo volontariamente, decidere tra non dormire o morire annegato. L’evoluzione ha superato in modo elegante questo dilemma. Il delfino, in effetti, dorme con un solo emisfero per volta, controllando la sua respirazione ora con la parte destra del corpo, ora con la sinistra [=> scienzagiovane]. Invece, malgrado più di dieci anni di ricerche condotte dal professor Mukhametov, a Mosca e in Crimea, non è stato ancora possibile registrare periodo di sonno paradosso nel corso del sonno dei delfini. Quest’assenza di prova non è la prova di un’assenza, anche se tutte le teorie sulle funzioni del sogno risulteranno fragili, fintantoché questo enigma non sarà svelato.”


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