modello P

Per una versione aggiornata del modelloP vedi la sez. 1 del libro sull’amore positivo alla pagina: modelloP e AMORE POSITIVO

Il modello P del cervello [il modello <= del cervello per Psicologi di Piangatello Guido (1) ] è al suo terzo e si spera ultimo percorso universitario (=> psi sociale, psi generale, fisiologia del comportamento) verso la sua forma finale. Le diapositive in viola aiutano a capire la diapositiva in rosso del modello P che precede o che segue. Audio totale: 128′ (2h abbondanti) + 263′ (5h) + Analisi della domanda 446′ (8h). Cerco docenti di psicologia interessati ad essere coautori del libro mostrato qui a destra.

  1. A cosa serve il cervello? ( 8′) (ipo) e/o Il cervello come sistema per sognare (10′)
  2. Il cervello davanti e il cervello dietro (15′)
  3. Le due ipotesi delle personalità neurologiche ( 8′)
  4. L’uomo sociale e il sistema verbale ( 5′)
  5. Il sistema emozionale corticale: dal doppio al marcatore (10′)
  6. I tre livelli del sistema emozionale (?′)
  7. Sistema emozionale corticale e valutazione emozionale ( 8′)
  8. Significato e senso di una parola secondo il modello P ( 8′)
  9. Evoluzione della comunicazione come riassunto del modello P ( 7′)
  10. Comunicazione verbale orale (?)
  11. Genesi [stato nascente] dei gruppi secondo Francesco Alberoni (3)
  12. Il funzionamento normale ( 7′)
  13. Il funzionamento in incubazione ( 8′)
  14. Il funzionamento in stato nascente ( 7′)
  15. Un amore crea una struttura di connessione condivisa usando l’intimità ( 8′)
  16. L’amore che porta a una laurea e l’amore in una relazione temporanea ( 7′)
  17. Comunicazione non verbale ad alta velocità (10′)
  18. Amicizia e amore secondo il modello P (16′)
  19. Perché l’amicizia è senza intimità fisica (?’)
  20. Il sesso al servizio delle emozioni e non viceversa (?’)
  21. Il fare sesso come scusa per abbracciare una persona ( 4′)
  22. Mente e coscienza secondo Damasio e secondo il modello P (10′)
  23. ANALISI DELLA DOMANDA fondata sul modello P (4)
  24. Il dilemma fondamentale
  25. L’atteggiamento emozionale negativo

Vecchia pagina sul modello P =>Mod. del cervello per psicologi P. Altro sul cervello =>Psi fisiolog.


|<= A cosa serve il cervello?


Ascolta Introduzione a cosa serve il cervello (8′) o Cosa c’è di ipotizzato in questa dia (5′)

1 – Il cervello come sistema per sognare

Il punto di partenza di questo modello del cervello è una curiosità molto da ingegnere elettronico: come fa il cervello a prendere tante delle sue decisioni molto più velocemente di un computer pur avendo un hardware molto più lento (visto che 1 milli-secondo come tempo di attraversamento di una sinapsi tra due neuroni è un tempo enorme per un computer)? Quando mi posi questa domanda non avevo idea del fatto che partendo da essa diventava molto facile spiegare l’organizzazione del cervello e in definitiva il suo modo di lavorare per comandare il comportamento. Per puro caso avevo cominciato dalla domanda giusta per rendere semplice una risposta utile per spiegare i fatti che interessano ad uno psicologo (a cominciare dai fatti che riguardano l’amore, che erano quelli che più mi interessavano, allora e anche oggi).

|<= Il cervello come sistema per sognare


Ascolta “Il cervello come sistema per sognare” (rifacimento con figure migliori della diapositiva “A cosa serve il cervello”) o “Cosa c’è di ipotizzato in questa dia”

Per apprezzare l’importanza dell’anticipare gli eventi si ascolti “I costrutti personali di George Kelly” (8′), perché la sua Psicologia dei costrutti personali si basa sul seguente postulato fondamentale: “I processi di una persona sono psicologicamente incanalati dai modi in cui la persona stessa anticipa gli eventi”.                |<=

Ascoltare la dia “Figli di Wundt o di Brentano?” (10′) per vedere come i due possibili modi di guardare al funzionamento del cervello (sistema che elabora gli ingressi o invece sistema per sognare controllato dai sensi) spaccano in due l’intera storia della psicologia.

