2011 – Eva

EVA (Kike Maillo, Spagna 2011). Terra2 aspetta la prima donna positiva in amore (Eva2) per nascere ufficialmente. Eva2 è già nata, ma ha solo 10 anni e sta ancora in casa con una madre (Lana) che la nasconde a suo padre (Alex) e che vorrebbe obbligarla ad essere come lei (positiva da giovane e negativa da adulta). Eva però trova da sola il padre, positivo quanto lei, e a questo punto o Lana diventa una Lana2 positiva o il suo destino è segnato.

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Fonte del video: cineblog01  ——————  Pressbook completo di Eva in pdf


|<= 1 – Una donna precipita nel vuoto

In un posto così freddo che il lago è ghiacciato…

… una donna si tiene con le mani per non precipitare nel vuoto.


  • In un mondo così negativo che il sistema emozionale non produce mai “più piacere che sofferenza”, una cosa spiacevole sta sempre per accadere.

Poi la donna cede, lo schermo diventa nero e sentiamo l’urlo di lei che sta precipitando.
A seguire vediamo una bambina correre via dal luogo da dove è precipitata la donna adulta

  • La caduta della donna è una disgrazia o la bambina l’ha spinta verso il precipizio?
  • L’opzione di default in un mondo negativo è quella della bambina che l’ha spinta verso il precipizio, ma questa è una bambina diversa dalle altre.

La bambina bussa ad una porta e le apre un uomo (Alex).
Alex: – Eva. Dov’è tua madre?
A questa domanda, Eva sviene, senza cadere in terra perché Alex la prende al volo.

  • Mentre scorrono i titoli di testa, vediamo oggetti tecnologici chiaramenti ispirati alle “cellule del cervello (i neuroni)” destinati ad essere i componenti del cervello di un  robot.

  • [Fig. 1: Eva2 non è comandata da una mente ma da un cervello =>F2Guardiamo insieme i titoli iniziali di questo film, che mostrano un cervello costruito in laboratorio per essere usato come cervello di un robot. Questi oggetti che vediamo accrescersi sono filamenti emessi da neuroni e stanno cercando altri neuroni a cui collegarsi (=> Neuoni e glia).
  • Le palline più grosse sono i corpi cellulari e vediamo che sono oggetti vivi perché dentro alla pallina al centro vediamo un movimento e una trasformazione continua (=> Una cellula è una piccola città ben organizzata… , 8′)
  • [F1<= Fig. 2: nel cervello ci sono i neuroni ma a noi interessano i sistemi di neuroni =>F3] Tutti i neuroni che collaborano tra di loro per svolgere una data funzione fanno parte di un “sistema funzionale” e l’oggetto sulla destra che vediamo qui è una versione romanzata di un sistema neuronale (=> Sistema razionale-verbale, sistema emozionale ed esperimento di Libet)
  • Questo oggetto dalle forme eleganti che gira è uno dei molti “sistemi che elaborano” una parte del segnale elettrico in ingresso al cervello producendo ognuno una parte del segnale elettrico in uscita dal cervello. Tra tali sistemi ce ne è uno che produce la coscienza di un evento (il sistema razionale), mentre gli altri lavorano senza che il soggetto sia cosciente del fatto che stanno facendo qualcosa (=> Esperimenti di Gazzaniga sui cervelli divisi).
  • Nel sistema nervoso di una persona ci sono tanti neuroni…
  • … e la maggior parte di essi ha tanti prolungamenti che vanno ad appoggiare la loro piccola pallina finale accanto ad un neurone per potergli poi inviare sostanze chimiche che possono far nascere sul neurone che le riceve un segnale elettrico o ostacolarne la nascita. (=> Aree di Brodmann e introduzione al cervello come sistema per sognare, 5′)
  • [F2<= Fig. 3: prima di volare questo aereo è stato un progetto nel cervello di qualcuno che lo ha immaginato a volare nei suoi sogni =>F4] A seguire vediamo un aereo che vola, ma prima di volare è stato un progetto sulla carta e prima ancora è stato un “progetto” dentro al cervello di qualcuno, che lo ha immaginato molto prima che esistesse e che ha sognato di vederlo partire e volare quando esisteva solo nella sua fantasia (=> Il cervello come sistema per sognare)

|<= 2 – Il ritorno

In una giornata assolata un piccolo aereo atterra in questo luogo freddissimo, e scende un uomo (Alex Garel) seguito da un gatto robotico.
Ad aspettarlo c’è il fratello (David Garel).
David (dopo che si sono abbracciati): – Quanto tempo, eh?
Alex: – È molto che aspetti?
D.: –  Figurati. Solo 10 anni. Andiamo, sto congelando.

David: – Ti è andata bene. Hai creato dei robot incredibili. A me, invece, la cosa è venuta a noia.
Alex: – Ti è venuta a noia disegnare robot noiosi?

D. (sorridendo): – Diciamo disegnare robot divertenti per gente noiosa. Preferisco insegnare. Gli studenti mi fanno ridere di più.


  • [F3<= Fig. 4: robot divertenti e robot noiosi =>F5] Per me un robot “divertente” è un robot positivo ovvero un robot il cui sistema emozionale è orientato al piacere proprio (e quindi anche al piacere altrui) in ogni sua relazione, mentre un robot “noioso” è un robot orientato alla sofferenza altrui (e quindi anche alla propria sofferenza).
  • [F4<= Fig. 5: come Lana definisce un robot divertente =>F6] Per Lana (la protagonista femminile) è un robot dotato di un software emozionale tale “che tra tutte le scelte a sua disposizione, lui opterà sempre per quella che meglio si adatta alle esigenze dell’individuo che ha di fronte”.
  • I sistemi emozionali umani non sono sempre positivi o sempre negativi ma scelgono come essere, e David da giovane voleva essere positivo (disegnava robot positivi), ma da adulto si è adeguato alla gente noiosa accettando la negatività da adulta di Lana. Invece Alex era positivo e ci è rimasto, preferendo andarsene quando Lana crescendo è diventata negativa.
  • [F5<= Fig. 6: cosa far vivere/morire di Lana lo decide la figlia =>F7] Nessun uomo può condannare Lana per aver scelto di essere negativa da adulta, perché tra uomini e donne decidono le donne. Ma tra genitori e figli decidono i figli cosa approvare e come si intuisce dalla scena iniziale alla fine Lana sarà condannata da sua figlia.

David: – Andrai a casa di papà.
Alex fa cenno di si.
D.: – Sarà uno schifo. Puoi stare da noi, se vuoi.
Alex: – No, no. Grazie.
D.: – Sai perché ti hanno chiamato?
A.: – Si, certo.
D.: – Per farti venire da tanto lontano, la cosa è importante.
A. (dopo un cenno di assenso): – Importantissima.

D.: – E dai Alex. Sempre pieno di misteri.


  • Uno che vuol continuare a progettare robot divertenti in un mondo dove da 5 mila anni in amore si preferisce la sofferenza al piacere, è meglio che ne parli il meno possibile.

David lascia Alex nel centro di ricerca universitario dove studiano i robot.
David (prima che Alex chiuda lo sportello dell’auto): – Alex, vieni a cena da noi domani?
Alex dice di “si” con un gesto del volto.
D.: – Ehi. Bentornato a casa.
Alex sorride.

|<= 3 – All’università

Segretaria: – Buongiorno Alex Garel.
Alex: – Buongiorno Dorotea. Devo parlare con Julia.
D.: – In questo momento Julia è occupata.
A. (avviandosi): – Per te gli anni non passano mai. Sempre bellissima.

Dorotea: – Ora non si può entrare. Julia sta facendo lezione.
Alex va lo stesso, mentre la segretaria si rivela essere umana sopra e robot sotto.

  • [F6<= Fig. 7: il cervello non legge il senso/valore che una situazione ha di suo ma glielo attribuisce =>F8] Il cervello legge il senso/valore che una situazione ha di suo o li attribuisce? La seconda, seconda il mio modello del cervello e anche secondo questo film, per cui Alex è libero di considerare Dorotea una donna, se gli va di farlo, e se ce la considera allora Dorotea diventa una donna per lui.
  • Dorotea offre ad Alex dei buoni motivi per considerarla una donna (il sopra) e dei buoni motivi per considerarla un robot (il sotto) ed è Alex che scegliendo di guardare alcuni aspetti ignorandone altri si costruisce la possibilità di considerarla una donna.
  • Analogamente scegliendo di guardare i lati belli di una persona ci costruiamo la possibilità di considerarla bella, mentre se scegliamo di guardare i suoi lati brutti ci costruiamo la possibilità di considerarla brutta. Ed è così che la stessa persona può essere bella per alcuni e brutta per altri

Alex entra in un laboratorio universitario di robotica mentre Julia sta finendo di assegnare alla sua classe una prova da svolgere.
Julia (ad Alex, molto sorridente ed evidentemente felice di vederlo): – Ci sono cose che il tempo non riesce a cambiare. Sei in ritardo, come al solito.
Studente1 (al suo compagno di banco, per farsi notare dal grande Alex Garel): – Alza la frequenza.
Tale aumento di frequenza fa “imbizzarrire” il piccolo cavallo robotico sul tavolo, che si mette a saltare e a nitrire con agitazione.

Studente2 (che ha cercato invano di calmare il cavallo abbassando la frequenza, con tono arrabbiato): – Stupido robot, smetti di far chiasso.
Alex (intervenendo lui sulle manopole che controllano il segnale al cavallo): – Stupido studente. Smetti di fargli così male.
Dopo l’intervento di Alex, il cavallo si calma.

Studente2: – Mi dispiace.


  • Questo cavallo robotico, come i cavalli reali, se si agita ha un motivo per agitarsi.
  • Questo sarebbe vero anche per le persone se non ci fossero le relazioni negative (peculiarità umana visto che nessun altro animale ha questo tipo di relazioni), perché in tali relazioni ci si può agitare senza averne motivo (creando in se stessi un’emozione non giustificata dalla situazione, per creare problemi a chi si ha di fronte).

Studente1 (al suo compagno): – Ora che facciamo?
Studente2 (al cavallo): – Cosa vedi quando chiudi gli occhi?
Dopo questa domanda (alla quale non si capisce come potesse rispondere un cavallo capace solo di nitrire), il cavallo stramazza al suolo e resta immobile.
Alex: – Ora sì che l’hai fottuto.
Stud.2: – Possiamo riavviarlo e inserire il data base.
A.: – Certo, potete riavviarlo. Ma una volta che l’avete disconnesso, avete distrutto tutta la sua memoria emotiva. La sua anima. Vedete (indica il monitor dove appare l’attività elettrica del cervello) è morto. Se lo riavviate sembrerà di nuovo lui, ma non sarà mai lo stesso cavallo.

