2005 – crazy in love

Ispirato a una storia vera, questo film (Peter Naess, USA 2005) uscito solo in dvd col titolo CRAZY IN LOVE (orginale MOZART E LA BALENA) ci porta insieme ad Isabelle sul pianeta degli autistici di Asperger, necessariamente vicino a Terra2 visto che loro non sanno mentire e che l’amore negativo è tutto una menzogna …(continua) (attualmente il film è visibile su Cineblog01 a questo indirizzo: https://cb01.email/crazy-in-love-2005/)


 


Cito da Wikipedia: “Crazy in Love è un commedia del 2005 diretta dal regista norvegese Petter Næss con protagonisti Josh Hartnett e Radha Mitchell che danno vita ad un rapporto romantico tra due ragazzi con la sindrome di Asperger. Il film è uscito in Italia direttamente per mercato home video. Lo sceneggiatore Ronald Bass aveva già portato al cinema il tema dell’autismo, avendo scritto la sceneggiatura di Rain Man – L’uomo della pioggia del 1988″.
Il rapporto romantico è però tra due ragazzi affetti da autismo, quello ad alta funzionalità detto autismo di Asperger per distinguerlo dall’autismo normale (detto autismo di Kanner, dove il 50% non acquisisce o acquisice molto limitatamente capacità di espressione verbale). Per cui quello che farete se mi seguirete è un viaggio molto straordinario su un pianeta molto diverso dal nostro di persone normalmente sociali: il pianeta degli autistici.
[Se v’interessa l’argomento “cosa hanno da insegnarci gli autistici”, guardate anche il film PAROLE D’AMORE su una bambina leggermente autistica (perché tra l’autismo pieno e la piena normalità sociale ci sono molte situazioni intermedie), Eliza, che vi mostrerà come si diventa donne normali sulla terra attuale (lei diventa la figlia di sua madre perdendo per sua scelta il primo premio nazionale alla gara di spelling, all’ultima lettera, pur sapendo benissimo qual’era la lettera giusta)]
Quanto a questo film, godetevi l’aspirazione di lui (Donald) ad avere una relazione coi normali, che è una bella cosa a patto che sia realizzata alle condizioni di Isabelle, ovvero coi normali che diventano sinceri e orientati al piacere (insomma positivi) come lei. Donald, invece, visto che loro, i normali, sono molti di più e padroni del mondo sul piano tecnologico e organizzativo, sarebbe anche disponibile ad essere lui a diventare come loro, sacrificando la sua tendenza a star bene (diventando insomma negativo lui). Isabelle però non ci sta e alla fine Donald si rassegna, si fa per dire, a cercare il suo star bene e se i normali lo vogliono apprezzare in versione postiva bene, se no non importa. Dopo di che Isabelle può sposarlo. E vissero felici e contenti, ma non a parole smentite continuamente dai fatti come sulla terra delle persone normali, ma a fatti, veramente e per il resto dei loro giorni.
Un film da vedere e da far vedere, su DVD perché in sala mi pare d’aver capito che non sia mai uscito in Italia.

|<= 1 – Titoli di testa (tassista con pappagallino distratto dalla radio)


Tassista (Donald, incurante del fatto che i due passeggeri cinesi parlano tra loro senza ascoltarlo): – Questo è il miglior lavoro che ho avuto. E me lo devo tenere questa volta. Mi ha licenziato la Red Taxi Company, la Check Board Company e la Green Taxi Company. Ma stavolta è diverso, me lo sento, anche se ho iniziato solo 7 giorni, 9 ore e 37 minuti fa.

  • Donald è un autistico di Asperger e come già possiamo vedere qui lui vorrebbe avere una relazione con gli altri ma non riesce ad averla e tra i motivi di questa difficoltà a me interessa evidenziare l’impossibilità degli autistici di stabilire relazioni negative per la loro incapacità di mentire e la conseguente difficoltà a stabilire relazioni personali in un mondo dove le relazioni private sono negative (a parte qualche parentesi di pseudo-positività, che però non è vera positività).
  • Donald ha capacità matematiche straordinarie essendo in grado di dire senza alcun calcolo da quanti minuti fa il nuovo lavoro, e queste capacità particolari sono frequenti negli autistici, però non vengono messe a frutto per cui si parla di idiot savant, idioti perché non raggiungono dei traguardi ma geniali in settori specifici.
  • Non raggiungono dei traguardi non per mancanza di capacità però, perché con le capacità matematiche di Donald chiunque avrebbe fatto molta strada, ma: 1) perché non se li propongono essendo in grado di star bene con quel che hanno (dandogli valore e fin qui sono come tutte le persone positive) e molto bene avendo capacità sensoriali molto maggiori che ampliano di molto il numero di cose apprezzabili a disposizione; a cui possono; 2) perché non sopportano le persone false, che essendo ovunque li costringono a barricarsi in un loro mondo molto stretto dove la falsità non è ammessa

Il pappagallino sopra il suo sedile fa un fischio.
Donald: – State tranquilli, Kiki non svolazza! Gli uccelli non provocano incidenti, semmai di solito è la radio, perché mi distrae.

  • Il rapporto tra Donald e Kiki è così buono che Donald lo porta con se sul lavoro e visto che anche gli animali come gli autistici non sono capaci di mentire appare confermato che il problema relazionale tra autistici e umani sociali è, se non del tutto almeno in parte, legato alla negatività degli umani sociali, nelle relazioni private perché in un ambiente di lavoro orientato positivamente le relazioni sono positive e quindi dovrebbero essere alla portata degli autistici che volessero averle.

La radio dice che serve un taxi ad un certo indirizzo.
Donald: – L’87 si trova tra la Quarta e Wall, arriverebbe tra 13 minuti. Il 22 e il 40 sono a sud dell’interstatale, e quindi molto più vicini alla Davenport. Dylan ha appena finito l’ultima corsa, scommetto che si è fermato allo Starbuck’s tra la Seven e Trent, perciò è praticamente all’angolo. Io visualizzo gli spostamenti di tutta la compagnia, l’unico problema è che questo un po’ mi distrae.

  • Pensare per immagini è possibile e non sappiamo quanto parte del pensiero umano è di questo tipo perché siamo coscienti solo del pensare a parole, ma un autistico è cosciente di pensare per immagine e questo tipo di pensiero ha degli svantaggi ma anche dei vantaggi, i quali potrebbero spiegare le prestazioni degli autistici in particolari compiti, nei quali il saper maneggiare coscientemente solo il pensiero verbale degli umani sociali è un grosso svantaggio.

Nonostante la frenata, Donald va a sbattere col camioncino di fiori e scende portando con se Kiki.
Donald: – Ecco, visto.
Padrone camioncino: – Ehi, ma cosa cavolo hai fatto? Ma dico, dove ce l’hai la testa? Che sei scemo? Guarda che disastro! E adesso i danni chei me li paga, eh? Amico, sto parlando con te! Rispondi almeno.
Donald (a se stesso, andando via): – Devo arrivare a casa prima del gruppo.
Padrone: – Ehi, Ehi. Non te ne andare. Vieni qui. Non vorrai mica squagliartela.

  • Anche questo lavoro è andato, per Donald, e vediamo che la colpa è del fatto che lui si diverte più a tenere a mente gli spostamenti di tutta la compagnia che a tenersi il lavoro facendolo bene, un obiettivo che ha molta importanza per gli umani sociali che a casa non hanno soddisfazioni per cui cercano di rifarsi sul lavoro e che hanno persone da mantenere economicamente ma che ha poca importanza per un Donald capace di star bene in ogni caso dando valore a quel che ha già e che deve mantenere solo qualche pappagallino
  • Il dispiacere del padrone del camioncino di fiori è causato dall’incidente e anche se la preoccupazione su chi pagherà i danni se la fa venire lui è utile che se la faccia venire perché ci sono da risolvere i problemi causati dall’incidente, mentre le offese a Donald, dal “dove ce l’hai la testa?” al “che sei scemo?”, non sono ne causate dall’incidente ne utili per risolvere il problema, anzi lo complicano aggiungendo al problema dei danni agli automezzi un problema relazionale, ed è interessante vedere come reagisce alle offese gratuite un autistico come Donald perché sulla base della nostra ipotesi lui ci mostra come dovrebbe reagire una persona disponibile solo a relazioni positive.
  • Donald reagisce andandosene immediatamente da una relazione che comincia con delle offese, e la sua reazione appare del tutto giustificata alla luce del fatto che una relazione negativa, come certamente è quella che comincia con delle offese, è sempre in perdita, e se dà qualcosa con una mano toglie di più con l’altra mano.

Donald prende dal bagagliaio del taxi i sacchetti con la spesa che aveva fatto per il gruppo e si allontana, insensibile ai due passeggeri che gli dicono “Ehi signore, non lasciare qui, non lasciare qui”, ma che non hanno alcun interesse personale a lui passando subito dopo al cercare di fermare un taxi in transito.

  • Ora i due passeggeri vorrebbero che Donald si preoccupasse di portarli a destinazione e fa piacere vedere che Donald non li ascolta affatto perché prima loro non hanno ascoltato affatto Donald.
  • Mentre Donald non mostra alcun interesse a relazionarsi né col padrone del camioncino né coi due passeggeri, dopo che entrambi hanno mostrato disprezzo nei suoi confronti sul piano personale, con questi sacchetti di una spesa che sta portando agli altri del gruppo egli si mostra molto interessato ad avere una relazione con loro, che come vedremo lo ricambiano apprezzando quello che lui fa per loro.

Donald arriva dove sono gli altri del gruppo, che appaiono strani perché ognuno continua a guardare a quello che sta facendo lui disinteressandosi agli altri. L’uomo di colore lo saluta con un “ciao Donald” ma solo perché aspettava la spesa visto che la vorrebbe tutta per se, mentre Donald la difende per non lasciare gli altri senza nulla.
Janice (quella a destra allo stesso tavolo di quella grassa): – Sei in ritardo.
Donald: – Si, ed è imperdonabile ragazzi.
Janice (senza guardarlo e senza rimprovero nel tono di voce, ma limitandosi a constatare il fatto): – Questo lo hai detto anche le ultime 5 volte. Arrivi tardi agli appuntamenti.

A questo ragazzo con lo sguardo perso nel vuoto piace far girare il frullino che ha in mano, creando un suono fastidioso per l’uomo di colore, che glielo ferma quando va a prendere la spesa e quando torna glielo leva del tutto, visto che era tornato a farlo girare.


La donna grassa (Crazy, a Janice): – Sai ho avuto un aumento all’università: 34 cents l’ora.
Janice (senza guardarla): – Non ci interessa.
Ragazzo magro davanti alla scacchiera: – Tecnicamente non è un’alluvione, ma 70 mm di pioggia in 36 ore non sono uno scherzo neanche nello Sri Lanka!
Uomo col cappello: – Ti ho detto che il mio libro è interessante, ma non è il genere che incontra. Va a capire che significa.
Quello magro: – I Los Angeles Dogers hanno rinviato solamente 16 partite in casa a causa della pioggia, quasi la metà durante il mese di aprile e nessuna a giugno.

|<= 2 – Una nuova iscritta (al gruppo di autistici tenuto insieme da Donald)


Ragazza: – Telefono ai miei genitori, vengono a prendermi alla videoteca.
Janice: – Non ci sono videoteche al parco. Tu sei un po’ confusa. Non riusciranno mai a trovarti.
Donald propone di andare al parco e offre degli spicci a chi li vuole.
Ragazza: – No, non mi troveranno mai. La gente normale perde sempre noi autistici, già è così che va.