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Ascolta la dia “Metodo scientifico e metodo umanistico” (7′) perché qualche volta si è interessati all’esterno come è davvero, per cui si usa l’approccio scientifico, ma più spesso l’esterno viene fatto essere come lo si è immaginato e allora è giustificato l’approccio umanistico.

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Ascolta la dia “Aree di Brodmann e cervello come sistema per sognare” (7′) perché vedere quanto siano ridotte le aree corticali che ricevono o danno all’esterno aiuta a credere al cervello come sistema per sognare controllato dagli arrivi dai sensi, i quali vietano ad una persona sveglia di fare sogni non in contrasto con quello che ha davanti       |<=

Ascoltare questa “Introduzione al cervello di Kandel: area di Broca e di Wernicke” (16′) prima di ascoltare la successiva diapositiva sui due cervelli, soprattutto se si conosce poco o nulla su come è fatto il cervello.

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|<= l cervello davanti e il cervello dietro


Ascolta “Il cervello davanti e il cervello dietro” (15′) o “Cosa c’è di ipotizzato in questa dia” (?’)

Sulle tre unità funzionali di Lurija, si veda questo link (modello di Luria) e questo pdf (L’impiego clinico del modello di Lurija). Su Lurja si veda: LURIJA, EROE DELLA SCIENZA ROMANTICA

Chi vuol saperne di più sulla corteccia può ascoltare la diapositiva “Le principali aree corticali secondo il Kandel” (13′)…

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…e la diapositiva “Le aree corticali secondo il Carlson” (12′)

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Ascolta la diapositiva “L’inconscio e le due logiche di Matte Blanco” (11′)

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Ascolta la diapositiva “Esperimento di Libet” (8′)

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Ascolta la diapositiva “Cervelli divisi e interprete razionale di Gazzaniga” in versione ridotta(13′)(2) oppure la sua versione integrale” (30′)

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Ascolta la diapositiva “Cosa caratterizza il cervello umano” (9′)

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|<= Le due ipotesi delle personalità neurologiche ( 8′)


Ascolta “Le due ipotesi delle personalità neurologiche” (8′)

 

Ascolta “Gli stadi del sonno secondo il Carlson” (18′)

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Ascolta “Cosa il modello P aggiunge agli stadi del sonno secondo Carlson” ( 7′)

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Ascolta “Visioni del mondo con spiegazioni molto diverse” ( 8′)

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Ascolta “Stregoneria Zande: spiegazioni diverse ma azioni simili” (19′)

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|<= L’uomo sociale e il sistema verbale ( 5′)


Ascolta “L’uomo sociale e il sistema verbale” (5′)

Ascolta “Parole e significati secondo il Carlson ( 6′)

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|<= Il sistema emozionale corticale dall’ipotesi del doppio al marcatore somatico


Ascolta “Il sistema emozionale corticale dal doppio al marcatore” (10′)

Ascolta “I marcatori somatici di Damasio“(13′)

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|<= I tre livelli del sistema emozionale (?′)


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|<= Sistema emozionale corticale e valutazione emozionale ( 8′)


Ascolta “Sistema emozionale corticale e valutazione emozionale” (8′)

Ascolta “Le emozioni sulla corteccia” ( 7′)

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Ascolta “Metafora geometrica per significato e senso” ( 3′)

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Ascolta “Richiami animali chiusi e linguaggio umano aperto” (16′)

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Ascolta “Pensiero e linguaggio secondo Vygotsky” (13′)