  • [F7<= Fig. 8:  cosa succede nel cervello quando si chiude gli occhi? =>F9] Cosa succede nel cervello quando si chiude gli occhi? Nell’elettroencefalogramma compare il ritmo Alfa (8-12 Hz) caratteristico della veglia rilassata e della meditazione. Se il rilassamento evolve verso il sonno compare il ritmo Theta (4-8Hz) che caratterizza lo Stadio 1 del sonno (addormentamento con un sonno che al soggetto risulta ancora veglia) con sogni da svegli  e il sonno REM (il sonno in cui si sogna). Aprendo gli occhi si passa invece al ritmo Beta (13-30Hz) della veglia con azioni fatte o al ritmo Gamma (30-42Hz) della veglia con azioni fatte in stato di tensione.
  • Se l’attività tipicamente fatta a occhi chiusi è sognare, (con sogni finalizzati a degli obiettivi da raggiungere nella veglia rilassata, con sogni da svegli nello stadio 1 e con sogni da addormentati nel sonno REM), allora chiedendo “Cosa vedi quando chiudi gli occhi?” si sta chiedendo a qualcuno di raccontarci (condividere con noi) i suoi sogni da sveglio (perché i sogni fatti nel sonno non vengono ricordati da svegli e sono pertanto non-raccontabili.
  • [F8<= Fig. 9: quale adulto non ha mai sognato da sveglio che la bella dirigente dell’ufficio in cui lavora…?  =>F10] Quale uomo adulto non ha mai sognato da sveglio che la bella dirigente dell’ufficio in cui lavora a fine giornata lavorativa (quando gli altri lavoratori sono gia andati via) gli dica “si spogli”, mentre lei si toglie le mutande? Questo è quello che Sabine dice a Graham nella prima scena del film NOVO e nell’approfondimento a tale film dal titolo “L’importanza del sognare da svegli” io scrivo quanto segue. Sognare modifica il cervello, il che è importante ma anche rischioso perché se rendo il mio cervello troppo diverso da quello degli altri poi non sono più in grado di comunicare con loro. Se io faccio una scoperta importante, non posso metterla in uso modificando il mio cervello per tenerne conto senza restare isolato, a meno che gli altri non mi seguano facendo anche loro questa modifica. Secondo il mio modello del cervello, l’uomo diventa diverso dagli altri animali nel momento in cui impara a fare da sveglio quei sogni che prima faceva nel sonno, perché da sveglio può sognare insieme ad altri e non è più costretto a portarsi nella tomba le sue scoperte importanti, trasmettendole ad altri e consentendo un progressivo accrescimento di quelle conoscenze che nel loro insieme costituiscono il patrimonio culturale umano. Sognare da soli è piacevole (perché si sogna quello che ci piace) ma si rischia di restare isolati se ci cambia troppo senza che cambino le persone che frequentiamo. Se però i sogni da soli sono la prima fase (fase di incubazione) di un sogno che in una fase successiva (fase di stato nascente) diventerà un sogno a due, allora sognare da svegli oltre ad essere piacevole è un passaggio fondamentale per far esistere domani ciò che oggi sogniamo. Quando un uomo sogna che una donna si tolga le mutande con lui sta sognando che i suoi “sogni da solo”, qualunque essi siano, diventino “sogni a due” passando dall’essere sogni all’essere la realtà di domani.
  • [F9<= Fig. 10: tra gli altri animali solo il delfino ha imparato a sognare da sveglio =>F11] Sognare da svegli, secondo il mio modello del cervello, è la cosa più importante che si possa fare, quella che ci rende uomini distinguendoci dagli altri animali. I cavalli, e tutti gli altri animali con l’eccezione del delfino, non hanno imparato a fare da svegli quello che fanno nel sonno REM, per cui il cavallo di questo film non può condividere i suoi sogni e alla domanda “cosa vedi quando chiudi gli occhi?” stramazza al suolo e resta immobile.
  • Il cervello di un robot che aspiri ad essere un cervello animale non può assolutamente resettarsi quando sogna, perché ogni animale sogna dormendo e il giorno dopo non ha affatto dimenticato le cose apprese il giorno prima. Il resettamento è cosa da stato nascente e solo se si tratta di uno stato nascente futuro, perché se richiama uno stato nascente passato allora non si resetta la vita attuale, ma la si continua. In una fase di Stato nascente due persone fanno lo stesso sogno e per andare in questa fase occorre sia che una persona racconti all’altra il proprio sogno (dicendogli quello che vede quando chiude i suoi occhi) sia che l’altra persona sia in grado di capirlo (perché anche lui ha sognato qualcosa di simile). Sognare in due lo stesso sogno fatto da svegli è qualcosa di speciale, che solo gli umani (e i delfini) hanno imparato a fare. Rivere oggi uno stato nascente già vissuto in passato rinsalda la relazione, ma vivere un nuovo stato nascente fa “morire” un modo di vivere e fa “nascere” un modo di vivere diverso. Il cervello dietro registra tutte le situazioni incontrate, ma non sono fotografie bensì filmati, rivedendo i quali si riprovano le stesse emozioni provate allora. In tal senso il cervello registra non solo i fatti ma anche le emozioni provate. Questo archivio è il mondo per il cervello davanti e facendo ripartire il cavallo da zero, l’animale si farà un archivio nuovo e sarà un cavallo nuovo.

Julia (alla classe): – “Cosa vedi quando chiudi gli occhi?” Questa formula è sacra. Va usata soltanto in casi estremi, quando non c’è altra possibilità. È chiaro?


  • [F10<= Fig. 11:  condividere i sogni da svegli è sacro per gli umani perché li caratterizza  =>F12] Cosa ci può essere di più sacro per l’uomo di questa condivisione dei sogni da svegli, se (come ipotizzato nel mio modello del cervello => qui) essa è la differenza tra l’uomo e gli altri animali? Se poi “condividere un sogno” non riscalda il vostro cuore, chiamatelo amore, perché quando si condivide un sogno con almeno un’altra persona si va in stato nascente.
  • Non si deve attivare un nuovo stato nascente se ci va bene la vita attuale, perché esso fa morire la vita attuale e ne fa cominciare una nuova, resettando il cervello non in senso assoluto ma nel senso che il passato viene riorganizzato in funzione del nuovo presente, per cui appare come nuovo.
  • [F11<= Fig. 12: senza la struttura di comando attuale il cavallo si immobilizza perché non ne ha un’altra da sostituire ad essa  =>F13] Se si leva al cavallo la struttura di comando che governa la vita attule egli si immobilizza (che è cosa diversa dal “morire”) perché una struttura diversa da quella non può crearla, se è vero che crearla è una specificità umana, e senza una struttura di comando non è in grado di agire. Al massimo il cavallo può rifare la struttura che già aveva, ricominciando la sua vita da zero.

Julia (davanti al robot di un bambino). – L’SI9. Come l’avete progettato 10 anni fa, perfettamente assemblato e pronto. La struttura, l’endoscheletro, la meccanica muscolare, compreso il rivestimento. Ma manca la cosa più importante: il software di controllo emozionale.
Alex: – Riprodurre le emozioni di un bambino è una sciocchezza. L’hai detto tu, o sbaglio?

J.: – È dell’essere umano commettere errori.


  • [F12<= Fig. 13: la cosa più importante è il sistema emozionale corticale =>F14] Il sistema di comando più importante del cervello non ha un nome per gli esperti e ne ha uno di fantasia per le persone comuni, che lo chiamano “il cuore”. Questo sistema mai nominato in nessun libro è il sistema emozionale corticale e in questo film ci si riferisce chiaramente ad esso quando si parla di “software di controllo emozionale”, perché la parte sottocorticale del sistema emozionale (questa si abbondantemente nominata nei libri) non ubbidisce alla persona, permettendogli di scegliere cosa fare o non fare, ma la comanda. Così, dopo soli dieci minuti dal suo inizio, questo film eccezionale ha già “detto” tre cose sul cervello una più straordinaria dell’altra: 1) che il cervello non legge il senso/valore di una cosa ma glielo attribuisce; 2) che la cosa che rende l’uomo diverso dal cavallo e da ogni altro animale è di poter condividere i sogni da svegli; 3) che a comandare il comportamento è prima di tutto il sistema emozionale corticale.
  • Quella che fino a ieri non ha voluto ammettere l’importanza del sistema emozionale corticale è Julia, che in quanto donna rappresenta la parte dirigenziale dell’umanità (ma anche la dirigenza femminile, come la dirigenza emozionale del cervello, non è ammessa su Terra1, anche se tutti sanno benissimo chi comanda nella coppia). Le donne sono quelle che tengono in piedi la negatività in amore sulla terra attuale e Julia che si è decisa ad ammettere la centralità del sistema emozionale corticale permette di sperare che il passaggio all’amore positivo non è lontano.

Julia: – Il primo robot libero. È incredibile. Era così che te lo immaginavi, no?
Alex: – Perché io?
J.: – Non voglio mentirti. Non sei il primo che tenta la cosa. Ma credo che tu sia l’unico in grado di realizzare un robot che sia divertente e nel contempo anche sicuro. Alex, è la tua occasione per terminare quello che avevate lasciato a metà.
A.: – Si, però non lavorerò qui.
J.: – E dove te ne andrai?

A.: – Per adesso a casa di mio padre.


  • Un robot divertente è un robot che stabilisce relazioni positive e la sicurezza non è il punto forte di una relazione orientata al piacere, che essendo libera può essere facilmente interrotta.
  • Qui Julia non dice che il primo robot divertente (positivo) è già stato costruito da Lana, ma che Lana lo nasconde ad Alex e Julia lo nasconde al mondo ufficialmente perché “non è sicuro” (ovvero perché una relazione orientata al piacere non garantisce una durata illimitata della coppia). Se il problema fosse davvero questo, però, donne e uomini (Lana/Julia e Alex) potrebbero lavorare insieme alla soluzione del problema “durata della coppia positiva in amore”. Se nascondono ad Alex l’esistenza di un robot col sistema emozionale positivo è perché loro due hanno paura di perdere il loro potere lasciando il terreno noto della negatività in amore per il terreno ignoto della positività.

Prima di salire in auto insieme a Julia, Alex si incanta a guardare la donna in bianco che sta dicendo qualcosa ai suoi studenti, e lei guarda lui.
Salito in auto, Julia gli chiede: – Tutto bene?

Alex: – Si.


  • La donna in bianco è Lana, quella che ha il merito di aver terminato il progetto che era stato di entrambi fin quasi alla fine.
  • Lana, però, è anche quella che ha il demerito di essersi presa questo robot tutto per se, sottraendolo ad Alex e al resto del mondo (col colpevole silenzio-assenso di Julia) e impedendo all’umanità di fare altri robot divertenti (positivi) sulla base di quel prototipo.

La casa del padre di Alex è disabitata da quando il padre è morto.
Julia: – Sei sicuro che hai voglia di sistemarti qui?
Alex: – C’è soltanto un po’ di polvere.
J. (ridendo): – Tu sei matto. Domattina faremo installare l’attrezzatura. Però dovrai venire a dare un occhiata ai bambini. Uhm? Ne dovrai scegliere uno che possa fare da modello per l’androide.

|<= 4 – Max

Alex sta dormendo sul divano quando bussano.
Uomo: – Alex Garel?
Alex: – Ah-Ah.
Uomo: – SI7. Buongiorno a lei. (Gli dà la mano). Max, senza cognome. Mi manda l’università perché le faccia da domestico e l’aiuti in ciò di cui ha bisogno. Eh-eh.
A.: – Non so di cosa mi parli.
Max: – Per evitare quello stucchevole “non serve” “si che serve” “mi dispiace” “a me di più” “non voglio disturbare”. Mi mandano e punto.

Alex gli dice che non ha bisogno di lui e che può andare, ma il robot entra lo stesso.


  • Max risulta divertente quando definisce stucchevole la sequenza “non serve” “si che serve” “mi dispiace” “a me di più” “non voglio disturbare”.
  • Quando però Max entra lo stesso nonostante Alex gli abbia detto di non aver bisogno di lui, comportandosi come troppe madri di questa terra si comportano coi loro figli, si capisce che forse sarà anche di aiuto, ma di sicuro è qualcuno che vuole comandare su Alex.

Max (elencando ad alta voce le cose da fare, oltre al pulire): – Cibo, vestiti, gatto.
Il gatto è sul divano e gli soffia contro.
M. (al gatto) – Ringrazia che non hai pelo.
M. (continuando col suo elenco): – Più raccolta di oggetti vari. Sono l’aspetto più critico, gli oggetti vari. Ma io sono una macchina, non mi costa nulla. Se non le dispiace, comincio subito. Io appartengo alla scuola del “prima il dovere, poi il piacere”.
M. (“invitando” con le mani Alex a sedersi sul divano): – Questo è il suo momento di ozio. Che fa nei momenti di ozio?
Alex: – Lavoro.

M.: – Oh! Nel mio dizionario lavoro e ozio sono antonimi. Troveremo una soluzione al problema. Caffè?


  • Il piacere di lavorare appartiene ad ogni lavoro preso positivamente, ma il non avere niente di piacevole oltre al lavoro appartiene a Terra1, dove ogni piacere cercato nella vita privata è rigorosamente proibito.
  • Max antepone il dovere al piacere e questo esclude che possa essere emozionalmente positivo (perché si può sempre inventare un dovere per impedire qualsivoglia piacere).
  • Come ogni madre negativa che si rispetti, Max parla sempre lui, decide lui quando Alex “vuole” sedersi e decide lui quando Alex “vuole” non lavorare.