  • Tutte le persone presenti qui sono autistici, ma non di Asperger come Donald e quindi non interessati ad alcun tipo di relazione, come vediamo dal fatto che ognuno parla per conto suo senza interagire con gli altri, dicendo al massimo che non gli interessa nulla quello che ha ascoltato.
  • A volte quello che fa uno è fastidioso per gli altri ma è un fastidio che finisce di dar fastidio appena cessa il comportamento fastidioso perché è evidente che nessuno da fastidio per far arrabbiare qualcun altro, come invece fanno le persone negative.
  • Spesso gli autistici sono decisamente belli, il che evidenzia che non sono malati ma solo diversi dagli umani sociali e pure migliori di loro in quanto per nulla inclini ne a farsi del male ne a farlo agli altri, cosa che invece fanno abbondantemente le persone impegnate in relazioni negative e uno degli effetti è quello di essere meno belle di quello che potevano essere.

Donald chiama Crazy per dirle che al parco lei deve radunare le donne mentre lui radunerà gli uomini perché vuol fare una riunione diversa, ma a metà discorso si distrae coi numeri sul display del microonde.
Crazy: – Perché devo radunare tutte le donne?
Donald: – Voglio che tutti raccontino le loro storie personali e credo che la gente sia meno timida se non c’è intorno il sesso opposto.
Poi Donald nota che c’è una nuova iscritta al gruppo, Isabelle Sorensen, e chiede a Gracy di far cominciare lei, così hanno modo di conoscerla.

Stando in disparte, sul bordo del laghetto con le anatre, Isabelle dice un “ciao” al quale risponde solo Crazy e senza alcun entusiasmo.
Isabelle (con un sorriso rivolto al gruppo): – Salve, io sono nuova. Non so proprio cosa dire.
Nessuno collabora, però, perché lei è una Asperger e cerca una relazione ma le altre no.
Isabelle (a Crazy, che appare la meno distante): – Avanti. Cerca di aiutarmi. Fammi una domanda.

Crazy: – Lo sai che il bar Baby Ruth ha preso il nome dalla figlia del presidente Grover Cleveland? Lui un tempo lavorava come boia a Buffalo, New York.
Isabelle: – No… Non distrarmi con queste balle assurde, se no vado in confusione.
C.: – Ed è stato uno dei presidenti che ha avuto figli illegittimi assieme a Thomas Jefferson e Warren G. Harding!

Isabelle (mettendosi a ridere): Ah!
Crazy (ricambiando il sorriso): – Ah!
I.: – Senti, non ci arrivo. Come hanno fatto tre uomini ad avere figli insieme? Non sono neanche vissuti nello stesso secolo.
Crazy per risposta guarda in alto.
I.: – È un mio difetto. Io… Io prendo sempre ogni cosa alla lettera.

  • Secondo il mio modello del cervello questo prendere le parole alla lettera degli autistici dipende dal fatto che parlano una lingua sola, nel senso di non dare significati diversi alle parole dette in situzioni diverse, per cui lei qui traduce l’avere figli insieme col suo significato più frequente, che però in questo caso non funziona perché Crazy sta parlando di uomini.

|<= 3 – L’incontro (con Isabelle che parla del suo stupro alle donne)


Isabelle: – Ricordo che quando ero bambina i miei genitori stavano guardando le olimpiadi alla TV. Un atleta ha battuto il record del lancio del disco e tutti erano eccitati, entusiasti. Allora ho pensato “se ci vuole così poco per attirare la loro attenzione posso farlo anch’io” e ho rotto un sacco di dischi [di musica]. Le figlie dei vicini hanno visto quello che stavo facendo e si sono messe a gridare una parola che odiavo e loro lo sapevano: mostro.


  • Questo chiamare mostro una bambina diversa da loro è una cattiveria che ha senso per le bambine sociali che si allenano fin da adesso ad essere negative da grandi, perché in una relazione negativa si infligge sofferenza al partner e a se stessi, mentre non ha alcun senso per una Isabelle in grado di stabilire solo relazioni positive, nelle quali si cerca il piacere proprio e altrui e non certo la sofferenza.

Isabelle: – Allora io ho cominciato ad abbaiare come un cane perché so farlo bene. Lei abbaia a Crazy, che le risponde stando al gioco abbaiando e sorridendo. Gli animali sono buoni, non gli si può insegnare la crudeltà. <Rivolta al gruppo> Non so, cos’altro volete che dica?


  • Isabelle, in difficoltà con la lingua a significato variabile degli umani sociali, si rifugia nella lingua dei cani e coglie l’occasione per dire che agli animali non si può insegnare la crudeltà, quella crudeltà necessaria per le relazioni negative ma che non ha senso per nessun altro animale a parte l’uomo sociale.

Nel frattempo Donald parla ai maschi del gruppo, anche se nessuno ha l’aria di ascoltarlo: – Ragazzi, è sempre bene raccontare una storia cominciando dall’inizio . Sono cresciuto in una bella casa. Quando avevo due anni i miei genitori hanno capito una cosa. Non ero esattamente il figlio che avrebbero voluto. Non ero normale.


Ragazzi in piedi a Donald che è il ragazzo seduto: – 5589 per 3972 diviso 17.
onald: – 1.305.853,411 eccetera.
I ragazzi controllano su un foglietto la correttezza della risposta, mentre un un ragazzino commenta con un “ve l’avevo detto!”
Poi i ragazzi se ne vanno, lasciando da solo il compagno di scuola ma evidentemente non compagno di giochi.

  • Non è chiaro, scrive il neurologo Oliver Sacks che si è interessato a lungo delle prestazioni eccezionali degli autistici alla fine di un caso clinico nel quale un paziente non autistico aveva acquistato capacità olfattive straordinarie poi scomparse dopo qualche mese, perché l’uomo [sociale] abbia bisogno di questa riduzione della sua capacità olfattiva, ma essa pare necessaria per essere uomini e non cani.
  • D’altro canto parlare 100 lingue se si conoscono 100 culture diverse implica necessariamente una riduzione delle prestazioni cerebrali, perché quando si parla una lingua bisogna inibire i significati usati quando si parlano le altre 99 lingue inibendo l’accesso al 99% della corteccia, per cui non appare affatto strano che il parlare una sola lingua degli autistici consenta loro di usare al 100% capacità che gli umani sociali usano all’1%

Donald: – Non si possono controllare le persone, non sono prevedibili. I numeri sono diversi, si perché ci puoi contare sempre. Chi ha la sindrome di Asperger vuole avere rapporti con gli altri. Però non siamo capaci di instaurarli.


Isabelle: – A 14 anni sono scappata di casa. Giravo il paese facendo l’autostop. Un giorno si fermò un tizio con il furgone, disse che avevo un bel sorriso. Allora io salii… E lui mi stuprò prima di arrivare alla città più vicina. Così cominciai a pensare che se avessi fatto sesso con gli uomini loro mi avrebbero voluto bene.


  • Una donna può avere una relazione con un uomo che odia le donne come l’autista che ha stuprato Isabelle solo se anche lei odia gli uomini e ha piacere a fare loro del male, ed è questo tipo di relazioni dove ci si cerca per farsi la guerra che sono fuori dalla portata degli autistici, ma strani non sono gli autistici che le rifiutano bensì i normali che le accettano.
  • Una persona autistica non è interessata a fare del male a qualcuno per averne dei vantaggi relazionali perché non è interessata alle relazioni negative e per questo Isabelle non pensava che altri fossero interessati a fare del male a lei, ma nessuna ragazza normale lo penserebbe perché pur non essendone cosciente sa benissimo che la relazione tra uomini e donne è negativa, una guerra senza esclusione di colpi per cui se fa l’autostop prima o poi uno che ci gode a farle del male lo trova di sicuro.
  • Purtroppo per Isabelle la guerra degli uomini contro le donne non si ferma accettando di farci sesso, cosa che a lei stava bene di fare senza bisogno che fossero soddisfatte molte condizioni visto che il sesso non può essere approvatorio di nuovi significati e nuovi valori se non si sta costruendo una nuova cultura e una nuova lingua, perché il sesso imposto è solo un’occasione per fare del male ad una donna e se non può offenderla imponendogli il sesso userà altri sistemi per ferirla.

Poi Crazy si mette a ridere istericamente e tutte le donne diventano agitate, per cui Donald va precipitosamente da loro, dicendo: – Sbaglio o c’è un po’ di confusione qui?
Isabelle (arrabbiata): – No, questa non è un po’ di confusione. Questa è una lite!
Donald (tendendole la mano): – Sono Donald Morton, tanto piacere!
I. (ignorando la mano di lui): – Conosci la differenza tra confusione e lite o sei deficiente come quella?
D. (continuando a tenderle la mano): – Alcune sono meno intelligenti di altre, però non è bello insultarle!
I.: – Non trattarle con sufficienza, non sono più pazze di me!
Crazy (ridendo): – Invece si.

Donald (convenuto che non è confusione ma discordia): – È bello il tuo maglione.
Isabelle (calmandosi): – Senti, questa è la prima volta che partecipo alle vostre riunioni! Ho donato a queste donne una confessione dal profondo del cuore perché ne hanno bisogno!
D.: – Così è tutta una questione di autostima.
I.: – Tu non sai neanche cos’è l’autostima, Donald Duck. Perché raccontare la storia della tua vita se parli solo della parte bella?
D.: – Donald Morton.
I. (pestando i piedi): – Tu non stai a sentirmi!
D. (gridando per farsi sentire): – No, è che non so mai cosa dire.
I. (scoppiando in una risata lunga quanto felice): – Neanche io! Bella coppia siamo, eh? I. (tornata seria): – Che ci sto a fare qui?
D.: – Per non sentirsi soli.

  • Benvenuti sul pianeta dove le emozioni spiacevoli cessano non appena cessa la causa esterna che le ha generate, perché un autistico non ha interesse a litigare non essendo interessato a relazioni basate sul conflitto e preferisce regalarsi un piacere invece che una sofferenza appena le condizioni esterne glielo permettono.
  • Godetevi la sincerità emozionale di Isabelle e Donald, perché una sincerità così integrale non la vedrete mai sulla terra attuale tra persone normali, nemmeno quando sono impegnate in relazioni positive e dunque sincere, perché ogni persona sa che poi a casa l’aspetta una relazione negativa e non è il caso che ci sia troppa distanza tra il suo comportamento in due momenti diversi della stessa giornata

|<= 4 – Stessa sindrome (lei è un’asperger come Donald e si piacciono molto)


Donald vive coi suoi pappagallini, in un appartamento non precisamente ordinato e pulito, ed è a loro che racconta il suo incontro: – Si chiama Isabelle Sorensen. Ha 16 lettere nel nome e nel cognome, io ne ho 12 nei miei, porterà fortuna. Poi infornando qualcosa nel microonde: – Ah, 322. È un altro buon segno. È il numero dei giorni che lei ha più di me diviso 3. Quindi è più vecchia di me di 966 giorni. Perciò siamo nati tutte e due di giovedì, però non lo stesso giovedì. Sono ossessionato da qualcosa di bello, tanto per cambiare. Poi Donald le telefona, ma quando lei dice “pronto” lui riattacca.