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|<= Significato e senso di una parola secondo il modello P ( 8′)


Ascolta “Significato e senso di una parola secondo il modello P” (8′)


|<= Evoluzione della comunicazione come riassunto del modello P ( 7′)


Ascolta “Evoluzione della comunicazione come riassunto del modello P” ( 7′)


|<= Comunicazione verbale orale (?)



|<= Genesi [stato nascente] dei gruppi secondo Francesco Alberoni (3)


Ascolta “Gruppi, aggregati, categorie sociali secondo Alberoni” ( 8′)

|<= Ascolta “Come nasce un gruppo secondo Alberoni” ( 4′)

|<= Ascolta “Lo stato nascente di Alberoni” ( 7′)

|<= Ascolta “La dinamica dei gruppi di Alberoni” ( 8′)

|<= Ascolta “Stato Nascente e stato normale di Alberoni” (10′)

|<= Ascolta “La formazione dell’Istituzione secondo vari autori” (10′)


|<= Il funzionamento normale ( 7′)


Ascolta “Il funzionamento normale” ( 7′)


|<= Il funzionamento in incubazione ( 8′)


Ascolta “Il funzionamento in incubazione” ( 8′)


|<= Il funzionamento in stato nascente ( 7′)


Ascolta “Il funzionamento in stato nascente” ( 7′)


|<= Un amore crea una struttura di connessione condivisa usando l’intimità ( 8′)


Ascolta “Un amore crea una struttura di connessione condivisa usando l’intimità” (8′)


|<= L’amore che porta a una laurea e l’amore in una relazione temporanea ( 7′)


Ascolta “L’amore che porta a una laurea e l’amore in una relazione temporanea” ( 7′)


|<= Comunicazione non verbale ad alta velocità (10′)


Ascolta “Comunicazione non verbale ad alta velocità” (10′)


|<= Amicizia e amore secondo il Crisp-Turner (16′)


Ascolta “Amicizia e amore secondo il Crisp-Turner” (16′)


|<= Amicizia e amore secondo il modello P (16′)


Ascolta “Amicizia e amore secondo il modello P” (16′)


|<= Perché l’amicizia è senza intimità fisica (versione provvisoria)



|<= Il sesso al servizio delle emozioni e non viceversa (?’)



|<= Il fare sesso come scusa per abbracciare una persona ( 4′)


Ascolta “Il fare sesso come scusa per abbracciare una persona” (4′)


|<= Selezione di Darwin e intenzioni attribuite ai viventi ( 6′)


Ascolta “Selezione di Darwin e intenzioni attribuite ai viventi” (6′)


|<= Mente e coscienza secondo Damasio e secondo il modello P (10′)


Ascolta “Mente e coscienza secondo Damasio e secondo il modello P” (10′)


|<= Analisi della Domanda fondata sul modello P (4)


Ascolta “Emozioni per necessità ed emozioni per scelta” (25′)

|<= AD: Ascolta “Relazioni di scambio (R+) e relazioni possessive (R-) (13′)

|<= AD: Ascolta “Il giovane medico troppo brillante” (21′)

|<= AD: Ascolta “Giovani donne possessive” (22′)

|<= AD: Ascolta “Pretendere” (31′)

|<= AD: Ascolta “I centralinisti indocili” (21′)

|<= AD: Ascolta “Un manager potente” (29′)

|<= AD: Ascolta “Il padre possessivo con la figlia” (24′)

|<= AD: Ascolta “Una madre manager pretende che la figlia cresca” (24′)

|<= AD: Ascolta “Orientamento emozionale al piacere o alla sofferenza” (29′)

|<= AD: Ascolta “Controllare” (26′)

|<= AD: Ascolta “Una donna sopettosa” (19′)

|<= AD: Ascolta “Provocare” (29′)

|<= AD: Ascolta “Diplomato al professionale: analisi domanda” (11′)

|<= AD: Ascolta “Diplomato: diagnosi e finalità” ( 9′)

|<= AD: Ascolta “Diplomato: relazione con lo psi e commento Carli-Paniccia” (?’)