Max: – Un caffè e una passeggiata, è quello che ci vuole. C’è un tempo perfetto per una passeggiata.
Il robot prepara rapidamente il caffè e nel frattempo decide una mossa di scacchi.
Alex: – Sai fare molte cose.
M. (prendendo per la collottola il gatto): – Molte di più di quanto appaia. Mi ha creato l’equipe di Davide Garel.
A.: – Mio fratello?
Max elenca le molte cose che sa fare, oltre al parlare 29 lingue.
A.: – Puoi darmi del tu.
M. (soddisfatto): – Grazie Alex.
Max (insistendo per la passeggiata): – Ti farà bene. E poi ho bisogno di spazio.

A. (al gatto): – Andiamocene Grigio, qui non ci vogliono.


  • Un robot così orientato a comandare verrebbe spento immediatamente se non facesse anche tante cose utili ed questo mix di comportamenti utili e di comportamenti spiacevoli a creare il problema, che al momento Alex risolve andando via di casa.

Alex va a guardare i bambini candidati a fare da modelli.
Voce di donna: – Se quando torno non hai mangiato la caramella, te ne do altre cinque.
Stesso discorso al bambino 2, che però allunga la mano.
Voce: – Non la mangiare eh! Il bambino 2 fa cenno di si, ritirando la mano.

Julia: – Come vedi li abbiamo sottoposti a diverse prove. Tra cui quella dell’incitamento. (Nel frattempo il terzo bimbo mangia la caramella) Che ne dici?


  • Sacrificarsi oggi per star bene domani costringe a scegliere tra due dispiaceri, dopo di che non va bene ne il bambino che aspetta ne quello che non aspetta, ma solo quello che rifiuta questa trappola.

Alex dice che quelli non vanno bene, neanche uno, perché sono “troppo noiosi”.
Julia: – Come noiosi?
A.: – Si, hai capito bene. Chi vorrebbe vivere con uno di loro?
J.: – Il padre e la madre, ad esempio.
 A.: – Loro non contano.
Poi Alex si alza, prende una manciata di caramelle e si avvia per andarsene.

A. (prima di andare): – Con un bambino qualunque, avremo un robot qualunque.


  • Alex vorrebbe un bambino con sistema emozionale decisamente orientato al piacere e se ne va perché una caramella certamente non basta per trovare chi vuole il piacere presente e futuro più di ogni altra cosa.
  • L’andarsene di Alex esprime la sua non collusione con la negatività di Julia ed è quello che ognuno di questi bambini poteva fare, ma nessuno ha fatto.

|<= 5 – Alex rivede Lana

Alex non rinuncia al piacere di rivedere la prof.ssa Lana Levy, che l’orario dice impegnata in aula 8.

Lana: – L’intelligenza emotiva applicata alla robotica funziona così, è chiaro? La logica sfumata e gli algoritmi genetici ci permettono di progettare un cervello artificiale con variabilità. Che significa questo? Che tra tutte le scelte a sua disposizione, lui opterà sempre per quella che meglio si adatta alle esigenze dell’individuo… (pausa causata dalla vista di Alex che si è seduto su un banco) che ha di fronte.


  • Un sistema emozionale che facesse questo sarebbe positivo in quella relazione, perché se tra le cose possibili sceglie quella migliore per chi ha di fronte, allora si propone di far stare il meglio possibile chi ha di fronte.
  • Per un Alex che ha appena scartato tutti i bambini come modelli per fare un robot divertente in tal senso, non è evidentemente vero che questo orientamento al piacere altrui ce l’abbiano tutti i bambini, come si insiste a sostenere su Terra1 (ma non per cecità bensì per non ammettere l’esistenza di relazioni negative)

Suona la campanella e gli studenti vanno via.
Lana: – Che onore. Alex Garel in un’aula. Sarà la seconda volta da che ti conosco. Hai visto? Ora studiano le tue assurde teorie.

Alex: – Non so perché. Non servono a niente. Io non credo che vengano qui ad ascoltare le mie “stupide” teorie


  • Alex ha dovuto fare da solo se ha frequentato poco l’università, prendendo le distanze per sua scelta dalla versione corrente che le emozioni non si scelgono.
  • Il fatto che Alex abbia fatto molta strada è una prova che la tesi Terra1 sulle emozioni che non si scelgono è falsa.
  • Visto che le teorie di Alex sul come lavora un sistema emozionale umano non verranno mai accettate fino a che le donne continueranno a definirle assurde, però, è venuto a fare un atto di apprezzamento a questa donna.
  • Lana risponde all’apprezzamento col disprezzo, dopo di che lo stesso Alex è costretto a dire che le sue teorie sono “stupide”.
  • Julia le apprezza, però, visto che lo ha richiamato, e nel progetto affidatogli da Julia lui usa le sue teorie, evidentemente continuando a credere in esse nonostante la bocciatura di Lana (quella che vediamo qui e anche quella del passato, perché se Lana lo apprezzava di sicuro Alex non se ne sarebbe andato).

Lana: – Ah no. E perché vengono?
Alex: – Per vedere te.
L. (con tono di voce per nulla convinto): – Certo.
Lui le sorride.

Lana: – Devo andare, ho una riunione. Quando esci spegni.


  • Qui Alex offre apprezzamento e ottiene in cambio disprezzo, perché nessuna riunione pretende che la professoressa non perda nemmeno due minuti per strada.
  • Ufficialmente 10 ani prima se ne è andato Alex, ma il fatto che qui sia Lana ad andarsene, per sua libera scelta e dopo un atto di apprezzamento di lui, ci dice che Alex è stato costretto ad andarsene e anche che è stato costretto ad andarsene dal fatto che lei non apprezzava le sue idee.
  • Se non le apprezzava veramente era una cosa, ma invece le apprezzava visto che ha completato lei il progetto di lui arrivando ad Eva.
  • Disprezzare ciò che si ritiene di valore è ciò che fanno le persone in una relazione negativa.
  • Alex non ha accettato questa relazione negativa, ma è rimasto solo perché tutte le donne sono così, e Alex non si meraviglierebbe se gli studenti dovendo scegliere tra le sue teorie condannate dalle donne e le donne, scegliessero queste ultime andando in classe più per guardare lei che per guardare la teoria di Alex.

|<= 6 – Eva

Alex va con la sua auto a vedere bambini e bambine che giocano in un parco gioco, procedendo pianissimo mentre guarda.


  • Dire che guardare i bambini altrui è cosa da pedofili è tipico di Terra1, dove l’interesse ad amare gli altri, adulti o bambini che siano, è tradotta con interesse a farci sesso (mica con interesse alla loro felicità perché è necessaria alla propria).

Una bambina col vestito rosso che si mette a camminare con le braccia, entrando dietro ad un cartellone pubblicitario che fa vedere di lei solo i piedi in aria, attira l’attenzione di Alex.


  • Il modo di camminare della bambina è opposto al modo di camminare normale ed è questo suo distinguersi dagli altri che attira Alex, non certo le gambe all’aria o il corpo della bambina, nascosti entrambi dal cartellone pubblicitario.

Mentre la bambina cammina divertendosi a fare giravolte su se stessa, Alex la guarda. Quando la bambina lo guarda, Alex gli sorride e distoglie lo sguardo, ma tornando ben presto a guardarla.
Bambina (fermandosi): – Che fai, guardi?
Alex: – Non ti sto guardando.
B.: – Ah no? E come lo chiami tu il fissare lo sguardo su una cosa?
A.: – Guardare.

B. (facendo una constatazione e non un rimprovero): – Allora mi stavi guardando, no?


  • Alex nega lo sguardo per negare che era uno sguardo con cattive intenzioni, ma il tono della bambina ci dice che lei non ha pensato male.
  • Questo non pensare male di un adulto maschio che ti guarda è altrettanto inusuale del camminare con le mani invece che coi piedi, e fa di questa bambina una bambina decisamente speciale.
  • Bisognerà aspettare la fine del film per scoprire che lei è un robot con un sistema emozionale fortemente orientato alle relazioni positive, comunque la positività è una scelta sempre disponibile per tutti e anche una scelta che farebbero tutti se preferissero il piacere alla sofferenza dal momento che produce piacere a entrambi.

Bambina: – Ti capita spesso?
Alex: – Che cosa?
B.: – Di guardare i bambini.
A.: – Mi capita.
B. (sorridendo): – Che forza. Un pervertito che ammette senza problemi di esserlo.
Anche Alex sorride.
B.: – Se non altro sei originale.
A.: – Non è come pensi. È una questione di lavoro.
 B.: – Se cerchi scuse non sei originale. Dici che si tratta di una questione di lavoro. Sul serio?
Alex fa cenno di si.

B.: – A me non interessa. Ciao.


  • A differenza di Alex, che al piacere nel privato mostra di averci rinunciato quando dice che nei momenti di ozio lui lavora, alla bambina una relazione privata interessa e una cosa di lavoro no.

La bambina corre via saltellando allegra.
Alex (sceso dall’auto): –  Aspetta.
Bambina (girandosi): – È come nei film.
A.: – Che cosa?
B.: – Nei film quando lei se ne va, lui dice aspetta. Lei si gira e lui la bacia (la bambina chiude gli occhi e finge di baciare).
Alex (sorridente e soddisfatto): – Come ti chiami?

B.: – Eva.


  • Dire “è come nei film” equivale a dire “è come nei sogni”, perché un film è essenzialmente un sogno registrato su pellicola.
  • Ricordo che chiudere gli occhi avvia il ritmo alfa nel cervello, quello della veglia rilassata, situazione nella quale si attiva il “sognare da svegli” e qui Eva chiude gli occhi mentre racconta quel che succede nei film e nei suoi sogni.
  • Raccontare i propri sogni ad un estraneo non è prudente, ma Alex estraneo lo era all’inizio del dialogo, perché ora Eva ha ricavato dalla comunicazione non verbale sufficienti informazioni per sapere con certezza che Alex ha buone intenzioni verso di lei.

Alex: – Vuoi una caramella? Una sola, però.
Eva: – Una sola? Sei un pervertito professionista. A che sono?
A.: – Non lo so.
E.: – Allora non mi piacciono, ma le prendo tutte e due.
Eva (mangiandone una): – Vuoi una caramella? È al “non lo so”, ma è un “non lo so” che sa di fragola.

Alex riprende la seconda caramella. Alex poi le dice che vorrebbe lavorare con lei alla costruzione di un robot, se i suoi sono d’accordo, ma lei non si pronuncia e scappa dicendo che l’aspettano e che deve ammettere che è un pervertito differente.


  • Un pervertito è uno con cattive intenzioni e non cerca lo star bene altrui ma la sofferenza altrui, per cui una caramella te la regala ma per la seconda vuole qualcosa in cambio (perché alla fine quanto ricevuto deve avere un saldo complessivo negativo).
  • La seconda caramella presa da Eva per avere una caramella da offrire ad Alex è una caratteristica fondamentale della relazione positiva, dove si ricava piacere sia dal prendere che dal dare.
  • La particolarità non è che Eva abbia capito le buone intenzioni di Alex, perché quelle le capiscono tutti, ma che gliele riconosca, cosa che produce piacere nell’altra persona e la valorizza (rendendo più difficile disprezzarla per sottometterla ed è per questo che si evita accuratamente di apprezzare nelle relazioni negative)

|<= 7 – Il robot bambino

Max ha rimesso in ordine e preparato la cena. Si informa sulla passeggiata, che Alex definisce “piacevole”, e serve un’ottima cena. Poi dice che i tecnici dell’università hanno portato le macchine e il software per lo sviluppo del robot. E anche che ha preparato una cesta per il micetto.


  • Il sistema di Max è quello di comandare su Alex e sul gatto mentre finge di servirli, decidendo lui cosa possono o non possono fare.
  • Nel caso umano, che è quello delle donne ufficialmente al servizio di marito e figli ma in realtà al loro comando, il sottinteso è che se non obbediscono perdono i loro servizi.
  • In pratica la scelta è tra due dispiaceri, quello di essere comandati e quello di doversi fare tutto da soli, lasciando fuori il piacere di una relazione paritaria senza padroni che non costringe a scegliere tra l’utile e il piacevole ma li mette insieme.

Il gatto preferisce il divano alla cesta e Max lo prende di peso per sloggiarlo, mentre il gatto cerca di graffiarlo.
Max: – Questo gatto deve essere rotto. Credo che vada riparato.
Alex: – Grigio è un robot libero. Fa quello che vuole. Non risponde a tutte le norme di sicurezza, ma è un’ottima compagnia.
M.: – Un robot libero? Non conosco quest’applicazione.
A.: – Perché è un’applicazione illegale. Occupatene, però non mi rovinate la vita.