  • I pappagallini non capiscono le parole di Donald, ma capiscano il non verbale che si accompagna ad esse e non è detto che non sia altrettanto ricco di informazioni

Isabelle: – Veramente non so nemmeno perché mi sono arrabbiata tanto. Vado in collera per niente. Comunque lui mi ha risposto per le rime, forte, eh? E poi ha detto che non sa mai cosa dire. I. (alla donna a cui sta facendo i capelli) Conosci un uomo che lo ammetterebbe? Anche lui è autistico. Te l’ho detto che è alto?
I. (a un coniglio che sta rovesciando le bottigliette sul carrello degli attrezzi da parruchiera) Smettila Bongo.

  • Notare che Isabelle non mostra di avere alcun problema relazionale sul lavoro, dove c’è uno scopo da raggiungere per cui le relazioni sono positive, anche se il coniglio con tutta la sua buona volontà di non disturbare qualche problemino al suo lavoro può crearlo quando decide di esplorare il territorio introno a se.

Gregory: – Sono stato il primo ad unirmi al gruppo creato da Donald. Lui ha la sindrome di Asperger.
Isabelle: – Mi hanno detto che è un mago con i numeri. È vero?
G.: – Si, è molto bravo, ma anch’io sono bravo nel mio campo.
I.: – Davvero? Che cosa fai?
G.: – Io sono uno scrittore.
I.: – Uno scrittore?
G.: – Si, ma non devi leggere quello che scrivo. Alle donne fa schifo. Dicono che è puerile, sessualmente immaturo e perverso.
I.: – Uhhh, mettimi alla prova!

Poi Isabelle si gira sorridendo verso Donald, che la stava guardando ma smette di farlo quando lo guarda lei, dopo di che lei si fa seria, prima di tornare a guardare Gregory.
I. (a Gregory): – Ma tu hai mai fatto veramente sesso?
Gregory preferisce non rispondere e si allontana da lei, infastidito da quella domanda.

Donald: – Che cosa le hai detto?
Gregory: – Che sono uno scrittore ma che alle donne le mie opere fanno schifo!
D.: – E lei cosa ha detto?
G.: – Mettimi alla prova.
D.: – Quadra.
G.: – Verrà con me alla festa di Halloween.
D. (dopo un po’): – Fantastico! Come ti vestirai?
G.: – Con il costume di Batman, sai rappresenta la decadenza della cultura popolare odierna.
D.: – Ah si. E lei come si veste?
G.: – A chi importa?
D.: – A me.
G.: – Chiediglielo.
D.: – Le chiedo come si vestirà?
G.: – Chiedile se verrà con me. Io non ne ho avuto il coraggio.
D.: – Non so se lo posso fare.
G.: – Avete ambedue la sindrome di Asperger, parlate la stessa lingua e provate le stesse emozioni. Quando parlo io faccio saltare i nervi a tutti, perfino a te.

|<= 5 – Allo zoo (lei “parla” col Mandrillo a gesti e adora le manie matematiche di lui)


Isabelle: – Sai, mi dispiace molto per l’altro giorno.
Nessuna reazione da parte della ragazza. Poi l’uomo di colore prende il biscotto della ragazza con un aggressivo “dammelo”, dicendole che non deve mangiare i suoi biscotti.
Isabelle: – Non fare il prepotente, i biscotti sono di tutti. E adesso datti una calmata, sta’ buono.
L’altro si agita invece, ma Donald lo calma mostrandogli un altro biscotto che dà alla ragazza, chiedendole di metterlo via.

Isabelle: – Ciao Donald. Ti ricordi di me?
Donald: – Si.
I. (sorridendo): – Bene. Sai cosa mi ha detto di te Gregory.
D.: – Che sono bravo coi numeri.
I.: – Mi hai rovinato la sorpresa.
D.: – Prendo tutto alla lettera.
I.: – beh, anch’io.
Lui racconta di quando suo padre alla stazione chiese quanta gente c’era e lui rispose che erano 431. Isabelle ride di cuore.
Donald: – Scherzavo, non potrei mai ricordare una cosa stupida come questa.
Lei dice che deve andare a dare da mangiare ai suoi animali.
D.: – Devo dirti una cosa importante.
I.: – Sei libero domani a pranzo?
D.: – Si. I. (sorridendo felice): – Bene

Lezione di comunicazione non verbale tra Isabelle e il mandrillo, che si intendono benissimo. Non è riassumibile a parole e dunque se volete vederla cercate la scena nel film. Intanto notiamo che tutti gli spettatori si divertono moltissimo a vedere Isabelle “parlare”, tra virgolette, col mandrillo e nessuno di loro si meraviglia affatto che si possa parlare a gesti con un’altra specie.

  • Non so quanto veicoli la comunicazione non verbale, negli umani sociali come negli autistici, ma di sicuro veicola l’interesse e il segno della relazione a cui si è interessati, per cui fin dal primo incontro Isabelle sa che Donald è interessato a lei e che cerca una relazione positiva
  • La comunicazione non verbale usata continuamente senza esserne coscienti spiega anche il mistero di un uso del segno relazionale che dobbiamo necessariamente fare in ogni momento, per non fraintendere completamente il senso di quello che fanno gli altri e anche di quello che facciamo noi stessi, ma del quale non siamo coscienti, negando coscientemente l’esistenza delle relazioni negative da ben 5 mila anni.
  • Infine notiamo che usando la comunicazione non verbale sia Donald che Isabelle sanno perfettamente di non avere nessuna possibilità di relazioni personali stabili con gli umani sociali, vedendo perfettamente quanto sono negativi e quanto loro sono allergici in qualità di autistici a quella cattiveria, ma Isabelle l’ha chiamata crudeltà, necessaria per accettare relazioni negative.

Donald: – Sai, il mandrillo passa due ore al giorno a fare colazione, perciò se ci pensi passa 2.628.000 secondi l’anno a fare colazione, Gli restano soltanto 28.908.000 secondi l’anno per fare tutto il resto.
Isabelle sorride con tutto il suo volto, esprimendo una gioia tanto profonda quanto serena.
D.: Comunuque non parlo sempre di numeri, se voglio so controllarmi.
Isabelle: – Non smettere. Non devi smettere mai, lo adoro!
D.: – Ah! Tanto non ce la farei.
I.: – Questo lo so, le manie ce l’ho anch’io. Siamo autistici! Io ad esempio non sopporto i rumori metallici. Quando li sento vado fuori di testa.

|<= 6 – Mozart e la balena (tra i pappagallini lei invita lui alla festa di Halloween)


Isabelle (entrando allo zoo, tra vegetazione rigogliosa e tranquilli pappagalli): – Ho capito tanto tempo fa che non riesco ad evitare di scioccare le persone, perciò non ci provo nemmeno! Tanto a che serve? Dico sempre quello che penso. Non perché sia un bene, ma perché non posso farne a meno.

  • Si, la verità che un autistico non riesce a tacere è decisamente scioccante su una terra negativa in amore, ma non sarebbe affatto scioccante sul pianeta dove l’amore è positivo perché qui i fatti si accordano alle parole.

L’altro giorno al parco devo aver mandato tutte in paranoia! Spero che un giorno mi perdoneranno.
Donald: – Per quello che hai detto dello stupro? (Isabelle si ferma di botto, stupita da quelle parole). Lo stupro è una cosa terribile, spaventosa! È crudele.

  • Benvenuti sul pianeta dove nessun uomo si sognerebbe mai di stuprare una donna, pianeta autismo, mentre sulla terra attuale lo si sogna ogni volta che si è arrabbiati con le donne, ovvero quasi sempre.

Isabelle: – Hai avuto coraggio a parlarne al primo appuntamento!
Donald: – Non direi…
I. (sorridendo felice): – No! È così! È così! È così! Perché tu sei attratto da me. Vuoi fare una buona impressione. E… il coraggio fa sempre una buona impressione.
Donald si gira dall’altra parte.
I. (accarezzando un pappagallo, che gradisce la sia mano): – Gli uccelli a casa mia li lascio liberi.
D.: – Anch’io.
I.: – Vogliono sfrattarmi, hanno la fobia per le cacche degli animali.
D.: – Che peccato.
Lei dice che dovrebbero tornare di notte per liberare tutti gli animali e si avvicina a lui quasi cercando un bacio, poi si alza dicendo che scherzava

Isabelle (sorridente e leggera): – Allora? Avanti! Devi dirmi una cosa, te lo ricordi?
Donald: – Il mio amico Gregory vuole portarti alla festa di Halloween.
I.: – Tutto qui?
D.: – Io non vado mai alla festa di Halloween, perciò… I miei amici si mascherano per nascondere chi sono veramente.
I.: – È triste ma comprensibile.
D.: – Ho un costume anch’io, a casa. In realtà io mi sento così, ma nessuno lo sa.
I.: – Tu mi porti alla festa. E ti metti il tuo costume. Sai per me sarebbe un grande onore. Anzi no, non andiamo alla festa, ci vediamo al centro commerciale. Saranno tutti mascherati, non ci noteranno neanche. È questo che io amo di Halloween.

  • Non ci voleva un genio per capire che Donald desiderava tantissimo portarla alla festa, ma ci voleva una donna positiva per essere lei a prendere l’iniziativa di farsi portare alla festa perché una negativa avrebbe nascosto il piacere che le faceva il desiderio di Donald per non dare un piacere a lui.
  • Gli umani sociali hanno bisogno di mascherarsi per sentirsi liberi di cercare il piacere una volta all’anno, da noi a Carnevale e da loro ad Halloween, e anche questo è molto triste e molto comprensibile, su un pianeta dove cercare il piacere è proibitissimo nelle relazioni private.
  • Quello che Isabelle ama di Halloween, il suo “non ci noteranno” ovvero non vedranno la nostra diversità, è spiegabile col fatto che gli umani sociali quando si mascherano diventano anche loro sinceri e orientati al piacere quanto lo sono tutto l’anno loro, gli autistici, per cui quel giorno sono gli altri a venire sul pianeta degli autistici, a farsi uguali a loro.

Donald si prepara per uscire ma poi non esce e lei lo aspetta invano, vestita da Mozart perché la musica è per lei quello che la matematica è per Donald. Donald: – Pazzesco, mi sono preparato per 9 ore e 23 minuti. Sai una cosa? A questo punto è meglio che non ci vada affatto. Ormai se ne sarà andata! E se è rimasta lì ad aspettarmi sarà furibonda! E non saprò cosa dire. E sto male quando non so cosa dire. Si, forse è meglio che non ci vada.
Suona il campanello della porta.

|<= 7 – Il primo bacio (dato da lei-Mozart a lui-Balena dopo una bella serata insieme)


Isabelle: – Bel costume, da balena.
Lei saluta con un inchino.
Donald: – Il Dott. Mozart, presumo.
I.: – Mozart non era un dottore! Lei fischietta un motivo di Mozart. Sinfonia 40 in sol minore, tutta sensi, passione e trascendenza.
D.: – Come te!
I.: – Grazie.
D.: – 63 minuti di ritardo, comunque stavo per uscire, ma…

Isabelle (sorridente e per nulla offesa). – Ma ti è venuta una crisi di panico! Andiamo!