|<= AD: Ascolta “La provocazione aggressiva del diplomato” (31′)

|<= AD: Ascolta “Commessa negozio abbigliamento: analisi domanda” (11′)

|<= AD: Ascolta “Commessa: scorrettezze e terapia” ( 9′)

|<= AD: Ascolta “Il 24-enne che non si alza: analisi domanda” ( 9′)

|<= AD: Ascolta “Il 24-enne: atteggiamento terapeutico” ( 8′)

|<= AD: Ascolta “AET sul libro “DSM-IV Casi clinici”: repertori 3 e 4” (18′)

|<= AD: Ascolta “AET su un SERT (serv. per tossicod.) del centro italia” (20′)

|<= AD: AET sul nuovo ordinamento (sul 3+2) (7*)

AD: Sull’analisi emozionale del testo (AET) (versione provvisoria)

AD: Pensiero multisignificato (pensiero emozionato) (versione provvisoria)

Il dilemma fondamentale

L’atteggiamento emozionale negativo


|<= Cosa è un modello


Per apprezzare la differenza sostanziale tra un modello del cervello per neurologi e un modello del cervello per psicologi bisogna aver chiaro cos’è un modello.

Supponiamo di essere interessati a trovare la spiegazione di un fenomeno osservabile (ad es. la pioggia), in modo da poter prevedere quando e come si verificherà. Il primo passo è quello di fare delle ipotesi (nel caso della pioggia possiamo ipotizzare che essa è collegata alla presenza di nuvole in cielo e ad altre condizioni, perché non sempre quando ci sono le nuvole piove). Il secondo passo è verificare le ipotesi fatte. Per fare questa verifica occorre costruire un modello del fenomeno riproducibile in laboratorio e controllare sempre lo stesso fenomeno nelle stesse condizioni.

Il passaggio al modello è delicato, perché il fenomeno riprodotto in laboratorio è figlio del modello e il modello non è la realtà ma qualcosa che noi ci immaginiamo per spiegare la realtà stessa. Un modello serve per verificare le ipotesi ma è esso stesso un’ipotesi (o una serie di ipotesi). Come si esce da questo circolo vizioso? Ricordando che un modello non è né vero nè falso, ma solo più o meno capace di prevedere i fenomeni per cui è stato costruito. Se le previsioni che si ricavano da un modello sono soddisfacenti per i nostri bisogni, diciamo che il modello è “vero” per noi, anche se sarebbe più corretto dire che ci è utile e per questo lo consideriamo “vero”. Se è considerato vero da tutti i membri della comunità scientifica interessati ad esso, perché tutti lo trovano soddisfacente o perché nessuno ha qualcosa di meglio da proporre, diventa un modello scientificamente provato. Ciò non significa che è “giusto”, ma solo che verrà considerato tale fino a quando non si incontreranno fenomeni che esso non è in grado di prevedere o fino a quando non verrà proposto un modello più semplice per prevedere gli stessi fenomeni.

Un modello del cervello, quindi, non è il cervello ma una serie di ipotesi sul cervello che permettono di fare delle previsioni sul comportamento del cervello. Queste ipotesi saranno considerate vere se il modello sarà in grado di prevedere i fenomeni per i quali è stato costruito, risultando utile per chi si occupa di quel tipo di fenomeni. In attesa di un modello migliore, un dato modello verrà corretto, precisato e ampliato, modificandosi costantemente nel tempo.

Oltre a essere tutt’altro che assoluto e immutabile un modello è fortemente legato ai fenomeni per spiegare i quali è stato costruito. Per questo non si può prendere un
modello del cervello costruito per spiegare i fenomeni osservabili da un neurologo e aspettarsi che sia in grado di spiegare i fenomeni osservabili da uno psicologo.