Poi Alex chiede a Max di abbassare il suo livello emozionale dal valore attuale, 8, al 6 e Max esegue.


  • In amore la libertà data al partner significa che può amare chi vuole e il rischio è che la usi per smettere di amare il proprio partner, ma in compenso è un’ottima compagnia perché chi resta potendosene andare dalla relazione esprime apprezzamento per il partner.
  • L’amore negativo è invece obbligato e assicura tanto la durata della relazione quanto la sua non piacevolezza.
  • Nell’amore positivo di Terra2 la durata è però assicurata dalle lentezza dell’incubazione e dalla sua piacevolezza, che sposta lontano 20 anni il prossimo amore e contemporaneamente porta nel presente il suo piacere.

Alex è al lavoro sul cervello del robot, nel quale inserisce moduli fornito dal computer. Poi restringe il cervello alle dimensioni di una pallina e lo lancia su un robot di prova, che subito si anima e comincia a esplorare l’ambiente.

Alex lo osserva e poi scrive “curioso”.
Qui il robot fa girare un meccanismo e ride, mentre Alex annota “allegro”.
Il robot segue con la mano il fumo della sigaretta accesa sul posacenere.
Alex: – Fumo.
Robot: – Fumo.
Alex annota “ricettivo”. Il robot sta per mettere il dito sulla fiamma della sigaretta, quando squilla il telefono. Il suono spaventa il robot che cade in terra e fa movimenti scomposti.

Alex (al telefono): – Si.
David: – Ciao sfigato.
A. (controvoglia): – Ciao.
D.: – Vieni a cena domani?
A.: – Ho un sacco di lavoro.
D.: – Si. Alle 9. Puntuale.
A.: – No, David…

Ma l’altro ha già riattaccato. Alex scrive “pauroso”, visto che il robot è sempre a lamentarsi a gambe all’aria, poi lo spegne.


  • David è negativo verso Alex, perché altrimenti non avrebbe iniziato la conversazione con un “ciao sfigato”, che è in ogni caso un grosso atto di disprezzo.
  • Ma lo “sfigato” di David è molto più spiacevole di uno “sfigato” qualsiasi, per Alex, perché David è quello che accettando quello che Alex non ha accettato, di rinunciare al robot libero e divertente, ha reso nulle le possibilità che Lana ricercasse Alex (approvando alla fine l’amore positivo, perché di questo stiamo parlando).
  • L’invito a cena imposto da David senza ascoltare il fratello rafforza la distanza tra la libertà con apprezzamento di Alex e le imposizioni con disprezzo di David (ma dietro al disprezzo di David c’è quello di Lana, perché è lei che ha scelto David e scartato Alex).

|<= 8 – A cena dal fratello

Alex va alla cena con un mazzo di fiori per Lana, ma prima di salire le scale butta in terra i fiori.


  • Questi fiori provano che Alex sa che David sta con Lana, il che suggerisce l’idea che prima Lana si sia messa con David e dopo Alex se ne è andato (mentre la tesi che David espliciterà più avanti è che lui si è messo con Lana dopo che Alex l’aveva abbandonata, per quel motivo non si capisce visto che Alex è evidentemente innamorato di Lana anche oggi, dopo 10 anni che non l’ha più rivista)
  • Il problema di Alex e il motivo per cui butta il mazzo di fiori è che apprezzare una Lana che non ha apprezzato la sua positività (in robotica e nella vita) è una rinuncia alla parte migliore di se stesso.
  • Per non sentirsi solo sulla terra, tuttavia, Alex è stato tentato dall’apprezzarla e se ha comprato il mazzo di fiori che ora butta, evidentemente non ha saputo resistere a questa tentazione.

Alla fine i fiori glieli porta, però, perché qui vediamo darglieli, con Lana che ringrazia e gli da un bacio sulla guancia.
David (che guardava preoccupato): – Come è andata in Australia? C’è qualche australiana?
Alex: – Nulla di serio.
Lana: – Beh, alle donne Alex ha sempre preferito i robot.
A.: – Perché le donne parlano troppo.
D.: – Si, e non sai quanto.

L. (tirando un pupazzo di stoffa a David in segno di protesta): – Eh!


  • Non si vince da soli, in amore, e Alex alla fine sceglie di fare il pentito, poco convinto ma rassegnato a dover fare marcia indietro se nessuna donna approva il suo robot libero e divertente.
  • Il lavoro si preferisce in presenza di un amore negativo e qui Lana spaccia per causa una scelta che invece è una conseguenza, precisamente una conseguenza della sua negatività se anche prima che andasse via Alex preferiva i robot a lei.

Eva (entrando e depositando il cappotto): – Ciao. Quanto fumo. Che c’è da mangiare?
Lana: – Zuppa.
David: – Eva, ti presento tuo zio Alex.
E. (nascondendo che lo ha già conosciuto e allungando la mano): – È un piacere.

Mentre Alex le stringe la mano, Eva strizza l’occhio offrendo e chiedendo complicità. Alex sorride contento e abbraccia il fratello facendogli le sue congratulazioni per il fatto di avere una figlia così.


  • Una bambina positiva dice tutto, se la madre è positiva con lei, altrimenti dice quello che le conviene perché la libertà di essere se stessa che non le è concessa d’ufficio se la prende da sola.
  • È difficile immaginare che David non sappia che Eva è un robot, mentre è accettabile pensare che abbia deciso anche lui come Lana di considerarla una figlia, visto che tutte le caratteristiche sia fisiche sia di cervello di Eva sono identiche a quelle umane.
  • I robot integrati di questo film sono poco robot e molto umani modificati in aspetti circoscritti, in pratica sono umani che hanno accettato di discostarsi per qualche aspetto dall’umano classico.
  • Max, il robot di David è un umano negativo perfetto, diciamo l’ultimo stadio dell’evoluzione umana sulla terra negativa in amore.
  • Eva, il robot di Alex è una umana positiva perfetta (quindi non solo sul lavoro, dove essere positivi è facile, ma anche nelle relazioni private, oggi coi genitori e domani con gli uomini, dove invece essere positivi è una stranezza.
  • Max non mette in pericolo nessuno, mentre Eva mette in pericolo tutti su Terra1 (a cominciare da sua madre), ma non metterebbe in pericolo nessuno se anche gli altri fossero positivi.
  • Eva seleziona la specie adatta ad andare su Terra2, scartando la madre e David e accettando Alex, ma in realtà la madre e David si scartano da soli con un rifiuto della positività da adulti che dura da 10 anni e che continua anche dopo il ritorno di Alex.

Eva: – E perché eri andato via?
Lana: – Per lavorare in un posto migliore.
E.: – Migliore di Santa Irene? Per me non esiste.
David: – Per me nemmeno. E con Julia adesso come è andata? Che devi fare?
Alex fa un gesto che significa “bocca cucita”.
D.: – Su, non rompere coi tuoi progetti segreti.
A.: – Sai che non posso dire niente.
E.: – Chi è Julia?

L.: – Una vecchia signora sapiente e brontolona.


  • Lana passa avanti ad Alex nel rispondere obbligandolo in pratica a dire che era lui a non apprezzare lei e Santa Irene.
  • David completa l’imposizione di Lana cambiando il discorso prima che Alex possa replicare fornendo la sua versione, tanto più che la domanda di Eva era diretta a lui.
  • Eva mostra di non credere alla spiegazione di sua madre, ma se si ritira quella allora la spiegazione è che era Lana e Santa Irene a non apprezzare Alex, che se ne è andato in quanto rifiutato.
  • Diciamo pure che Lana ha preferito David ad Alex, dopo di che lui se ne è andato.

David: – Un brindisi. Ai vecchi tempi.
Alex: – E ai nuovi segreti.
Qui Alex guarda Eva e strizza un occhio rispondendo affermativamente all’occhio strizzato prima da Eva, mentre Lana si accorge di qualcosa e guarda interrogativamente prima la figlia o poi Alex.

Dopo il brindisi Eva fa un grande sorriso ad Alex


  • Eva sta cercando un padre, perché non gli torna che una positiva come lei sia nata da due persone negative come sua madre e David, e attualmente il candidato a questo ruolo è Alex.
  • Lana è sospettosa, ben sapendo di aver nascosto ad Eva che è figlia di Alex, ma loro si sono trovati lo stesso e ora Lana si sta giocando l’ultima possibilità di tirare fuori la verità.

Alex ha fatto un video, nel quale David ha deciso cosa deve mangiare Eva e Lana ci scherza sopra, ma sempre di imposizione si tratta.
Max (che con la scusa del gatto è venuto a guardare): – Sono prove per l’SI9?
Alex: – Uh-uhm.
M.: – Non è un po’ sopra le righe (troppo diversa dalle altre persone) per fare da modello per un robot?
A.: – Si. Sto cercando modello divertente.

Max (dopo aver spruzzato sul gatto, che non ha gradito): – Buono. È solo un antiossidante.


  • Max, l’infiltrato di David in case di Alex, gode nel dare fastidio al gatto ma lo spaccia come cosa utile per il gatto.

Alex si è addormentato sopra i computer che sostengono il suo sogno di creare un sistema emozionale orientato al piacere, quando viene svegliato da dei colpi.


  • Notare che il sogno di Alex sarebbe già stato realtà, avendo lui creato una Eva divertente, ma Lana non glielo ha riconosciuto pur tenendosi Eva e ora lui non dorme accanto ad una donna ma accanto ad un computer perché nessuna donna ha voluto apprezzare la sua positività.

|<= 9 – Eva va da Alex

Fuori Eva sta tirando palle di neve sul suo lucernario.
Eva: – Pervertito. Sei uno che dorme, eh? È mezz’ora che sto qua fuori.
Poi Eva scende con un volo acrobatico fatto alla perfezione.
Alex: – Attenta. Così finisce che ti rompi la testa.
E.: – Mia madre dice che per imparare a fare una cosa, bisogna cadere molte volte.
A.: – Eh si. Allora che fai? Entri? O ti faccio paura?
E.: – Non hai capito un cavolo. Quello che intendeva dire mia madre è che non devo avere paura di niente.

Alex le tira della neve e lei esprime con uno strillo la sua paura.


  • La paura come emozione di origine esterna dura quanto questo strillo di Eva (al massimo dura qualche secondo, dopo di che se la paura resta è perché si vuole farla restare).

Entrata in casa, Alex la lascia libera di fare quello che vuole.
Al contrario Max la mette a sedere e le dà un giornale da leggere, decidendo lui cosa deve fare, naturalmente per il bene di lei. Dopo aver brontolato il gatto, che era saltato in grembo a Eva, il robot si presenta dicendo di chiamarsi “Max e basta”.

Alex propone a Eva di fare un gioco, nel quale lei deve riconoscere le emozioni dei soggetti. Il rinoscimento procede bene, ma davanti a questa foto Eva dice “triste”.
Alex: – Sei sicura? Guardalo bene.
Eva: – Sta piangendo.
A.: – A volte non si piange perché si è triste.
E.: – Che diresti tu?
A.: – Allegro.
E.: – Come allegro?
A.: – È un uomo che ha appena vinto una gara.
E.: – E allora? Lui è triste perché ha vinto.
A.: – E perché vincere lo rende triste?
E.: – Perché sa che non potrà vincere sempre.

A.: – Se fosse così, quando qualcuno perde dovrebbe ridere, perché sa che non perderà tutta la vita.


  • Le persone negative sono dispiaciute se vincono tanto quanto quelle positive sono dispiaciute se perdono.
  • Se Alex vuol sostenere di non essersi mai accorto di questo, vuol dire che copre la negatività e la cosa migliore che può fare una persona positiva è di evitare di avere una relazione con lui.

Alex (ridacchiando): – Ahi, ahi. La signorina delle risposte non ha una risposta.
E. (seria): – Si che ce l’ho.
A. (continuando a ridere): – Quando ti arrabbi sei molto divertente.
E.: – Non ridere. Alex non smette e allora lei prende il soprabito e dice: – Aprimi la porta.
A.: – Dove vai?
E.: – Ho detto apri la porta.
 Alex comanda alla porta di aprirsi ed Eva sale le scale.

A.: – Se pensi che ti corra dietro, mi dispiace. Ti sbagli. Eva chiude la porta dentro di se.