  • Questo sorriso sereno di lei venuta ad aiutare lui a superare una difficoltà è di una bellezza non di questo mondo, dove il partner non ti aiuta a superare le difficoltà che hai ma ad averle qualora non ce le avessi già di tuo.
  • Lei non ha alcun motivo di essere arrabbiata perché sul pianeta degli autistici è escluso a priori che Donald facesse tardi per farla arrabbiare con un atto di disprezzo voluto, mentre sul nostro pianeta questa è la regola e farsi aspettare per difficoltà oggettive è l’eccezione.

Isabelle: – Allora è così che sei veramente?
Donald: – Si.
I.: – Accidenti, è forte!
Mentre Isabelle gioca e scherza con la balena, una signora di passaggio ride anche lei.
I.: – Perché ridi, scemetta? Almeno il mio ragazzo è vegetariano!
D. (fermandosi): – Tu hai un ragazzo?
I.: – No, scherzavo. Sei tu il vegetariano, perché sei una balena.
D.: – Le balene non sono vegetariane, mangiano krill.
I.: – Mi spieghi perché?
D.: – Perché sono piccoli gamberi.
I.: – No, perché sei una balena?

Donald: – Per tante ragioni.
Isabelle: – Dimmene sei.
D.: – La prima è che sono molto grandi.
I.: – Questo è vero. E poi.
D.: – Per tutta la vita mi sono sentito emarginato. Si, guardavo la sfilata che passava. Ma quando sei una balena, sei tu la sfilata.
I.: – Scommetto che sai tutto sulle balene. Dai, raccontami.
D.: – È una storia molto lunga.
I.: – L’ultimo autobus passa tra due ore, 47 minuti e 3, no 2, 1 secondo. Svelto, raccontami.

Isabelle (avendo visto che sta arrivando l’autobus): – Così questo è il nostro primo bacio, ma senza lingua. <Non riuscendo ad arrivarci> Dai, togliti questo coso, ora non ti serve più.
Donald: – Non mi ricordo cosa porto sotto.
I. (tirando giù la lampo): – Be’, fammi vedere.
Sulla T-shirt è scritto: “SOTTO QUESTA T-SHIRT VIVE UNA DONNA BELLISSIMA”.
I.: – Carina
D.: – Oh, l’hanno scambiata in lavanderia.
L’autista suona il clacson.
I.: – C’ho ripensato, meglio un bacio con la lingua!

  • Anche se un bacio tra due soggetti autistici non è così importante come un bacio tra due soggetti normali perché due autistici parlano già la stessa lingua, possiamo dire che questo bacio sancisce un pomeriggio insieme andato bene e che un incontro a due finisce sempre bene quando entrambi puntano a stare bene, come sicuramente fanno due autistici.

|<= 8- Al luna park (lei è sconvolta dal rumore degli anelli tirati da lui sulle bottiglie)


Isabelle ascolta Mozart, scrive musica e dipinge, in compagnia di Bongo il coniglio e del pappagallino che non se ne vuole andare dal suo braccio. Squilla il telefono e parte il messaggio della segreteria telefonica: “I messaggi lunghi verranno allegramente ignorati, perciò risparmiate il fiato”.
Voce di Donald: – Sono Donald Morton. È il mio ottavo messaggio. (I.: – Minimo!) Scusami se ti ho chiamato tante volte, ma non mi hai detto quando potevo chiamarti. Non ti disturberò più (I.: – L’hai detto anche l’ultima volta). Volevo dirti di nuovo che ieri ho passato una bellissima serata e che capisco se non vuoi più vedermi

  • Per capire il piacere che prova qui Isabelle bisogna fare uno sforzo di fantasia, prendendo il piacere di una persona normale di fare una cosa che gli va di fare, moltiplicandolo per 4 perché lei si concede 4 piaceri contemporanei e poi moltiplicandolo per un fattore di almeno 100, forse 1000, perché di altrettanto i sensi di una persona autistica sono più capaci di discriminazione rispetto a quelli di una persona di normale socialità.
  • Per una persona normale concedersi il piacere dei sensi significa fare sesso o fare un pasto di soddisfazione, che sono piaceri concentrati in pochi minuti, mentre un autistico ricava continuamente piacere dai suoi sensi, perché percepiscono molto di più e perché lui apprezza quello che percepisce non avendo alcun interesse ad un disprezzo utile solo nelle relazioni negative
  • L’obiettivo dell’amore positivo è accostarsi il più possibile al piacere dei sensi integrale di una persona autistica, essendo coscienti che non arriverà mai ad eguagliare quello provato da Isabelle ma anche che lascia enormemente indietro i piaceri concentrati, che sono gli unici disponibili nelle relazioni negative

Alla prospettiva di non vederlo più Isabelle si fa seria e mentre lui dice “…ma io ricorderò sempre i momenti passati con te” lei si precipita a rispondere.
Isabelle: – Donald Duck.
Donald: – Ah, sei in casa?
I.: – Eh, ciao. Non sapevo cosa dire, per questo non rispondevo. Non so come potrebbe finire tra noi due.
D.: – Andiamo al Luna Park. Lei ride felice e capiamo che è un si, molto volentieri.

Sulla grande ruota Iei si diverte, mentre lui soffre.
Donald: – Quando voglio scomporre un numero in fattori primi, io per cominciare lo visualizzo, ce l’ho davanti agli occhi. Scegli un numero.
Isabelle: – 589.
D.: – Cerco i numeri primi. Il 3 non va bene (va in frantumi toccando il 589), il 5 nemmeno, come il 7 e l’11. Il 19 invece resiste all’urto e manda in frantumi il 589, rivelando il 31 che era nascosto dentro ad esso.
I. (ridendo felice): – Il tuo procedimento è molto sensuale.
D.: – Come i numeri primi.
I.: – Tu mi piaci. Sei così intelligente. Sei forte.

Donald: – Sai qual è il segreto di questo gioco? Guarda. Devi… Li devi solo lanciare tutti insieme. Così.
Lei si rende conto che quello che faranno è il suono metallico che la manda fuori di testa e cerca di fermarlo con un disperato “No! Non farlo”, ma lui non la sente e lancia gli anellini tutti insieme.

Isabelle si tappa le orecchie urlando “Basta! Smettila!”, poi si accascia a terra e comincia a dondolare, circondata dai curiosi.
Donald: – Ehi, calmati. Va tutto bene. Abbiamo vinto il panda, ho infilato quattro anelli!
Isabelle (con voce ancora tremante per la violenta emozione): – Possiamo andare a casa?
D.: – Certo!
  • Sentire il 100% del molto che portano dentro i sensi genera facilmente un sovraccarico di sensazioni percepite in un mondo dove il livello sonoro è scelto da persone che sentono un centesimo o forse un millesimo di quanto arriva dai sensi.
  • La grande differenza è che il problema creato da Donald a Isabelle è involontario e non succederà una seconda volta, mentre quelli creati dalle persone negative sono voluti e ripetuti all’infinito, cambiando il modo di somministrarli di quel tanto che serve per nascondere che si insiste a dare fastidio.

|<= 9 – Una notte insieme (“il sesso è la cosa più bella, dopo le radici quadrate”)


I pappagallini ci mettono pochi secondi a considerare Isabelle una di loro.
Nella casa di Donald c’è molto disordine, poca pulizia e l’odore non deve essere dei migliori, visto che lei dice: – Hai detto che tua madre è morta. Ma l’hai seppellita?
Donald: – Ti va di mangiare?
Isabelle (ridendo): – Hai qualcosa di commestibile nel frigo?
Lui va verso il frigo.
I.: – Perché non facciamo sesso?
Lui si ferma, rimanendo in silenzio.
I.: – Mi dispiace, forse ti ho messo in imbarazzo.
D.: – La verità è che io non lo faccio da molto, molto tempo.
I.: – Si… Questo lo avevo intuito. Ma il sesso è una cosa fantastica. La più divertente dopo le radici quadrate..

  • I pappagallini ci mettono un secondo a riconoscere dal non verbale di Isabelle che possono fidarsi di lei come di Donald e lo stesso tempo ci mettiamo tutti noi a vedere, sempre dal non verbale, se l’altro ha intenzioni ostili o amichevoli nei nostri confronti.
  • C’è modo e modo di dire a qualcuno che potrebbe fare più di quello che fa e il modo usato qui da Isabelle per dissentire sulla poca pulizia della casa di Donald senza ferirlo è tanto bello quanto efficace, perché se vuoi che l’altra persona faccia qualcosa di più o di diverso devi creare un bel clima emozionale anche quando le rimproveri qualcosa, dal momento che il piacere stimola il fare mentre la sofferenza lo inibisce.
  • Il sesso come piacere dei sensi, perché questo è il sesso che non approva nessuna nuova cultura condivisa come quello tra due autistici che nuove culture non possono acquisirle, è una bella esperienza sensoriale anche per noi normali, figuriamoci per loro che hanno sensi potenziati, quando non è inquinato da cattive intenzioni come succede spesso nel sesso tra i normali.

Donald: – Avrai avuto uomini più attraenti di me.
Isabelle: – Vuoi scherzare? Ma se sei meraviglioso! E comunque l’attrazione sfugge alle regole. Non sono… mai stata con uno come te.
D.: – Per l’igiene intendi?
I.: – Sai quanti mi avrebbero portata a casa dopo quella scena al luna park?
D.: – Parecchi.
I.: – Ma non sarebbero stati li la mattina.
D.: – Io ci sarà domattina, vivo qui.
I.: – Apri un varco per arrivare in camera?
D.: – Si.
I.: – Allora ci andiamo?
D.: – Adesso?
I. (aprendosi ad un bel sorriso): – Si.

  • Mi correggo, questo sesso per la prima volta con uno come te è approvatorio di una cultura condivisa, quella che loro condividono in quanto autistici di Asperger, quindi va molto oltre l’esperienza sensoriale.

Donald: – Sai che nella giungla ci sono elefanti che hanno la proboscide più lunga e altri più corta?
Isabelle: – Non importa quanto è lunga la proboscide di un elefante, purché la sappia usare bene. Non devi aver paura di deludermi. Perché comunque tu sia, sei esattamente quello che voglio.
Donald va verso di lei con la parte morbida della sua mano e lei va verso di lui con la testa, mentre i pappagallini stanno a guardare un incontro che dai movimenti lenti e delicati promette di essere molto sereno.

|<= 10 – I ragazzi del centro (agitati perché Donald non rispetta le abitudini)


Svegliandosi Donald non trova Isabelle e la prende male.
Donald (ai pappagallini): – Sapete, ero arrabbiato perché non ha lasciato neanche un biglietto. Poi ho capito che è stata gentile. È una persona dolce, non voleva ferire i miei sentimenti. Meno dici meglio è, vi pare? Eh? E adesso basta, non pensiamoci più. Lasciamo stare. Insomma, ha detto tante belle cose ma non pensava veramente, voleva rassicurarmi. Cosa poteva dire? Che sono stato un disastro?