Il modello P è compatibile col cervello descritto nei libri di neuroscienze per tutte quelle che sono le mie conoscenze. Se qualcuno trovasse punti di disaccordo è pregato di segnalarmeli e, se è il caso, di aggiornare il mio modello P (perché un modello è qualcosa di vivo ed è normale che cambi al passare del tempo). In più rispetto al cervello delle neuroscienze il modello P ha una serie di ipotesi, che non servono ai neurologi e per questo non sono prese in esame da loro. Esse sono invece molto importanti per gli psicologi, che si devono assumere la responsabilità di trovarle non giuste o sbagliate ma utili o dannose per dar conto dei comportamenti umani.


|<= NOTE A PIE’ DI PAGINA

Nota 1 – Perché nel modello del cervello per psicologi è necessario aggiungere “di Piangatello Guido”  e nel modello del cervello per neurologi no?. Se tutti gli psicologi ritenessero che il “modello del cervello per psicologi di Piangatello Guido” fosse attualmente il migliore modello disponibile, si parlerebbe del “modello del cervello per psicologi” così come si parla del “modello del cervello per neurologi” e il contributo ad esso di singoli autori verrebbe citato solo quando si racconta come si è arrivati al modello attuale. Sulla terra attuale (Terra1), però, nessun psicologo considera valido qualche modello del cervello per psicologi, perché c’è un radicale rifiuto di spiegare il comportamento umano facendo riferimento al cervello (ed è tale rifiuto a spiegare perché il solo modello del cervello per psicologi disponibile è il mio). Su Terra2 le cose andranno molto diversamente perché non ci saranno più da nascondere le bugie necessariamente associate a ogni relazione negativa. Con la conseguenza che sarà ritenuto inaccettabile non fare riferimento al cervello nelle questioni di psicologia e ogni psicologo sarà tenuto, quando afferma qualcosa sul comportamento delle persone, a esplicitare quale modello del cervello per psicologi sta utilizzando. I diversi modelli saranno inevitabilmente messi a confronto tra di loro, trattando tutti di come lavora il cervello, e convergeranno rapidamente verso un modello unico, che prenderà il meglio dei diversi modelli proposti e che sarà qualcosa di vivo, cambiando ogni volta che la spiegazione di un aspetto verrà migliorata..

|<= Nota 2 – Perché si parla di interprete razionale di Michael S. Gazzaniga e non semplicemente di intreprete razionale? Perché non si parla di questo “interprete razionale” in nessun altro dei libri di neuroscienze in mio possesso, oltre che nei libri di  Michael S. Gazzaniga (il quale è però una persona autorevole, non fosse altro perché lavorava col famosissimo Roger W. Sperry, che nel 1963 ebbe il Nobel per i suoi studi sui meccanismi di stimolo e di inibizione delle cellule nervose). D’altro canto se una persona risponde alla domanda “perché hai fatto questa cosa?”, una qualche parte del suo cervello deve aver confezionato la risposta e nulla vieta di chiamarla “interprete razionale”

|<= Nota3 – Lo stato nascente dei gruppi secondo Francesco Alberoni fa parte integrante del modello P nel senso che il modello P nasce per spiegare in termini cerebrale quanto detto da Alberoni. Il fatto che il modello P sia in grado di spiegare l’amore è fortemente legato al fatto che esso viene messo a punto per spiegare l’amore, perché l’amore è definito da Alberoni come lo stato nascente a due.

|<= Nota4 – La clinica fondata sull’analisi della domanda di Renzo Carli e Rosa Maria Paniccia incontra il modello P quando tale modello è già completo, ma lo influenza profondamente lo stesso perché aggiunge alla vecchia versione la possibilità del sistema emozionale di avere un orientamento positivo o negativo. Il funzionamento emozionale negativo è dunque il contributo dell’analisi della domanda al modello P, ma è un contributo così fondamentale da portare a una terra talmente diversa da quella attuale da meritare il nome di Terra2

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