  • Alex vuol prendersi una ragione che non ha ridendo di Eva, e lei giustamente se ne va (come giustamente se ne è andato Alex quando è stato evidente che Lana era negativa con lui).
  • Lasciandola andare,però, Alex si fa perdonare classificando come episodica la sua negatività, perché una persona stabilmente negativa avrebbe imposto la sua presenza ad Eva.

Poco dopo si sente bussare ed è Eva che torna, mettendo una condizione: – Se vuoi che ti aiuti ancora, voglio vedere il robot.


  • Eva torna perché Alex l’ha trattata alla pari lasciandola libera di andare via e torna chiedendo parità: se anche lei sta lavorando al robot, vuole collaborare con Alex alla pari.
  • La parità offerta da Eva è un grande regalo che lei fa ad Alex, nella loro relazione privata, perché sia in quanto bambina che in quanto donna lei poteva chiedere un gradino superiore.

Alex: – Questo qui è il processore, il cervello del robot.
Eva: – Il suo cervello? Quanto è grande.
A. (rimpicciolendolo): – In realtà non è grande. È piccolo come una biglia.
E. (dopo che il cervello è stato reingrandito): – Che sono questi pezzi?
A.: – I componenti che formano il carattere. Quel pezzo ad esempio è l’aggressività.
E. (indicando una palla): – E questo?
A.: – Quello è l’orgoglio.

E.: – È molto piccolo per essere l’orgoglio. Alex lo ingrandisce, poi compatta il cervello e lo manda sul robot.


  • Si, l’orgoglio è molto sviluppato sulla terra negativa, dove sentirsi importanti è l’obiettivo più immediato della persona negativa.

Il robot si alza.
Eva: – Che bello. Che fa ora?
Alex: – Reagisce a ciò che vede. Si sta costruendo una memoria sulla base delle sue esperienze. Come un umano.
Il robot guarda soprattutto Eva.
A. (Indicando parti del cervello in vorticosa rotazione): – E così è come ti vede l’SI9.
Eva guarda molto contenta l’effetto sul cervello del robot di guardare lei, emozionandosi perché il cervello del robot è un fuoco di artificio di luci in movimento.

|<= 10 – Il bagno di Eva

Lana (versando acqua col bicchiere sui capelli di Eva): – Laviamo bene la testa.
Eva: – Scotta tanto.
L.: – Non è vero, lagnosa.
E.: – Oggi sono stata a casa di Alex.
L.: – Quando?
E.: – Dopo la scuola.
L.: – Si, ma mi avevi detto che andavi da Maria.
E.: – Non sto più bene con Maria.

L.: – Ti ho detto mille volte di non uscire dal paese in bici.


  • Secondo voi in un futuro così tecnologico c’è bisogno che la madre versi acqua col bicchiere per lavare i capelli di Eva?
  • Facendole il bagno, Lana tratta Eva da incapace e rinuncia alla tecnologia per essere lei a comandare, sul bagno come su qualunque altro momento della giornata di Eva viste le mille volte in cui ha biasimato le esplorazioni fuori città di Eva.

Eva: – Però sono stata attenta.
L.: – Non me ne importa. Attenta o non attenta, non voglio che lo fai.
E.: – Scusa.
L.: – Promettimi che non lo rifarai.
Eva non dice nulla.
L.: – Allora! A letto senza favola?
E.: – Te lo prometto.

Mentre promette Eva fa questo gesto, traducibile con “promessa estorta e quindi non mantenerla non è violazione dell’impegno”.


  • Eva va dove la porta il cuore, ovvero il suo sistema emozionale, e sua madre gli chiede di metterlo a tacere, diventando negativa ovvero disprezzando tutto a priori.
  • Eva non vuol sacrificare il suo bene più prezioso, la sua capacità di apprezzare chi merita apprezzamento, e fa una promessa a parole promettendo a se stessa di ignorarla.

Eva: – Perché non mi avete detto di Alex?
Lana (dopo un’esitazione): – Perché papà si arrabbiò quando andò via.
E.: – Tanto?
L.: – Si.
E.: – E tu?
L.: – Anche io, molto.
E.: – Perché?

L.: – Beh… perché… studiavamo insieme, lavoravamo ad un progetto comune. C’era un grande affetto tra noi e all’improvviso è partito. E ci ha lasciati tristi e arrabbiati.


  • Il progetto comune era Eva e possiamo ben vedere che avevano vinto la scommessa di fare un robot che fosse felice e che desse felicità agli altri.
  • Alex sta sempre cercando di fare Eva, non sapendo di averla già fatta, mentre Lana e David no, hanno smesso dopo aver avuto successo (notare che questo è un esempio di tristezza dopo aver vinto, la tristezza di chi scarta la soluzione per tenersi il problema, evidentemente preferendo avere i problemi che ha).

Eva: – Gli volevi bene come a papà?
Lana: – Si, più o meno.
E.: – Più o meno?
L.: – Più o meno. Ma che lingua lunga.

Poi Lana mette la testa di Eva sotto l’acqua.


  • Traduciamo “volevo più bene ad Alex ma gli ho preferito David, dopo di che lui se ne è andato.
  • Perché Lana ha mandato via l’uomo che amava e si è sposata con quello che non amava?.
  • Per lo stesso motivo per cui le donne di Terra1 trattano male gli uomini che le trattano bene e trattano bene quelli che le trattano male: per fare le vittime, dopo essere state loro ad aver creato problemi scartando la soluzione buona e approvando quella cattiva.
  • Lana cerca di affogare questa terribile verità e la sua operazione riesce da ben 5 mila anni, ma la verità non affoga mai perché riaffiora in ogni situazione e Lana ha davanti a se una bambina che sta cercando la verità e che non gli farà sconti quando sarà chiaro che Lana gli racconta bugie da sempre.

Julia (rubando con aria sbarazzina i fogli che Alex tiene in mano): – Hai l’aria contenta?
Alex: – Lo sono.  […] Cosa succede se invece di un bambino facciamo una bambina?
J.: – Alex, come ti ho già detto l’SI9 è un bambino. Manca solo il tuo programma di reazione emotiva.

Alex insiste, ma Julia dice che le bambine sono troppo contorte.


  • Julia non vuole una donna che abbia emozioni adeguate alla situazione, dopo 5 mila anni di emozioni falsate dalle donne per scelta, e per lo stesso motivo Alex preferisce di gran lunga fare una bambina.
  • Lana ha mentito ad Alex con le sue emozioni ed Eva gli sta restituendo le soddisfazioni che Lana non ha voluto dargli, per cui che Julia lo voglia o meno lui farà una bambina.
  • Anzi l’ha già fatta, ma Lana non c’è stata ad ammettere la sua falsità e quella di tutte le donne che l’hanno preceduta ed ha costretto Alex ad andarsene, tenendosi la bambina sincera ma tenendola solo per se stessa.
  • Eva è la bambina sincera emozionalmente che Lana avrebbe potuto essere anche da adulta ma che non è stata

|<= 11 – Sembrate felici

Alex non riesce a non andare a parlare con Lana.
Alex: – Non ti dedichi più alla ricerca? Ora preferisci insegnare.
L.: – È molto diverso, però ho una vita più tranquilla.
A.: – Sembrate felici.
L.: – Si, perché lo siamo. E tu? Hai incontrato chi ti ha spezzato il cuore?

Lui fa cenno di no con la testa.


  • Lei, Lana, glielo ha spezzato e Alex non ha sentito il bisogno di fare il bis.
  • No, non sono affatto felici se come tutto lascia pensare sono una coppia negativa, ma recitano una commedia.
  • Quando si è giovani si cerca, precisamente si cerca la strada per essere felici, poi si smette e si passa a insegnare ai figli le proprie scoperte.
  • Lana però non vuole insegnare a Eva quello che ha scoperto quando stava con Alex, ma vuole tenerla all’oscuro di una cosa che metterebbe lei in cattiva luce. Anche se questa cosa la sa Eva e la sanno tutti.

Lana: – Alex. Eva mi ha parlato dei tuoi test. E… scusa, ma preferirei non li facessi con lei. È una bambina e voglio che faccia cose adatte alla sua età. Quindi, se non ti dispiace…
Alex: – No, certo. … Scusami.
L.: – No.
A.: – Lei è così speciale.
L.: – Ah si. Lo è davvero. D’altronde che ti aspettavi. È mia figlia.

La macchina di David si mette di traverso sulla loro strada e il sorriso di soddisfazione di Lana per Eva si spegne di colpo.
Lana (dando due baci sulle due guance ad Alex): – Beh, allora. Ci vediamo. Buona fortuna.
Alex: – Grazie.
Da lontano David saluta il fratello con la mano alzata e Alex fa lo stesso.

Lana bacia David sulle labbra.


  • Guardate questa macchina di traverso e ditemi se Alex si è messo con Lana perché Alex non voleva Lana o se gliela ha portata via.
  • David è stato quello che Alex avrebbe potuto essere (se rinunciava alla sua positività) ma non ha voluto essere.
  • Lana poteva sposare l’Alex positivo o quello negativo e ha scelto quello negativo, dando la colpa della sua scelta all’Alex positivo (e infatti lui una colpa ce l’ha: quella di essere positivo.
  • Benvenuti alla fiera della finzione, perché David sa che Lana ha fatto una figlia con Alex ma fa finta che sia sua, mentre Lana ha amato Alex abbastanza da farci una figlia insieme ma va a baciare sulle labbra David.

Alex lavora al cervello del robot.

Poi lo vediamo giocare a scacchi con David, parlando sui pregi che riconoscono all’altro.


  • Questa partita a scacchi è tra l’Alex positivo, contento del suo orientamento al piacere ma senza una donna, e l’Alex negativo, che una donna l’ha trovata rinunciando a cercare il piacere.
  • David ha una moglie negativa, Alex una figlia positiva e il futuro sarà chiaramente di Alex, mentre il presente è di David.

|<= 12 – Eva torna da Alex

Eva aspetta Alex a casa sua.
Alex: – Eva, non si può fare. I tuoi non vogliono che vieni qui. Mi dispiace.
Eva (da fuori del finestrino): – E allora? Io voglio venirci. E tu hai bisogno che io ci sia.
A.: – Ci sono tanti bambini.
E.: – Ma non come me. Con un bambino qualunque avrai un robot qualunque. Fammi entrare dai.

Poi Eva scompare, ma bussa sul tetto dell’auto.
Alex: – Eva scendi.
Eva: – Va bene. Come vuoi. Allora niente. Peccato. Oggi volevo raccontarti la storia di David e di mia madre.
Alex (aprendo lo sportello e guardandola negli occhi): – Quale storia?
E.: – O mi fai entrare o niente.
A.: – va bene. Faremo dei test che non sono test. Tu fai la bambina che si diverte e io ti osservo. D’accordo?

E.: – D’accordo, pervertito.


  • Eva sta prendendo il posto di Lana con Alex e questo giustifica il “pervertito” con cui continua a chiamare lui, ma la pervertita è lei che a 10 anni vuol prendere il posto che fu di sua madre.
  • In realtà amore di padre e amore di uomo possono tranquillamente coesistere e sommarsi l’uno all’altro, su Terra2 perché sulla terra attuale amore implica sesso e il sesso vuole l’esclusività.

Eva ed Alex sono andati a pattinare, ed Eva è brava mentre Alex si regge in piedi a stento, per cui la persona grande la fa lei.
Alex: – Favola.
Eva: – Mamma.
A.: – Donna.
E.: – Bella.
Poi vediamo lei guidare lui verso un’altura che sovrasta la città, ed è Eva che propone le parole ed Alex che dice la prima parola che gli viene in mente.

Eva: – Tu sei caduto poco.
Alex: – Come?
E.: – Se mia madre vede uno incapace di scalare una montagna dice “è uno che è caduto poco”
A.: – Dice così?
E.: – E non vorresti che lo dicesse di te. È vero?
A.: – Senti, tra e tua madre…
E. (interrompendo): – Non c’è niente. Tua madre è una donna straordinaria e bellissima, ma tra noi è tutto finito. E se cambio faccia tutte le volte che sento parlare di lei è solo per il ricordo dei momenti meravigliosi passati insieme.
Eva ride.
 A.: – Ma che dici?
E.: – Niente.

Quello che direbbe il protagonista di un film.