Lei rientra dicendo che doveva dar da mangiare ai suoi animali.
Isabelle: – Sai cosa dovremmo fare oggi? Comprarti un bel vestito.
Donald: – Certo.
I. (guardando il coniglio): – Lui è il mio miglior amico, Bongo. Di’ ciao!
D.: – Stavo lavando i piatti.
I.: – Forte.
D. (sorridendo): – Forte…

Al gruppo aspettano Donald con impazienza. Isabelle bussa allegramente sul vetro.
Janice: – Dov’eri finito?
Gregory: – Ho pensato che tutti dovessero sapere la verità sul tuo voltafaccia. Io credo nella verità.
Janice: – Di’ un po’, hai dormito con lui?
D.: – È una domanda personale.
Isabelle: – Certo! Cos’è non vi sta bene?
J.: – Non ti ha annoiato coi suoi numeri? Se li è cambiati i calzini? Ha un pisello bello grosso?
I.: – No, no e sì!
J.: – Donald puoi portarmi al cinema domenica alle 5?
Donald: – Domenica starò con Isabelle. Mi dispiace.

Gregory: – Questo è un classico! Un tradimento vergognoso, molto comune in letteratura.
Isabelle (sorridente): – E nella vita!
I. (dopo essere andata da Gregory e averlo salutato con un buffetto sulle guance): – Ehi, è bello rivederti Gregory.
G. (dopo averla annusata): – È bello sentire il tuo odore.

  • Intanto escludiamo che gli altri siano gelosi della relazione tra Donald e Isabelle, perché sono autistici classici e quindi non interessati alle relazione, per cui la loro ostilità deriva dal turbamento che la novità ha portato in un ordine che è importantissimo per un autistico.
  • Poi notiamo che Isabelle è interessata agli altri oggi anche più di ieri, perché ha una relazione positiva e questa non esclude gli altri come quella possessiva ma li porta dentro. Perché ha di più da dare a loro e quindi chiede di più anche a loro (non per nulla l’altro nome della relazione positiva è relazione di scambio, in quanto ci si scambia favori e ci si dà piacere a vicenda)
  • Anche gli odori parlano, di più se si ha il naso di un autistico ma parlano comunque, e l’odore di Isabelle deve dire che lei oggi è proprio felice.

Donald vorrebbe condividere col gruppo quello che prova, ma Gregory dice che le sue sono molestie sessuali.
Isabelle ride.
Donald: – È un’accusa molto grave.
Gregory: – Hai usato la tua posizione per estorcere favori sessuali. Dovremmo sostituirti. Mia sorella è avvocato.
Isabelle: – Grgory, io e Donald vogliamo solo conoscerci meglio.
G.: – Allora puoi uscire ancora con me?
I.: – Adesso voglio uscire con Donald.
G.: – Esci con me quando ti stanchi di lui!

|<= 11 – Panico (di lui dopo che Isabelle ha pultito e messo ordine a casa sua)


All’insaputa di Donald, Isabelle mette ordine e pulisce l’appartamento di lui, che nel frattempo compra degli iris per lei.

Al rientro Donald guarda con orrore l’appartamento pulito e sconvolto va a chiamare Isabelle che è a dormire nel suo letto.
Donald: – Cos’hai fatto? Dov’è la mia roba? Dov’è finita?
Isabelle: – È tutta qui ma ora è in ordine. Credevo ti facesse piacere. Ora so io dove sono tutte le cose. Perciò sii carino con me, o mi porterò il segreto nella tomba.
D. (urlando): – Dov’è la tenda della doccia, eh?
I.: – Ah, l’ho buttata.
D.: – Ma perché? Lei dice che era roba da prendersi il tetano.
D.: – Era mia. Era tutta roba mia, non avevi nessun diritto di farlo. Tu hai rubato la mia vita.

  • Per ogni persona, normale o autistica che sia, l’ambiente personale è una estensione del corpo, che a sua volta è una estensione del cervello, e l’assetto scelto per gli ambienti dei quali si ha il controllo insieme all’assetto scelto per il proprio corpo contengono l’assetto emozionale di base, quel valore medio attorno al quale avvengono le variazioni emozionali dovute a cause esterne]
  • L’assetto degli ambienti personali è quindi importante per tutti, ma lo è molto di più per un autistico che, avendo molti meno rapporti con le persone ha molti più rapporti con le cose intorno a lui
  • Sul momento, col nuovo assetto della sua casa scelto da Isabelle e diverso da quello scelto da Donald, a lui non torna più nulla per cui va fisicamente fuori di testa sul piano emozionale, e a seguire sul piano razionale che comincia il suo lavoro solo dopo che quello emozionale ha completato il suo.
  • Il nuovo assetto emozionale è come una traslazione dell’asse x che altera i valori y di tutti gli oggetti in campo, ovvero di tutte le situazioni emozionali riconosciute dal cervello di Donald, ed adattarsi ad esso è possibile ma oneroso dovendo riconoscere una situazione che oggi provoca una data emozione y1’ come la stessa situazione che ieri provocava l’emozione y1

|<= 12 – Pace fatta (dopo le scuse di lui nel negozio dove lei fa la parrucchiera)


Per cercare di calmarsi Donald va nel parcheggio sotto a casa sua, portando con se la nuova tenda simbolo del nuovo assetto che prima sbatte in terra ma poi raccoglie, e si mette a fare complicati calcoli matematici sui numeri di targa delle auto in sosta. Arriva un’auto che deve fare una brusca frenata per non investirlo.
Autista: – Ehi, vuoi farti ammazzare?
Donald: – Magari più tardi!
Poi Donald parla con un barbone, che capisce il suo sconvolgimento per aver perso la sua donna ma non quello per aver perso la sua vecchia tenda della doccia.

Isabelle è tornata a vivere a casa sua.
Segreteria telefonica: – SMETTI DI CHIAMARMI!
Voce di Donald: – Ciao. Questo è il mio 14-esimo messaggio. E senza offesa dovresti cambiare il tuo messaggio registrato, nel caso chiamasse il tuo capo. A parte gli scherzi, ora sto bene. E mi dispiace di averti rovinato la serata.
Isabelle per calmarsi dondola su un cavallino per bambini.
D.: – Mi dispiace molto, veramente. Giuro che non succederà mai più. Al diavolo la tenda della doccia!

Donald va a cercare Isabelle sul lavoro e aspetta a lungo che lei gli rivolga la parola con un “Ciao”, al quale risponde con un “Scusa”.
Isabelle (scoppiando in un sorriso e facendo un salto di gioia): – Ehi gente, lui è il mio ragazzo. Donald Morton.
Parrucchiera: – Ah, quello della tenda.

Isabelle presenta tutte le persone che lavorano lì, abbracciando la sua “maestra”, poi dice che il vestito l’ha comprato lei, “era anche in saldo”, e mostra di avere una gran voglia di baciarlo. Poi lei prende la mano di lui.

|<= 13 – Una vita insieme (lei gli trova un lavoro e vanno a vivere in una casa loro)


Isabelle corre tirandosi dietro Donald mentre lo porta a vedere il posto più bello che conosce, al quale si accede da questa scaletta di fortuna.

Donald: – È bello questo posto. È spazioso e pieno di luce!
Isabelle: – Sai qual è uno dei motivi per cui ho pulito il tuo appartamento? Così ora possiamo invitare i nostri amici.
D.: – Non abbiamo amici da invitare. Mai avuti.
I.: – Già, e vuoi sapere perché?
D.: – Meglio di no.
I.: – Questo è il posto più tranquillo, il più bello che conosco.
D.: – Si.
I.: – E non lo vuole più nessuno, così lo hanno lasciato a me. A noi! Questo è un posto speciale! Ed è solo nostro!

  • Il motivo per cui Donald non ha amici è che lui vorrebbe avere relazioni con le persone normali ma lui è necessariamente positivo e gli altri sono tanto invischiati con le relazioni negative da essere poco positivi anche nelle relazioni positive. Isabelle invece, aiutata dal fatto che alle donne ci si avvicina con la disponibilità a diventare come loro ci vogliono, aspetta di incontrare persone uguali a lei per chiedere loro una relazione, ma anche lei resterebbe da sola senza Donald perché ben poche persone normali riescono a essere per tempi lunghi così positive come le vorrebbe lei]

Isabelle: – Ma a noi sai cosa serve? Una piccola casa con il giardino. Così possiamo piantare i fiori, sederci al fresco e baciarci sotto le stelle.
Donald: – Si.
I.: – Il cielo è molto importante per me, e perciò ho trovato una casa col giardino. E l’affitto non ci costerà più di quello che già paghiamo per i nostri due appartamenti.

Donald: – Mi hanno licenziato, ricordi?
Isabelle: – La dottoressa Jeffries, la mia psichiatra, lavora all’università. Io le ho detto come hai organizzato il tuo gruppo di persone sole, che tutti gli altri ignorano.
D.: – L’ho fatto perché ero solo anch’io.
I.: – Le ho raccontato anche quanto ti preoccupi per loro e quanto loro ti vogliano bene. Perché questo è il vero lavoro della tua vita, ma nessuno ti paga. Le ho chiesto se può trovarti un impiego all’università che ti permetta di portare avanti questa attività preziosa.
D. (con tono di voce sconvolto): – Cosa hai fatto?
I.(saltando di gioia): – E lei ha detto si! Si! Si!

Isabelle gli dice che se vuol farla felice veramente dovrebbe andare a sentire di questo lavoro.
Dirigente dei servizi amministrativi del centro medico: – A quanto pare lei è un genio per la matematica.
Donald: – Chi l’ha detto?
Dirigente: – La dott.ssa Jeffries mi ha suggerito di chiamare Isabelle Sorensen. Spero non le dispiaccia.
D.: – Si, è colpa sua se ora mi trovo qui.
Dirigente: – Dopo quello che mi ha detto Isabelle e considerando i suoi eccellenti risultati al college, mi chiedo come mai fa il tassista per vivere.

Donald (sempre guardando altrove): – Al colloquio con l’IBM, dopo aver preso la laurea, mi hanno chiesto quali fossero i miei obbiettivi. Io ho detto “lavorare da McDonald’s per 20 dollari e 2 cheesburger con patatine fritte al giorno.
Dirigente: – E loro almeno hanno riso?

D.: Hanno detto che mi avrebbero chiamato. Spariti.


  • Attenzione, perché si può capire molto di come è andata sulla terra degli umani sociali negativi in amore da come è andato questo colloquio di Donald coi dirigenti dell’IBM, che non lo hanno assunto nonostante le sue evidenti capacità perché lui era pochissimo interessato a raggiungere obbiettivi sul lavoro.
  • Donald è in grado di ricavare molta felicità da ogni cosa che fa, come ogni persona impegnata in relazione positive e anche molto di più vista l’intensità dei piaceri sensoriali prodotti dai suoi sensi molto più sensibili dei nostri, dopo di che non ha motivo per fare grandi cose essendo già felice con le piccole cose di ogni giorno.
  • Il problema non è di Donald ma del mondo esterno, per fare più bello il quale una persona già felice lavora poco o nulla, dopo di che l’IBM giustamente non lo assume, preferendogli le persone infelici a casa perché impegnate in relazioni negative, le quali hanno forti motivazioni al raggiungere soddisfazioni sul lavoro per dimenticare la cronica infelicità domestica.

Dirigente: – Sig. Morton, dirigo i servizi amministrativi del centro medico. Il suo profilo è perfetto perché noi vogliamo dare delle opportunità a persone con necessità particolari.
Donald: – Dica autostiche, so di esserlo.
Dirigente: – Touché! Il suo lavoro consisterà nel controllare dati statistici e trovare incongruenze. Dovrà dirmi dove il computer ha sbagliato, lei può farlo, vero?
D.: – Ah, Certo.
Dirigente: – Io no, e neanche tutte le persone che conosco, mi creda. Perciò, benvenuto tra noi.
Il dirigente si alza e gli tende la mano, ma Donald lo ignora.

Un taxi porta Donald e una Isabelle raggiante alla casetta trovata da lei. Poi li vediamo portare le loro cose, compresa la balena.

Vediamo lei dipingere e qui Donald che non si limita a guardare il quadro di Isabelle, ma lo ascolta (sinestesia, ovvero l’arrivo da un senso provoca effetti anche sugli altri sensi)

Isabelle prende due lattine vuote abbandonate e il cartone che le conteneva per buttarli, ma poi si ferma pensando che potrebbero mancare a Donald che le aveva lasciate lì, per cui torna indietro e rimette al loro posto il cartone e le lattine.

  • Sono gesti come questo che mancano anche nelle relazioni negative migliori, dove si fanno servizi anche importanti all’altra persona, ma smentendoli poi con una serie infinita di piccoli gesti di segno contrario, che sfuggono alla percezione cosciente ma non alla percezione del sistema emozionale, che a fine giornata si sente oppresso da questo continua guerra a colpi di dettagli, andando a cercare colpevoli lontani quando il vero colpevole è molto vicino.

Vediamo Donald mettere per scherzo l’iguana di isabelle sotto le coperte dove dorme lei, con lei che sta allo scherzo rincorrendo lui per gioco, e poi Isabelle salutare allegramente i vicini, che rispondono al suo saluto.

Mentre Isabelle dorme sull’amaca, Donald guarda i prezzi delle cose che vorrebbero comprare per sistemare la casa, dicendo al sua pappagallo che costano troppo.

|<= 14 – A cena col capo (lei è sincera e Donald è sconvolto xchè la voleva normale)


Isabelle accompagna Donald in partenza per il lavoro, gli consegna il sacchetto col pranzo, gli dice Buonagiornata, gli dà un bacio sulla guancia e gli dice Ciao.
Donald: – Isabelle, io ti dovrei dire una cosa, ma a volte è così facile farti infuriare.
Isabelle: – Ah si?
D.: – Si.
I.: – Sentiamo.
D. (dondolando sulle gambe per il nervosismo): – Stasera quando il mio capo verrà qui a cena, beh, vorrei che tutto… fosse perfetto.

Isabelle accusa il colpo.
Donald: – Lui è una brava persona, e a me piace molto il tuo lavoro. Vorrei che tutto…
I.: – Fosse perfetto.
D.: – Si.
I.: – Va bene. Lei lo tira per la cravatta per dargli un altro bacio e gli dice di nuovo “buona giornata al lavoro”, ma si vede che ora lei è arrabbiata e infatti quando rientra in casa sbatte la porta.

  • Lui le ha chiesto di essere diversa da come è, e questa è una di quelle richieste impossibile da soddisfare che l’analisi della domanda chiama “pretes”. Non è una pretesa fatta per far fare una brutta figura a lei quando non soddisferà la richiesta, come nelle relazioni negative, ma ha lo stesso un brutto effetto perché in quelle positive si sta male se l’altro sta male per non aver ricevuto quello che aveva chiesto, e male Donald ci starà perchè in una relazione positiva si chiede quando si ha bisogno di avere quello che si chiede.

Donald (entrando): – Isabelle, siamo noi.
Il pappagallino vola lontano dal dirigente.
D.: – Può chiudere la porta. Io avevo chiesto a Isabelle di mettere tutti nelle gabbie, ma non l’ha fatto e… (ai pappagallini) su, venite, avanti, fate i bravi. Intanto l’altro si guarda intorno, meravigliato e un poco intimorito dagli uccelli.
  • Ci si può vergognare anche del paradiso terrestre, perché questo è una casa dove persone e animali vivono in perfetta armonia di tutti con tutti, e il dirigente sarà pure una brava persona ma viene da un mondo dove tutti sono in guerra con tutti e i pappagallini lo avvertono, tenendosi a debita distanza da lui anche se viene insieme a un Donald di cui si fidano ciecamente.

Donald e il capo raggiungono Isabelle in giardino.
Donald: – Gli uccelli erano fuori.
Isabelle: – Si.
Dirigente (tendendole la mano): – Hank Wallace. Isabelle, è bello dare un volto ad una voce.
I. (tornando a sorridere): – Si, ha ragione. Abbiamo parlato di che genio è il sig. Morton, ed è anche un santo. <Dopo aver riso> sa, questa mattina mi ha raccomandato di comportarmi bene con lei, e quindi cercherò di non scandalizzarla. (Hank guarda perplesso Donald) Ma si senta libero di avvertirmi se mi discosto dalla normalità in qualche momento. Senso dell’umorismo, ci sto lavorando.

  • Comportarsi bene per Isabelle è lasciare libero il signor Hank di dirle se le crea qualche problema, così come ha lasciato liberi i pappagallini e libera se stessa di essere quella che è, e conquisterebbe facilmente la simpatia del sig. Hank se non ci fosse l’imbarazzante presenza di un Donald a disagio perché lei non finge di essere una normale, e infatti è lui che guarda perplesso il sig. Hank, non lei che invece gli ispira simpatia con la sua evidente sincerità.

Hank (guardando i quadri): – Non pretendo di essere un esperto. Isabelle (sorridendo): – Oh, bene! Sono contenta, perché odio chi finge di esserlo.
H.: – Be’, i suoi quadri sono molto belli!
I.: – Ah, si?
H.: Si.
I.: – Grazie! Molti vorrebbero che dipingessi qualcos’altro, si, con meno occhi, meno violenza, meno follia. Dico sempre a Donald che vorrei che ascoltasse i miei quadri e che vedesse la mia musica, perché voglio che capisca quel che non afferrano gli altri.
Donald: – Lei non si rende conto che riesco a capirlo. Adoro i suoi quadri e la sua musica.

Isabelle: – Io in pratica sono una fallita. Si, per i materialisti. Accordavo i pianoforti. Donald: – Ed era bravissima.
I.: – Guadagnavo molto, è un lavoro ben pagato, ma metà dei clienti ci provava e l’altra metà diceva tante stupidaggini che finivo per esplodere e mandarli al diavolo.
Lei ride e Hank le fa compagnia.
I.: – Sa, io dico sempre quello che penso, sempre.
D.: – Già, e senza farsi pregare.

  • I materialisti di Isabelle sono quelli che sostituiscono il piacere di creare qualcosa e di dargli valore col piacere di possedere cose create da altri e alle quali altri hanno dato valore, che proprio per questo sono le persone definite possessive nell’analisi della domanda.
  • Quanto alla verità che lei dice sempre, Hank può amare o odiare questa caratteristica di Isabelle e mi pare chiaro che la ami, per cui potrebbe gustarsi una serata in un mondo dove tutto è verità e libertà, ben diverso dal mondo fuori da quella porta, ma Donald ha passato una vita a desiderare di essere come le persone normali e vorrebbe essere lui ad adeguarsi al mondo dei normali, anche se non può essergli sfuggito che è un mondo che gronda falsità da tutti i pori e che accanto alle persone sincere, vedi Isabelle, ci si sta molto meglio che accanto ad una persona falsa.
  • Poiché non è nel DNA di un autistico aspirare a farsi del male o a farne, però, dobbiamo pensare che anche Donald ha le sue buone ragioni. E sono talmente buone che Terra2 si propone di soddisfarle integralmente, se ipotizziamo che siano quelle di aspirare a mettere insieme il buono del mondo dei normali (che è molto, direi tutto a parte le relazioni private negative e l’eccesso di negatività tollerata sul lavoro o in politica) col buono del mondo degli autistici (le relazioni private positive, con tutto quel che ne consegue)
  • Quello che non va nella richiesta di Donald, però, è che non chiede al suo ospite di portare sul loro pianeta quel che di buono c’è sul pianeta dei normali, ma ad Isabelle di essere per una sera come le donne normali, che oltre ad essere impossibile per lei è anche un suicidio per il progetto di mettere insieme il buono dei due mondi, perché il buono dell’autismo è soprattutto nell’orientamento al proprio piacere delle persone e avere donne orientate al piacere invece che al sacrificio è giusto ciò che condanna la terra all’infelicità (dal momento che in virtù del loro ruolo sono le donne a decidere cosa è bene e cosa è male).

Isabelle sente vicino alle sue le emozioni di Hank e gli racconta i progetti che ha fatto con Donald, mentre questi dice che sono soltanto idee: – Metteremo dei grandissimi recinti di sabbia qui nel soggiorno, così i nostri amici e gli animali potranno giocare insieme. Hank sorride.I.: – E poi fuori in giardino metteremo una grande voliera per i pappagalli, le iguane e per Bongo. Le ho presentato Bongo? I. (mettendogli il coniglio in braccio): – Oh, lei gli piace. Donald: – Avete notato che gli inverni arrivano ogni anno più tardi. Isabelle parla del pianoforte in giardino così anche i vicini potranno sentirla suonare, mentre Donald si agita facendo agitare anche Bongo. Lei continua, anche quando Donald chiede la parola col braccio alzato, e alla fine lui esplode battendo un pugno sul tavolo e dicendo: – E come pagherò tutto questo?

  • Fidandosi del coniglio Bongo, che come tutti gli animali e come gli autistici non mente mai, le emozioni di Hank sono quelle di un amico visto che tale lo considera all’inizio il coniglio.
  • Ma Donald si agita e se questo non ferma Isabelle in compenso ferma Hank, sempre a giudizio di Bongo che poco dopo si innervosisce in braccio a lui, dopo di che la situazione diventa sgradevole, ma per colpa di Donald che non ha voluto stare bene e farci stare il suo capo, che senza la sua agitazione sarebbe stato ben felice per una sera di seguire Isabelle sul pianeta dove le relazioni sono orientate al piacere senza mezze misure.

|<= 15 – Rapporto in crisi (lei lo manda via e lui va a stare da Gregory)


Donald: – Il mio capo penserà che siamo pazzi!
Isabelle: – Chi ti ha trovato il lavoro, tanto per cominciare?
D.: – Lo hai fatto solo perché io potessi pagare questa casa e tutti questi lussi.
I.: – È ovvio che non [con]dividiamo gli stessi sogni. Quel lavoro l’ho voluto per te e sono stata io a spingerti a presentarti perché sapevo che tanto tu non ci saresti mai andato da solo. Ma l’ho fatto per te, perché tu potessi essere fiero di te stesso. Io ho sopportato tante tue stranezze che nessuno avrebbe tollerato perché credevo che avresti fatto lo stesso con me. Ma tu mi hai fatto sentire sbagliata!