  • Lo ha visto Eva che Alex è innamorato totalmente di Lana e non dovrebbe averlo visto Alex stesso, Lana e David?
  • Tutte queste persone negano la verità, pur conoscendola benissimo, perché altrimenti dovrebbero chiamare col loro nome la scelta fatta a suo tempo da Lana (che ha disprezzato Alex pur apprezzandolo), da Alex (che si è preso colpe che non aveva per scelta di Lana) e da David (che ha sostituito Alex fingendo di non vedere che non era lui che apprezzava Lana).
  • Eva tutte queste bugie le sopporta poco e rivorrebbe il suo vero padre, che non può essere David visto che lei è troppo più positiva di lui e quindi deve essere Alex, ma c’è un grosso ostacolo in mezzo che si chiama Lana.

In cima a uno strapiombo con vista sul paese, Eva indica la sua casa.
A.: – Mi hai fatto arrivare qui per dirmi questo?
E.: – Aspetta. E per dirti che quella casa lì (dall’altro lato del paese), sulla strada per l’università, è quella di David.
A.: – Non vivete insieme? Eva dice di no con la testa.
A.: – E allora?
E.: – Non dire che non sei felice, perché lo sei. Muoviamoci, devi farmi ancora un mucchio di test. Un patto è un patto.

A.: – Mi farai morire.


  • Nel sogni di Eva, da quando ha incontrato Alex e capito che è lui il suo vero padre, David è lontano come se abitasse altrove.
  • Se sia vicino Alex lo deve decidere Alex, ma lei gli fa posto accanto a se e a sua madre immaginando fuori di casa David e invitando Alex a occupare quel posto, se lo desidera sempre.
  • L’invito lo dovrebbe fare Lana, invece lo fa Eva, e Lana è avvertita: o ci sta anche lei o scompare anche lei dal cuore di Eva, tanto velocemente quanto è scomparso David, ammesso che ci sia mai stato.
  • Si, Eva lo farà morire per rinascere come padre di lei e, se Lana ci sta, anche come marito di lei.

Il robot col cervello uguale a quello di Eva, guardando il video di Eva che sta guardando Alex: – Chi è?
Alex: – È Eva.
R.: – Quanti anni ha?
A.: – Dieci.
R.: – Sembra simpatica. È tua figlia?
A.: – No (ma il suo sguardo dice “si” o quantomeno “vorrei tanto che lo fosse”).

R.: – Ti somiglia molto.


  • Ti somiglia troppo per non essere tua figlia, dice il robot, dice Eva e a questo punto dovrebbe dire anche Alex.
  • Se avevate ancora dei dubbi sul fatto che Eva pensasse ad Alex come al suo vero padre, queste parole di un robot che ha lo stesso cervello di Eva ve li dovrebbe fugare al 100%.
  • E dopo queste parole del robot, che Eva pensa questo lo sa di sicuro anche Alex.

Alex va subito a casa di Eva e in effetti vede lei e sua madre da sole.
Ma David arriva subito dopo e non solo entra in casa, ma Eva gli salta al collo come fosse suo padre e Lana lo bacia sulle labbra come se fosse il suo amore.
Alex torna ad essere sicuro che David abiti con Lana, per cui Eva gli ha mentito.
Eva, però, lo guarda come a rivendicare la bontà di una versione dei fatti che oggi non corrisponde ai fatti.

|<= 13 – Non ridere

Robot: – Annoiata.
Alex: – Sei sicuro?
R.: – Si.
A.: – Sbadigliamo anche quando siamo molto stanchi.
R.: – Lei è annoiata e la sua noia la stanca.
A. (ridacchiando): – Certo. Così come la stanchezza può annoiare. Così vale tutto.
Alex ride sempre quando annota “cereativo”.
R.: – Non ridere.
A.: – Perché no?

R.: – Perché no.


  • Perché se l’emozione della noia viene prima, la stanchezza è un effetto, mentre da 5 mila anni le persone negative vendono la versione di comodo che l’emozione è conseguente alla situazione esterna, negando il loro coinvolgimento nel rendere come è la situazione esterna.

Alex ride ancora.
R.: – Non ridere.
A.: – Rido perché sei divertente.
R. (alzandosi in piedi arrabbiato): – Non sono divertente.
A.: – Siediti.
R.: – No.
A.: – Seduto.
R.: – No. Non voglio
A. (mentre il robot butta giù dal tavolo tutto ciò che c’è): – Ehi, ma che stai facendo? Ti ho detto di sederti.
R.: – No.
A. (mentre il robot si avvia verso le scale): – Che cosa fai?
R.: – Me ne vado.
A.: – Dove vai?

R.: – Me ne vado.


  • Anche il robot come prima Eva non ritiene possibile alcuna relazione positiva con un Alex che, sul punto più vitale per la negatività, fa finta di non sapere. E visto che una relazione negativa lui (robot) non la vuole, se ne vorrebbe andare.

Alex: – Non puoi uscire.
Robot: – Perché no?
A.: – Perché la porta è chiusa.
R.: – Aprila.
A.: – No.
R.: – Ho detto aprila.
A.: – Ti ordino di sederti.
R. (dopo aver guardato lo scalpello): – Ti ho detto di aprire la porta.
A.: – No.
R.: – Voglio che la apri subito.
A. (urlando): – No.
R. (scagliando lo scalpello verso Alex): – Si.

Alex capisce di averla scampata per poco, mentre il robot appare sconvolto.


  • Alex ha lasciato libera di andarsene Eva ma non riconosce libertà a questo robot e a questo punto è guerra,ma non l’ha dichiarata il robot bensì Alex.
  • In una guerra si desidera la morte di qualcuno che sta cercando di uccidere te e il robot fa la sua mossa, ma sia chiaro che la sua è autodifesa, perché chi ti nega la libertà ti nega la possibilità di vivere è ucciderti moralmente.

Alex: – Cosa vedi quando chiudi gli occhi?

Il robot si accascia a terra, dà qualche sussulto e poi appare morto.


  • Intanto non è morto, ma resettato.
  • Invitato ad uno stato nascente, il robot non trova né uno stato nascente vecchio da riattivare né uno stato nascente nuovo da vivere con Alex, per cui non può andare da nessuna parte e si ferma.

|<= 14 – Alla festa di fine corso

Alex va alla festa di fine corso e ci trova Julia, che lo difende da uno che gli stava dicendo che avrebbe dovuto lavorare all’università, invece che a casa sua.


  • Ricordo che Julia è quella che lo ha richiamato a lavorare lì, supplicandolo in ginocchio secondo le parole di David, mentre Lana non gli ha mai chiesto di tornare lì.

Lana (dopo essere andata lei da Alex): – Da chi ti nascondi?
Alex: – Da nessuno.

L. (alzando il bicchiere): – Al tuo meraviglioso futuro.


  • Bisogna capire l’estrema falsità e anche crudeltà di queste parole di Lana, se si vuol capire il finale.
  • Quale altra donna può approvare Alex quando lei, quella che meglio conosceva lui e il suo progetto, lo ha bocciato?.
  • Una che da 10 anni sta testimoniando contro Alex, mentre si tiene Eva che era il progetto di lui, e poi gli augura un meraviglioso futuro è un concentrato di falsità.
  • La cattiveria mascherata da gentilezza di Lana si vede anche dalla prima frase, che è un’accusa.

David: – Bravi. State già bevendo. Che fai Alex, importuni la mia donna?
Alex: – Stavo per farlo.
D.: – Come va col prototipo?
Lana: – Chi balla?
D.: – Alex non balla. Sbaglio?
Alex non risponde.
David va a ballare dopo aver costretto Alex a tenere il proprio bicchiere.

Alex poggia subito il bicchiere di David e va via da lì.


  • Anche questo chiedere “come va il prototipo” è terribile, detto da uno che chiama figlia il prototipo di Alex e che dovrebbe essere lui a dire ad Alex come va, mentre gli tace perfino la sua esistenza.
  • In questo mondo apparentemente sincero ma falso fino alle midolla, l’amore è possessivo e David passa il tempo a controllare che Alex non gli porti via Lana, la donna che lui ha portato via ad Alex perché la figlia lei l’ha fatta insieme ad Alex e non insieme a David.
  • L’atto di disprezzo gratuito del bicchiere, che David poteva appoggiare ovunque meno che sopra al fratello Alex, non è la cosa peggiore ma è quella più evidente, risultando comprensibile anche a chi non ha ancora capito che Eva è il robot di Alex.
  • David è altrettanto colpevole di Lana della falsità che circonda Eva, ma pagherà soltanto Lana perché è lei che ha preferito  David ad Alex e quest’ultimo è colpevole solo di aver accettato una relazione che poteva pure rifiutare.

Dopo un ultimo sguardo a Lana sorridente che balla con David, Alex si avvia intenzionato ad uscire, ma sulla porta ci ripensa.


  • Alex è famoso e viene guardato con interesse dalle donne che incontra, ma insiste a chiedere amore a una Lana che non glielo ha voluto dare, probabilmente perché lei era la donna al mondo che più conosceva il valore del suo progetto e senza l’apprezzamento di lei non conta l’apprezzamento di un’altra donna, compreso quello di Julia.

David: – Permetti David?
David: – Certo.
David si allontana e Alex si mette a ballare con Lana.
Lana: – hai fatto esercizio?
A.: – No.
L.: – Però balli molto meglio.

Ad ogni giro i loro volti sono sempre più vicini, come se entrambi desiderassero un contatto.


  • Lana che apprezza la capacità di ballare di Alex è terribile, dopo il non aver apprezzato che ha costruito una figlia capace di essere felice e di dare felicità.
  • Ma più terrbile è che Lana si presenti come quella che va con chi la chiede, come se non fosse lei a decidere con chi stare ma gli altri a decidere chi se la può portare a casa.
  • Sono 5 mila anni che le donne negano di essere loro a scegliere e se crediamo a questo dopo possiamo credere a qualunque altra stupidaggine.

David li guarda ballare, beve due bicchieri di Whisky e poi va via dal locale.

Lana (appena smesso di ballare e uscita dallo stato di trance di una donna innamorata): – Dove è David?


  • Non ci sarebbe nulla di male se amassero entrambi Lana, se quello che chiedono di approvare a Lana non fosse opposto per cui se lei approva David boccia Alex e viceversa.
  • Due amori che desiderassero entrambi la felicità di Lana sarebbero meglio di uno, ma l’amore possessivo di david non desidera affatto la felicità della persona amata, mentre l’amore che lascia libera l’altra persona di avere o non avere relazione si, desidera la felicità altrui.

|<= 15 – Altri 10 anni

Lana: – Mi accompagni a cercarlo?


  • Lana, la donna che rifiuterà l’offerta di Alex di cercare insieme la figlia che hanno fatto insieme, chiede ad Alex di aiutarla a trovare David.
  • Si capisce da qui cosa Lana ha chiesto ad Alex 10 anni fa: di rinunciare alle sue idee, di diventare lui un David.
  • 10 anni fa Alex ha detto no, preferendo lo stare da solo al convertirsi all’amore negativo, mentre ora accompagna Lana a cercare il suo contrario (come impostazione in amore).

Da lontano (e dal punto di vista di David che li sta seguendo) li vediamo fermarsi.
Alex: – Che freddo. E pensare che ne ho sentito la mancanza.
Lana: – Beh, ma lo hai anche odiato.
Lui tace.
L.: – Rimarrai? Voglio dire, una volta che avrai finito il progetto. Rimarrai qui?
A.: – Non so se lo finirò.
L.: – Però dovresti farlo. Tanto per cambiare. O non sei cambiato per niente.
A.: – Quello che basta, credo.

L.: – Si.


  • Alex continua a mettere il progetto nelle mani di Lana, dichiarandosi oggi come ieri disponibile ad abbandonarlo se lei non si schiera a favore di esso, cosa che evidentemente ieri Lana non ha fatto, a parole perché a fatti si, visto che è Eva il prodotto finale di quel progetto.
  • Lana, mentre sta cercando David e quindi bocciando il progetto di Alex, gli chiede di finirlo per allontanare da se la colpa della sua interruzione, non certo perché gli interessa che arrivi al risultato, ben sapendo che al risultato c’è arrivato già con Eva, la bambina positiva che ora Lana sta cercando di convertire alla negatività perché lei non è disponibile a diventare positiva.
  • Si, Alex è cambiato quello che basta, visto che frequenta Eva anche senza il consenso di Lana e dopo essere tornato anche senza una richiesta a tornare di Lana.