  • A questo punto può sembrare che siamo venuti sul pianeta degli autistici per nulla, se anche qui come sulla terra davanti ad una donna orientata al piacere diventa orientato al sacrifico l’uomo, ma non è così perchè quelli di Donald sono errori involontari sul come cercare di star bene e non gli errori voluti incosciamente di un uomo che non accetta l’orientamento al piacere di una donna perchè la relazione matrimoniale deve essere negativa e se negativa non lo è lei bisogna che lo diventi lui.
  • Isabelle era contenta di aver aiutato Donald a farsi accettare da un capo normale in una mansione di lavoro normale, ma Donald ha cercato un incontro tra se stesso e il capo in cui era lui a diventare meno positivo invece che il capo a diventare più positivo, facendo un cattivo servizio a tutti perché il capo era ben contento di essere ancora più sincero e orientato al piacere di quanto già non fosse, seguendo Isabelle nel suo progetto di star bene e far star bene tutti, dai vicini agli animali.
  • Negativo Donald non lo potrebbe diventare nemmeno se lo volesse, in quanto autistico, e per questo dobbiamo pensare, noi e anche Isabelle appena gli sarà passata la rabbia per la serata fatta fallire da Donald (una rabbia molto forte perché le emozioni provocate dalle situazioni esterne sono forti anche nei normali, figuriamoci negli autistici), che qui lui fa un errore involontario, qualcosa che correggerà non appena vede che non funziona, mentre le persone negative non correggono mai i loro errori, limitandosi a spostarli altrove quando diventa non negabile che una loro scelta crea problemi.

Isabelle: – E detto da chi poi? Da uno che si veste da balena e che vive in una pattumiera.
Donald; – Parliamo dello spettacolo che hai dato stasera: hai fatto una sola cosa che fosse almeno quasi normale?
I.: – No. Perché ero arrabbiata e triste. Io ho voluto solo essere me stessa.
D.: – Ah, quella sei tu?
I.: – È questo il punto Donald Duck. Tu sei solo un altro che vede come sono veramente e non lo accetta. Mi ha spezzato il cuore vedere come eri spaventato di non riuscire a dimostrare al tuo capo che sei normale, che hai una bella casa e una mogliettina.

  • Quella di Isabelle è una diagnosi sul motivo per cui Donald viveva in una casa che puzzava, con le finestre tappate che impedivano di entrare ad una luce che lui gradiva: lui si è tolto il piacere che poteva darsi da solo per costringere se stesso ad andare a cercare una relazione con persone normali sul piano sociale, non trovandola ma in compenso privandosi di uno star bene che era alla sua portata visto che era ed è alla portata di Isabelle.
  • Quello che ha fatto Donald lo fanno ogni giorno molti uomini sulla terra, quando davanti ad una donna che offre loro una relazione positiva non la accettano perché si guardano intorno e vedono che una relazione così è molto diversa dalla relazione che hanno tutte le altre coppie, pur essendo chiaro che è diversa in meglio.

Isabelle: – Sai qual è la differenza tra noi due, Donald? Tu vuoi essere normale. Lo vuoi da morire. Ed è proprio questo che ci separa! Adesso io me ne vado. Non voglio trovarti quando torno, e non farti vedere mai più o giuro che te ne pentirai!
Donald resta nel giardino tenendosi la testa tra le mani, mentre vediamo Isabelle dondolarsi nel posto più bello che conosce, libera e positiva come i piccioni che mangiano tranquilli davanti a lei.

  • Isabelle non è però una donna come quelle della terra, le quali davanti ad un uomo che non accetta la loro positività diventano negative e pure di corsa, e qui manda via Donald, dopo di che resta da sola, si, ma avendo un rapporto positivo con se stessa, che è sempre molto meglio di qualunque rapporto negativo

Donald è andato ad abitare con Gregory e ascolta il messaggio di Isabelle: “Ho chiesto di non mettere il mio nuovo numero nell’elenco. Immagino che continui a chiamarmi ogni 3 minuti sperando in un qualche miracolo elettronico. Non sono più arrabbiata Donald, sto bene, perciò non farti ossessionare da tutte le cose che ti ho detto. Non sono mai riuscita a stare a lungo con un ragazzo, sapevo che avrei finito per spezzarti il cuore. Ti do un consiglio: metti un limite a quante volte ascolterai questo messaggio. Diciamo 20 e poi cancellalo”.
Gregory: – Sono 32 volte che lo ascolti.
Donald: – Be’, non costa niente.
G.: – Non preoccuparti, non uscirò con lei. Non potrei mai farti questo.

  • Qui Isabelle si prende una colpa che non ha, perché il cuore Donald se l’è spezzato da solo rendendo impossibile che lei rimanesse con lui quando le ha chiesto una cosa impossibile come l’essere normale, oltre che brutta perché normale sulla terra attuale significa accettare solo relazioni d’amore negative.

Quelli del gruppo cercano tutti di fare il possibile per far dimenticare a Donald l’assenza di Isabelle, ma senza alcun risultato visto che qui lui non prende la lista di amiche donne che le offre Crazy e si avvia tristemente da solo.
Gregory (dopo averlo raggiunto): – Lo so perché vivi con me: sono più ordinato di Isabelle. Io catalogo anche il cibo, non lo fa nessuno. Te lo posso dare un consiglio?
Donald: – C’è un modo per impedirtelo?
G.: – Rimani con il gruppo. Per tutti noi tu sei un dio! E dimentica Isabelle, tanto non tornerete mai insieme. Toglietela dalla testa.

|<= 16 – Lontani (soffrono; si rivedono sulla tomba di Bongo e lei gli offre amicizia)


Gregory rimette in ordine la sua casa.
Donald: – Hai un messaggio. Anzi 17 messaggi!
Gregory: – Veramente non sono per me.
Donald si affretta a sentirli.
Isabelle (con voce tremante): – Donald, ti prego rispondi. Oh mio Dio, Donald! È morto! Donald, Bongo è morto! Gregory: – Il suo coniglio. I.: – Ma dove sei?

Donald la trova così.
Isabelle: – Grazie di essere venuto. Non so perché mi dispero così. Ho perso tanti cuccioli in vita mia. Lui, piegato sulle ginocchia accanto a lei, non dice nulla e dondola.
I.: – Che c’è?
Donald: – Mi sei mancata.
I.: – Non hai portato via i pappagalli e la balena. Ti saranno mancati molto.
D.: – Se li avessi presi, questa non sarebbe più stata casa mia.

Isabelle: – Resta mio amico, Donald. Resta sempre il mio migliore amico, ti prego, perché ho davvero bisogno di te. Ho sempre avuto la sensazione che tu volessi sposarti.
Donald: – L’ho mai detto?
I.: – No, con le parole. Ma invece di sposarmi vuoi essere mio amico?
D.: – Senza fare sesso?
I.: – Senza pressioni. L’amicizia è la sola cosa che posso darti. Tu la vuoi?
D.: – Ma certo.
Lei lo guarda, sorride, poi l’abbraccia premendo il suo volto su quello di lui.
I.: – Non sai quanto mi fai felice.
Anche Donald si stringe a lei e la abbraccia.

  • Notare che per Isabelle l’intimità fisica va perfettamente d’accordo con l’amicizia, portando dentro di essa le emozioni e l’amore, mentre sul nostro pianeta non si ammette che un’intimità fisica non porti al fare sesso, prima o poi ma più prima che poi.

Donald: – Ma come sai che è quello che vuole veramente? Insomma, tu non hai visto come mi guardava.
Gregory: – Per forza, io non c’ero lì.
D.: – Si, ma ha parlato di matrimonio.
G.: – Per dirti che non è quello che vuole.
D.: – Si, ma l’argomento lo ha tirato fuori lei. E quanto a fare sesso non ha detto proprio di no.
G.: – Quando una donna vuole fare sesso di solito dice si.
Le due donne grasse si girano a guardarli.

|<= 17 – Proposta di matrimonio (lei vuol essere lasciata in pace e tenta il suicidio)


Cameriera (facendo strada): – Il vostro tavolo è pronto. Prego da questa parte.
Isabelle: – Ehi, accidenti che lusso, Donald

Isabelle (fermandosi ad un tavolo con due coppie e ridendo vistosamente prima e dopo): – Oh guarda, un pesciolino. Anzi sono tre. Ciao!
Più avanti, guardando il menù, lei dice a voce alta un imbarazzante quanto veritiero “ti costerà una fortuna”, con Donald che dice che l’ha portata in un posto speciale perché ha una proposta speciale da farle. Lei si incuriosisce e dice un infastidito “vada via” al cameriere, che fa buon viso a cattivo gioco dicendo “tornerò tra poco per dirvi quali sono le specialità”
  • In questi tre passaggi (l’intromettersi dentro ad un altro tavolo, il commento ad alta voce sui prezzi e il cameriere trattato da intruso) Isabelle mostra cosa intendo quando dico che un autistico sa parlare una sola lingua, perché in un ristorante ci sono delle convenzioni che definiscono linguaggio e comportamenti ammessi ed esse nel loro insieme costituiscono una lingua, quella che si parla in un ristorante di un certo tipo e che evidentemente Isabelle non conosce né si preoccupa di imparare adeguandosi ai comportamenti di chi ha più esperienza di lei in un ambiente come quello.

Isabelle insiste per farsi dire subito quello che lui vuole dirle.
Donald (guardandola negli occhi): – Isabelle, forse non sai quello che vuoi. Hai trovato una casa per noi e mi hai trovato un lavoro. Lei si fa seria.
D.: – Litighiamo sempre, ma poi mi rivuoi nella tua vita. E oggi hai parlato di matrimonio. Credo che tu voglia sposarmi e lo voglio anch’io. Perché sei la mia unica occasione e non voglio perderla.
Isabelle (col respiro affannoso): – Questa è una schifosa lusinga.
D.: – Ma sei la mia unica occasione perché ti amo. E io sono la tua unica occasione perché mi ami anche tu!
Lei è vistosamente contrariata.
D.: – Sposami Isabelle

Prima compare una lacrima, poi un “non voglio queste pressioni” accompagnato da un colpo sul tavolo che fa saltare le posate nel piatto.
Donald: – Isabelle, non fare così.
I.: – Noo? Tu sei proprio come tutti gli altri.
D. (alzando la voce): – Non sono come tutti gli altri.
I. (alzandola di più): – Smettila di proteggermi!!!
Poi si alza di scatto e se ne va senza pensarci due volte gridando “voglio essere lasciata in pace!!!”. Tutti guardano Donald rimasto solo al tavolo e lui si fa piccolo guardando in basso.

Rientrata a casa da sola, lei cerca conforto nei suoi quadri ma ora sono silenziosi. Mentre Donald picchia la testa nel vetro volontariamente e poi va nel parcheggio a fare calcoli sui numeri della targhe chiedendosi “perché diavolo le ho chiesto di sposarmi?”, Isabelle prende dal bagno molti tubetti di medicine, va sul letto a versare il contenuto di molte capsule in una tazza d’acqua, dalla quale poi beve senza esitazioni di sorta.

  • Se vi state chiedendo perché lei prende tanto male una richiesta di matrimonio, voi state facendo finta di non sapere quello che tutti sanno sulla terra attuale e a maggior ragione sa un autistico: che il matrimonio è una gabbia che è necessario costruire intorno ad una relazione negativa per farla durare nonostante una persona, a turno, cerca lo star male proprio e altrui, mentre non serve nessuna gabbia per far durare una relazione positiva nella quale entrambi cercano lo star bene di entrambi.
  • Se una relazione positiva e per questo senza gabbie non è possibile nemmeno con uno che come lei che lascia liberi i suoi pappagallini, e se questa aggressione del suo migliore amico che tanto amico non era le impedisce anche quel piacere dei sensi che da sola provava dipingendo e suonando, allora non vale più la pena di vivere.

I calcoli sui numeri di targa non calmano Donald, che si dice: – Devo andare da lei e dirle di non sposarmi!”. Donald la trova svenuta e chiama l’ambulanza, visto che dopo vediamo al pronto soccorso Donald e anche tutti quelli del gruppo.

|<= 18 – Tentazione (di chiamarla, ma la dottoresa glielo ha proibito e lui resiste)


Dott.ssa: – Donald? Sono la dottoressa Jeffries, la psichiatra di Isabelle. Come ti senti?
Donald: – Isabelle sta bene?
Dott.essa: – L’ho dimessa e lei è andata via.
D.: – Allora è salva.
Dott.ssa: – Si riprenderà, farà psicoterapia.
D.: – Lei non ne ha bisogno! Non è pazza!
Dott.ssa: – Ha bisogno di qualcuno che l’ascolti.
D.: – Posso farlo io. Sono un ottimo ascoltatore. E posso migliorare. No, non è vero.

Dott.ssa: – Ascolta, la sindrome di Asperger è una brutta cosa. Donald: – Posso andare adesso? Dott.ssa: – Donald, non voglio che tu la veda. E non voglio che le telefoni. E non dovrà farlo neanche Isabelle. Chiaro? Donald tace e poi se ne va.

  • Se la sindrome di Asperger è una brutta cosa, sono messi male anche tutti gli animali ai quali Isabelle e Donald piacciono molto, mentre non possono soffrire quelli che autistici non sono ma passano il loro tempo nel privato a infliggere sofferenza a se stessi e agli altri.
  • Se la compagnia di Donald fa male a Isabelle perché lui aspira ad essere negativo come tutte le persone normali, è facile immaginare quanto farà bene a lei una psicoterapia che ha mille varianti ma tutte colluse pesantemente con la negatività della relazione privata, esclusa quella basata sull’analisi della domanda che però preferisce dedicarsi alle organizzazioni scansando il più possibile proprio la negatività domestica
  • Donald ha fatto un vero errore (pensare per mancanza di dati sufficienti sull’argomento che sarebbe bello per lui adeguarsi alle persone normali, mentre bello sarebbe che le persone normali si adeguassero a lui come positività ogni volta che la negatività non è indispensabile), mentre la psichiatra fa un “errore voluto”, che non è un errore ma una scelta (quella di coprire la negatività dei normali non vedendola coscientemente per aderire ad un mondo negativo in amore)

Quelli del gruppo cercano di tenerlo lontano dal telefono.
Donald: – Lei si aspetta che io la chiamo. Se non lo faccio impazzirà e crederà che io non la amo più. […] La conosco meglio di chiunque altro. So che vuole che le telefoni.
Gregory: – Ma se la dottoressa ha ragione, tu la chiami e lei si ammazza? Sono sicuro che lo rimpiangeresti per tutta la vita.

Donald: – Come faccio a smettere di pensarci?
Gregory: – Come fai a smettere di fumare? Col cerotto alla nicotina. Dopo vediamo Donald pieno di foglietti con sopra dei numeri sui quali fa dei calcoli per non pensare a lei, ma la sua faccia è tutt’altro che serena.

La tentazione di chiamarla si rinnova ad ogni telefono pubblico che incontra per strada e continua sul lavoro.

Alla fine Donald si decide a togliere del tutto il telefono dell’ufficio e va a buttarlo nel fiume.

|<= 19 – Qualcosa di normale (lui la segue e la trova e lei lo accetta come marito)


Un giorno uscendo dal lavoro Donald vede Isabelle, la quale forse non passava proprio di lì e proprio a quell’ora per sbaglio, ma non sappiamo se lei lo vede o meno, comunque di sicuro non lo aspetta affatto e anzi prende un autobus in partenza lasciandolo a terra.

Donald (mentre aspetta il prossimo 217 per inseguire Isabelle): – La mia ragazza mi ha lasciato perché vorrei sposarla e lei vuole che siamo solo amici.
Signore sulla panchina: – Ehh, valle un po’ a capire le ragazze d’oggi.
D.: – Già.

  • Donald dovrebbe fidarsi un po’ di meno di quello che gli suggerisce il suo cervello (che sarebbe bello che fosse lui ad adeguarsi ai normali) e un po’ di più di quello che il cervello di Isabelle suggerisce a lei (che dovrebbero essere i normali ad adeguarsi a lei perché una relazione con loro sia piacevole), ma mettersi nei panni altrui non è certamente il punto forte degli autistici e ha bisogno di convincersi da solo che la soluzione di Isabelle è migliore della sua (tanto quanto Terra2 è migliore di Terra1, perché quello che propone è identico a quello che vorrebbe Isabelle.
  • Isabelle si può capire benissimo se si ammette l’esistenza delle relazioni negative, pensando che lei preferiva restare sola ma positiva all’essere con qualcuno ma negativamente e che i matrimoni delle persone normali sono sempre l’inizio di una relazione negativa, mentre un matrimonio positivo lo avrebbe accettato e anche di corsa.
  • Purtroppo per entrambi Donald non si è comportato positivamente quando non ha considerato l’amicizia con tutto l’amore e il contatto fisico che voleva altrettanto bella di un amore, insistendo con un matrimonio che impone un vincolo, inutile perché una relazione piacevole con lui Isabelle non l’avrebbe mai troncata perché è fisicamente orientata al proprio piacere, e inaccettabile per un autistico che non potrebbe fare qualcosa di diverso da quel che si sente di fare nemmeno se lo volesse, così come non riesce a sopprimere le sue manie (che sono tali per i normali ma utili per lui servendo a farlo star bene)

Quando l’autobus passa davanti all’edificio dove lo aveva portato Isabelle dicendo che era il posto più bello che conoscesse, Donald urla all’autista di fermarsi e viene acontentato.


In effetti Isabelle è lì, in mezzo a piccioni liberi come lei, che accende le candele di un lampadario venuto giù dal soffitto.
Isabelle: – Tutto questo tempo e non hai chiamato!
Donald: – Io volevo chiamarti!
I.: – Davvero?

Donald: – Per dirti che non ti chiamavo, così non saresti… non saresti stata in ansia ad aspettare chiedendoti quando avrei…
Isabelle: – Chiamato?
D.: – Si. Ma alla fine ho pensato che obbligarti a farmi entrare nella tua vita non era giusto. Anche se avrei voluto farlo. L’unica cosa buona che potevo fare per te era non chiamarti.

Isabelle (andando a passo svelto verso di lui): – Ohh, ti ho odiato per non avermi chiamato! Perché mi eri sempre stato vicino e quando sei sparito ho pensato che ormai non mi amassi più!
Donald (con voce dolce): – Ok. Vado a casa e ti telefono.
I. (mentre spunta una lacrima): – Non ti prometto niente per il futuro, Donald. Non so se la nostra storia durerà due giorni o vent’anni.
  • Prendete nota del primo e unico limite dell’amore positivo, al quale la durata garantita per vent’anni non gliela potete chiedere perché le emozioni non sono decise a tavolino ma dipendono da quello che succede, però non meravigliatevi se durerà per sempre perché non c’è un solo motivo al mondo per non stare con una persona che considera ogni altro amore un di più rispetto a quell’amore.
  • Isabelle è stata sincera non prendendo un impegno che non poteva mantenere se le avesse chiesto di fare qualcosa che non si sentiva di fare, ma non era per imporle qualcosa che Donald voleva sposarla bensì per presentarsi ai normali come uguale a loro (formalmente, perchè un matrimonio positivo è sostanzialmente tutt’altra cosa dei matrimoni tra normali)

Donald: – Finalmente qualcosa di normale tra noi.
Isabelle ride, rasserenata da questo tipo di normalità, poi poggia la sua fronte su quella di lui.
Poi si baciano.
Donald: – Mi sei mancata tanto.
Isabelle: – Anche tu. Poi si abbracciano stretti, con un abbraccio che avvicina senza togliere la libertà a nesuno dei due.
  • Normale di fuori, certo, ma dentro ha un’impostazione positiva che non è affatto normale sulla terra, anzi è la cosa più straordinaria che si sia mai vista negli ultimi 5 mila anni di relazioni tra donne e uomini (sfido chiunque a trovare un solo film tra due persone non autistiche che mostri un amore positivo come il punto di approdo e non come una positività transitoria destinata prima o poi a finire, con un Bertrand o un Ryan positivi dentro al matrimonio e non solo positivi prima di sposarsi)
  • La propria fronte vicina alla fronte dell’altra persona è una promessa di amore per sempre, se pensiamo che la corteccia dietro la fronte contiene i nostri programmi a lungo termine, ma se l’amore è positivo il per sempre non è perché si è abbassata la grata della prigione e si è buttata la chiave dopo aver chiuso la serratura, ma perché ogni giorno sarà bello come il primo.
  • Ritiro ancora una volta quanto detto sul bacio non approvatorio tra autistici, perché questo bacio approva un matrimonio positivo tanto quanto la fuga di Isabelle al ristorante disapprovava un matrimonio negativo, anche se questi malintesi sarebbe meglio lasciarli agli umani sociali, perché tra due persone incapaci di mentire come due autistici non c’è alcun bisogno di arrabbiarsi visto che il malinteso verrà chiarito appena sarà tecnicamente possibile farlo, che in questa storia è qui e adesso.

|<= 20 – Titoli di coda (lei alla festa del ringraziamento: “Voi siete la nostra famiglia”)


Isabelle (sorridente sotto a un cappello da cerimonia e facendo tintinnare il bicchiere per richiamare l’attenzione): Ehi, guardate cosa ha fatto Donald.
Donald: – Buona festa del ringraziamento.
Il piatto viene preso d’assalto dal solito uomo di colore, ma viene ricondotto alla ragione e Isabelle può fare il suo discorso augurale.

Isabelle: – Voglio ringraziare Donald per questo magnifico pranzo. E vi ringrazio tutti per essere venuti, perché voi siete la nostra famiglia. E io vi voglio bene.
Segue e un applauso e poi un brindisi proposto da Isabelle: – Questo è per Donald Morton, mio marito! Salute!
Isabelle manda un bacio con la mano a Donald, seduto all’altro capo della tavola.

  • Questa distanza tra Isabelle e Donald colmata dagli amici è una bella rappresentazione grafica del matrimonio non possessivo, che autorizza a voler bene agli amici e questo anche sulla terra negativa, ma anche a metterci amore e piacere del contatto fisico e questo no, sulla terra possessiva proprio non è ammesso.
  • Isabelle accetta di sposarsi quando capisce che il problema non è il matrimonio ma il matrimonio negativo, perché Donald ci tiene davvero allo star bene di lei e non per finta come nei matrimoni negativi.
  • Soffermatevi su questo finale positivo non di facciata, perché non ne vedrete mai in nessun film con persone normali, e pensate che solo quando una relazione è positiva ogni giorno è bello come il primo giorno.
  • L’unico film d’amore che finisce veramente bene (perché l’amore è positivo) che io conosca non è mai stato proiettato nelle sale cinematografiche italiane (se non ho interepretato male la frase “il film è uscito in Italia direttamente per mercato home video”). Una coincidenza o il rifiuto di fare pubblicità all’amore positivo nella nazione forse più negativa tra quelle industrializzate? Ma non lo dico per polemizzare, quanto per dirvi VEDETELO e FATELO VEDERE, perché è difficile investire meglio i 6€ che costa su Amazon

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