Alex: – Non mi hai perdonato, vero?
Lana: – No.
A.: – Sono passati 10 anni.

L.: – 10 anni sono niente. Dovrei averne alltri 10.


  • Lana non lo ha perdonato di aver preferito l’andarsene al rinunciare alle sue idee accettando la negatività di lei, ma sia chiaro che questo è stato un atto d’amore perché accettando la negatività si accetta lo star male della persona che si ama e Alex voleva e continua a volere la felicità di Lana.
  • Per una Lana positiva invece che negativa servono effettivamente 20 anni, ma se nel frattempo lei lavora per essere domani diversa da ieri e fin qui la si è vista solo tentare di fermare Eva.

Alex va a baciarla.


  • Questo è un bacio che significa: “ok, se ti serve altri 10 anni per venire sulle mie posizioni, allora io ti aspetterò.
  • Ricordo per quanti si fossero messi in ascolto solo ora che si può mettere amore e baci nelle amicizie, mentre si aspetta e si costruisce un amore per domani e non è tradimento dell’amore di oggi, che verrà portato alla sua scadenza naturale prima di partire col prossimo amore.

Lana (fermandosi dopo aver accettato inizialmente il bacio): – No, non posso. Alex, no, non posso.
Lei si allontana velocemente.

Alex (dopo aver fatto qualche passo dietro a lei): – Lana.


  • Cosa è che Lana non può fare? Di lasciare oggi David? O di lasciarlo tra altri 10 anni?
  • La distinzione è fondamentale, perché la prima è vero che non può farla, a questo punto, mentre nulla le vieta di sognare per domani un amore con Alex su basi positive.

Con un pugno in pieno volto, David manda in terra Alex.
Alex si rialza e restituisce il pugno.
Segue una lotta nella quale prima prevale Alex che colpisce un David steso a terra.
Poi David si rialza, insegue Alex e lo atterra, ma si ferma con questo pugno in aria senza colpirlo di nuovo.
David: – Che vuoi? Che vuoi ancora? L’hai già abbandonata una volta.

Prima di andarsene, David gli dice: – Vattene.


  • La versione di David è che Alex ha abbandonato Lana, mentre è Lana che gli ha chiesto di rinunciare alle cose in cui credeva dopo di che Alex non poteva che andarsene.
  • Negando che sia stata Lana a lasciare per prima Alex, David nega anche che Lana potrebbe ripensarci e accettare domani l’Alex che ha rifiutato ieri.
  • Il futuro non lo decideranno i pugni e l’aggressione di David è già il segno che lui si sente perdente nel futuro.
  • Perdente David lo è, ma a sconfiggerlo sarà il fatto che star bene è meglio che star male, non appena Lana seguirà Eva su una strada che fino ad ora nessuna donna ha  mai seguito, per sfortuna di tutti, compresi i molti David della terra attuale.

|<= 16 – Alex ferito

Max: – Ti serve qualcosa?
Alex: – Si. Che rialzi il tuo livello EMO a 8.
Dopo averlo fatto, Max si interessa allo stato emozionale di Alex chiedendo “che ti succede?”.
Alex: – Non è niente. Però grazie [della domanda].
Max lo abbraccia.

Julia (sorridente): – Ma guarda. Chi ti ha ridotto così, l’SI9?
Alex: – No. … Non consegnerò l’SI9.

J.: – Ancora una volta lascerai le cose a metà…


  • E certo che le lascerà a metà, se nessuna donna dell’età di lui vuole una relazione positiva, perché gli uomini possono solo proporre, ma la scelta la fanno le donne.
  • Lana gli ha lasciato una speranza, ma andandosene se le è rimangiata, perché poteva restare e dire sia a David che a Alex che il domani lontano ancora 10 anni era sempre da decidere e che avrebbe scelto quello dei due che la faceva stare meglio.

Eva: – Che fai guardi?
Alex: – Ci sono i tuoi in casa?
Eva va a guardarlo da vicino, poi dice “triste”.
A.: – Cosa?
E.: – Hai una faccia triste.
A.: – Perché mi hai detto quella bugia? Perché mi hai detto che David non viveva con voi?
E.: – Perché era quello che volevi sentire. No?
A.: – Me ne vado, Eva.
E. (cercando la mano di lui con la propria, ma lui rifiuta il contatto): – Non puoi. Non puoi andartene ora.
Dopo questa parole Alex accetta il contatto e mette la sua mano sopra a quella di Eva.
E.: – Ora che finalmente ti ho trovato. Non è giusto.
Eva scappa piangendo.
  • Eva ha passato 10 anni a cercare il padre al quale assomigliava, trovando evidentemente David troppo diverso da lei e anche sua madre.
  • Il futuro è loro e queste due mani unite sono un impegno reciproco].
  • Se gli altri ci saranno o meno dipende dagli altri, non dal fatto di non essere stati invitati.

|<= 17 – Alex fa la valigia

Alex sta facendo la valigia, quando va a casa sua Lana.


  • Questa valigia non è una marcia indietro rispetto al contatto accettato con la mano di Eva, ma significa che lui tornerà quando Eva sarà maggiorenne e potrà disporre liberamente di se stessa.
  • Alex non potrà contribuire alla crescita di lei, ma questo è implicito nell’avere altri genitori e comunque Eva ce la fa da sola ad essere positiva.

Lana: – Alex. … Mi dispiace moltissimo. … Eva dice che te ne vai.
Alex (dopo un lungo silenzio): – Tu vuoi che me ne vada?
Lana fa cenno di no con la testa.

A questo punto Alex va da lei e lei va da Alex.

Si incontrano in fondo alle scale e questa volta è Lana che va a baciare Alex e lui che accetta il bacio.


  • Purtroppo questa è pseudopositività se, dopo assere stata preceduta da lei che non ha difeso il bacio di Alex, sarà seguita da qualcosa che lascia fuori Alex per l’ennesima volta.

Lana: – Alex. Devo dirti una cosa.
Intanto arriva a casa di Alex anche Eva, che si mette a guardare dal lucernario.

Eva (leggendo le labbra della madre e ripetendolo): – Eva è una bambina molto speciale.

Lana: – Somiglia a noi due perché è nostra.


  • Sua di Lana poco, però, visto l’impegno della madre a bloccare la positività di Eva nei confronti di Alex.

Lana: – L’abbiamo fatta insieme. Perdonami.


  • Alex può anche perdonare una figlia sottratta a lui per 10 anni, ora che l’ha ritrovata, ma può perdonarla una Eva alla quale ha mentito ogni minuto di ogni giorno?
  • La risposta, secondo il mio modello del cervello, è “si, può perdonarla”. Se smette di dirle bugie, però, perché altrimenti non potrà perdonarla.

Eva spalanca gli occhi dalla meraviglia.


  • Evidentemente un conto è sospettare di essere figlia di Alex e un conto è esserne certa, con 10 anni rivissuti in 10 secondi sapendo con certezza che erano tutte falsità.

|<= 18 – Eva corre via

Lana vede Eva che li guarda e capisce di essere stata sentita anche da lei.
Poi non la vede più, perché Eva corre via.

Lana esce chiamando a gran voce Eva.
Alex: – Aspetta, vengo con te.
Lana: – No. Devo dirglielo io.
A.: – Ritornerai?

L. (accennando di si con la testa): – Certo.


  • Eccola la negatività di Lana che riaffiora, perché a parole tornerà ma intanto tiene un’altra volta fuori Alex dalla relazione con Eva, benché sia anche figlia sua.
  • Quando parole e fatti divergono, la verità è quella dei fatti: Lana razionalmente vorrebbe tornare e stare con Alex insieme a Eva, ma il suo sistema emozionale non vuole questo quando esclude Alex dalla ricerca di Eva ed è tale sistema emozionale che decide il finale.

Alex accende una sigaretta e si mette ad aspettare.

Un sorriso affiora sul suo volto, ripensando a Eva come a sua figlia.


  • Anche il sistema emozionale di Alex non crede alle buone intenzioni di quello di Lana, perché altrimenti andrebbe dietro a Lana anche se lei non ce lo voleva.

Lana trova Eva in terra, che non dà segni vita e con gli occhi curiosamente tutti bianchi

Scopriamo a questo punto che Eva è un robot e che una delle 4 batterie di alimentazione appare esaurita.
Lana la sostituisce con una nuova e subito Eva torna “in vita”.

Eva (dopo un abbraccio stretto, durante il quale la madre piange): – Mamma, che cosa è successo?
Lana: – Niente. Non è successo niente. Va tutto bene.

Eva (messa la mano dietro e tirandola fuori sporca di sangue): – Mamma. Non va tutto bene. Cos’è questo?


  • Non c’è accordo tra le parole (va tutto bene) e i fatti (mano sporca di sangue) e tale divergenza è indice di negatività, che Lana lo ammetta o meno.
  • Eva può accettare tutto meno che la negatività altrui e quindi non ha altra scelta che prendere le distanza da quella donna che le sta davanti.

|<= 19 – Chi sono io?

Lana: – Stai calma amore mio, o sverrai di nuovo.
Eva si allontana.
L.: – Per favore. Scusami.
Eva: – Mamma, non mi toccare.
L.: – Lo so, ho sbagliato. Avrei dovuto dirtelo prima, ma non cambia niente quello che c’è tra noi.
Nel frattempo Lana trattiene Eva dall’allontanarsi tenendo i suoi vestiti.
E.: – Non mi toccare. Non voglio. Chi sono io?

L.: –  Sei la mia bambina.


  • Lana a parole dice che vuole calmare la figlia per evitare che svenga di nuovo, ma a fatti ha una agitazione che non può che produrre agitazione.
  • E anche un’agitazione gratuita, perché andrebbe davvero tutto bene se fosse vero che Lana si è decisa a tornare con Alex. Se non è vero, è Lana che continua a creare problemi a Eva, mentre dice di volerla tenere al riparo dal problema dello svenire.
  • Per entrambi questi motivi, Lana è negativa. Visto che Eva non può diventare negativa nemmeno se lo volesse, per come è impostato il suo sistema emozionale, ha bisogno di prendere le distanze da Lana (come prima Eva le ha prese da Alex momentaneamente negativo e come prima il robot bambino le voleva prendere da Alex momentaneamente negativo).
  • Eva non chiede l’impossibile, ma una cosa possibilissima, che Lana non le dà, continuando a trattenerla.

Eva la spinge via.
La catenina al collo di Lana cade sulla neve.

La donna scivola e si afferra alla pietra per non cadere, mentre Eva si copre gli occhi. Poi Lana cade, urlando.


  • Eva ha il diritto di prendere le distanze dalla madre, questa glielo impedisce trattenendola e lei la spinge via.
  • Il fatto che poi la madre cada di sotto e muoia non significa necessariamente che Eva l’abbia voluta uccidere, ma non si può nemmeno escluderlo.
  • Una bambina positiva non sopporta la negatività e non ha importanza se viene da Lana e dura da 10 anni o viene da Alex e dura da 1 minuto, non la sopporta e basta.
  • Basterebbe lasciarla andare, però, come Alex ha fatto con Eva e non fatto col robot, per poter tornare a trattare con lei, da pari a pari.
  • Alex non lo fa col robot e gli va bene, perché lui ha desiderato di ucciderlo.
  • Lana non lo fa con Eva e le va male, perché ci rimette le vita.
  • Trattare bene chi non ti ha fatto nulla non è un optional e se non lo fai trasformi l’altra persona in una nemica, ma per autodifesa.
  • In ogni caso non si giudica una persona su un episodio ma su una storia, e la storia di Lana è una storia negativa che punta per sua natura ad un finale spiacevole, mentre la storia di Eva è una storia positiva che punta per sua natura ad un finale piacevole.

Alex Garel viene avvertito per telefono dell’incidente e corre all’ospedale insieme a Eva, ma Lana è morta.
Eva piange stringendosi ad Alex.
Anche Alex piange.

Max: – Eva. È successo qualcosa grave? Alex è sconvolto. Come posso aiutarvi?
Eva: – L’ho spinta io.
Max sbarra gli occhi.
E.: – L’ho spinta io.
M. (prendendola in braccio): – Tranquilla. Andrà tutto bene.
Lei si stringe forte all’uomo, che la porta in casa, la mette sul divano e la copre. Nel frattempo Eva, con gli occhi chiusi, continua a ripetere: “L’ho spinta io”.

Max riferisce ad Alex la confessione di Eva.
Alex va a sedersi accanto alla bambina che ora dorme e mette una mano protettiva sulla spalla di lei.
Poi slaccia dietro e trova conferma al fatto che Eva è un robot.

|<= 20 – Lana era brava quanto te

Julia: – Tu sai che Lana era brava quando te. Portò a termine il progetto che avevate lasciato a metà quando sei andato via. Lana fu la prima a disegnare un SI9. Eva, così come l’hai conosciuta tu. Ma quando la testammo, non passò il controllo di sicurezza. Nonostante questo, Lana volle tenerla con se. Rinunciando a tutto. E io acconsentì.


  • Non so in cosa consistesse il controllo di sicurezza, comunque se il sistema emozionale di Eva tra le alternative possibili sceglie quella migliore per l’altra persona, se succede qualcosa di brutto all’altra persona è perché l’altra persona non ha lasciato a Eva una possibilità favorevole per se stessa.

Julia: – Un grave errore. Alex, bisogna distruggerla.
Alex: – È una bambina.
J.: – Non è una bambina.
A.: – So perfettamente cos’è.
J.: – Eva ha ucciso Lana.
A. (mentre Julia si avvia verso la casa): – Julia. Voglio farlo io.
J.: – No. È mia responsabilità.

A.: – Julia. Lo faccio io.


  • Eva non è una macchina, perché per Lana, per David e per Alex è una bambina come le altre.
  • Julia non può giudicare quanto è avvenuto tra Eva e Lana senza essere stata presente, e se lo fa la sua sentenza non dice nulla su Eva. Dice molto su Julia stessa, invece, che non ha mai voluto credere che Eva fosse il robot positivo che stavano cercando di fare nonostante 10 anni di positività di Eva, perché qualcosa in lei (Julia) si oppone alla prospettiva di un mondo futuro dove le donne sono positive.
  • Julia voleva un robot bambino positivo perché si rifiuta di accettare una bambina positiva, e per questo ha consentito per 10 anni che fosse nascosta ad Alex l’esistenza di Eva.
  • Ora che Alex ha trovato Eva, Julia fa un ultimo tentativo di distruggere una positività femminile che non è disposta ad accettare dando a Eva la colpa della morte di Lana senza avere uno straccio di prova.
  • L’unica cosa buona di Julia è che alla fine mette la cosa nella mani di Alex, ben sapendo che lui non distruggerà affatto Eva, imponendo pure a se stessa una positività che il suo sistema emozionale non vuole accettare in nessun modo.

Eva si sveglia, si alza e va verso di lui.
Alex: – Ciao principessa. Ti svegli presto la mattina?
Eva fa cenno di si ed è sorridente.
A.: – Mi porti a pattinare? Stavolta non cado.
Eva (sorridendo): – Va bene.

Anche Alex sorride.


  • Alex non ha evidentemente nessuna intenzione di uccidere Eva, l’incarnazione del sogno della sua vita, tanto più adesso che la nemica più acerrima della positività sua e di Eva (Lana) è morta e che nemmeno Julia si oppone più all’esistenza di Eva (a fatti, perché a parole si oppone sempre, ma in caso di divergenza contano i fatti).
  • Julia fa bene ad arrendersi ad un futuro positivo, perché 5 mila anni di storia delle donne non precisamente esaltanti possono bastare. E anche perché l’amore a due oggi è totalmente assurdo, essendo basato sul restare per il resto della vita come si è quando ci si sposa, in un mondo con 7 miliardi di persone che possono produrre in 20 anni altrettante scoperte di quante ne abbia fatte l’umanità nei 5 mila anni precedenti.

Mentre Eva insegna a pattinare a Max, con divertimento di entrambi, David va a piangere sulla spalla di Alex.

Poi David va via senza dire nulla.


  • Gli uomini che sono stati negativi faranno bene a stare zitti come sta zitto qui David, in un futuro positivo in amore, che sarebbe potuto cominciare molto prima senza uomini così arrendevoli verso la negatività femminile.

Eva (con voce allegra): – Alex, vieni qui insieme a noi.

Eva va ad abbracciarlo come abbraccerebbe un padre e lui la bacia come bacerebbe una figlia.


  • Nessuna tristezza dura a lungo nelle persone positive ed Eva è positiva per costruzione, mentre Alex è positivo perché ha sempre voluto costruire un robot positivo.
  • In qualitò di persone positive, sia Alex che Eva preferiscono guardare a quello che hanno (non a quello che non hanno), che non è poco perché lui ha trovato una figlia e lei un padre (e anche un padre positivo, che offre amore vero e non finto).

|<= 21 – Io voglio essere buona

Eva: – È bello, vero? La prima volta mi ha portata qui mamma. Quando il sole è tramontato, faceva un freddo da morire. Ma io non sono voluta andar via, fino a che non si sono accese le luci del paese.
Alex: – È bellissimo, Eva. Non l’avevo mai visto così.

E.: – Alex, devi promettermi che mi aiuterai. Non voglio essere cattiva. Io voglio essere buona.


  • Buono è quello che si decide di considerare buono, scelta che ogni cultura fa diversamente dalle altre culture, ma è davvero difficile considerare cattiva una bambina il cui sistema emozionale sceglie sempre, tra le alternative possibili, quella più piacevole per chi ha di fronte, per cui se fa errori sono necessariamenti errori involontari, errori tecnici, sbagli che è disponibilissima a correggere.
  • C’è ancora molto ghiaccio da sciogliere sulla terra, ma quando si metteranno a produrre calore 7 miliardi di persone tutte insieme, non ci vorrà molto a cancellare tutta la negatività messa insieme negli ultimi 5 mila anni (ma da “quattro gatti” di persone perché nell’anno 1000 la popolazione mondiale era di 300 mila persone e nel 1800 era di 978 mila persone, il 99% delle quali aveva problemi più urgenti dell’amore a cui pensare)

Eva si mette a piangere e Alex la stringe a se. Sulla strada innevata verso casa, Eva va avanti e Alex appare pensieroso.

Arrivati a casa, Alex porta Eva in camera tenendola per mano.
Max: – La cena è pronta. Alex continua come se non avesse sentito e chiude la porta dietro di se, lasciando fuori anche il gatto.

Scesi nel laboratorio, Alex spegne tutte le macchine.


  • Alex non ha più bisogno di quelle macchine per costruire un robot divertente e sicuro, perché c’è già e si chiama Eva, e certo non può essere qualcuno non presente alla scena a poter dire che Eva aveva alternative migliori allo spingere via sua madre in quell’occasione.

Eva (levandosi le scarpe per andare sul letto): – Alex, dopo cena mi piacerebbe tanto leggere con te un libro che mamma mi leggeva ogni sera. È un libro molto antico che si chiama “Le mille e una notte”. È la storia di una principessa. Il suo principe doveva ucciderla prima di andare a dormire. Però lei, tutte le sere, gli raccontava una favola. Una favola bellissima che non finiva mai. E lui non riusciva ad ucciderla. Perché voleva tanto sapere come finiva la favola. E così passavano le notti. Una dopo l’altra.


  • Ripassate le favole che conoscete, perché una terra positiva in amore è una terra dove l’amore è come nelle favole ed è a distanza di qualche decennio se ha 10 anni la prima bambina veramente orientata ad essere positiva in amore da adulta.
  • Comunque condividere una favola è come condividere un sogno, che per definizione è stato nascente (ovvero amore), dopo di che è chiaro che il principe non poteva uccidere la donna che amava.
  • Ma non aveva nessuna intenzione di ucciderla nemmeno prima che cominciasse a raccontare le sue favole, se era nella situazione di Alex.
  • Di favole che il giorno dopo non si realizzano affatto ne abbiamo sentite fin troppe. Ora vogliamo le favole che diventano realtà, non il giorno dopo ma venti anni dopo si, grazie.

|<= 22 – Cosa vedi quando chiudi gli occhi?

Alex: – Finché il principe decise di perdonare la principessa, perché continuasse a raccontargli quella favola per sempre.
Eva (sollevandosi dal letto con le braccia): – Alex, tu non mi riparerai vero?
Lui non risponde.
Allora lei va ad abbracciarlo, stringendolo forte a se.

Mentre Eva piange, Alex prende un respiro e poi chiede: – Eva. … Cosa vedi quando chiudi gli occhi?


  • Questa domanda di Alex non ha nulla a che spartire con la promessa fatta a Julia di distruggere Eva, perché il sogno condiviso può resettare il cervello di Eva ristrutturando radicalmente il passato ma non distrugge affatto Eva, limitandosi a farla rinascere.
  • Ora siamo in uno di casi estremi di cui ha parlato Julia alla sua classe, quando ha detto che quella formula andava usata quando non c’era altra possibilità. Perché ora che Lana è morta non c’è altra possibilità sia per Eva che per Alex oltre a quella di cominciare una nuova vita, ristrutturando profondamente il passato di entrambi.
  • Condividere i propri sogni attiva uno stato nascente, ovvero una fase di amore a due al termine della quale ci sarà una nuova relazione e due persone molto cambiate rispetto al passato, che guardando indietro vedranno cose molto diverse da quelle che vedevano ieri.
  • Quella che fino a ieri per Eva era una famiglia, oggi è considerata una prigione che finalmente è crollata. Quello che fino a ieri per Alex era un sogno irrealizzabile perché non gradito a nessuna donna, oggi è un sogno realizzato che ha 10 anni e tutta una vita davanti.
  • Alex fa questa domanda da estraneo ad un’estranea, ma se i sogni di Eva si incontrano con quelli di Alex, dopo saranno un padre e una figlia, uniti da un amore per sempre positivo, ovvero che è quello che dice di essere.

Eva cade pesantemente sul letto con gli occhi chiusi, facendo temere ad Alex che sia morta, ma poi vediamo i neuroni di Eva mettersi al lavoro per sognare e dunque non è morta ma addormentata. Per l’esattezza è sveglia ma rilassata come nel sonno più profondo

Nel suo sogno, Eva rivive molti momenti del suo passato. Poi compare questa spiaggia, mai vista prima e molto lontana dal posto freddo in cui vivono, che è evidentemente un sogno da realizzare domani.

Eva: – Vedo luce. Molta luce. Vedo te, papà. E vedo anche mamma. E vedo me, siamo insieme.


  • Eva vede Alex come padre, in un mondo senza più ghiaccio perenne ma con un clima che permette di stare bene fuori di casa anche senza nascondere il corpo sotto a pesanti vestiti. Alex non avrà difficoltà a vedere Eva come figlia, e la nuova famiglia è già nata. Abita in una casa senza le mura dove la libertà di essere se stessi non è ostacolata in alcun modo.
  • Se tutto questo sia un sogno “che si realizzerà domani” o “che non si realizzarà domani” dipende da chi guarda il film, perché il mondo non è come è ma è come ogni persona lo vede nei suoi sogni.
  • Se voi sognate Alex e Eva vivi/felici domani, insieme alla donna che vorrà essere come entrambi avrebbero desiderato che fosse Lana, allora il domani sarà questo (per voi, perché per un altro può essere quello descritto qui sotto).
  • Se voi sognate che Eva finisca qui la sua vita e che Alex smetta qui di sognare una figlia come Eva, allora il domani sarà questo (per voi, perché per un altro può essere quello descritto qui sopra).
  • Per chi preferisce Eva distrutta, il film finisce qui. Per me che preferisco Eva viva e per tutti quelli che la sognano viva (a cominciare da quelli che hanno fatto il sogno diventato questo film), c’è ancora una scena da vedere.

E giochiamo. Per sempre.


  • In questa nuova famiglia (che esisterà domani e nella quale lei non è Lana ma una donna ancora da trovare che accetti di essere come Lana non ha voluto essere) ogni cosa che si fa produce piacere, risultando più un gioco che un dovere, e ogni giorno ci sono giochi nuovi che portando nuivi piacere. Tutto ciò non è un sogno, ma quello che succede in ogni relazione positiva (orientata al piacere di entrambi) a tre (ovvero appena un sogno finisce nel senso che si realizza, se ne comincia un altro, conservando per sempre il piacere dei primi giorni insieme).
  • La donna presente in questo sogno non è la Lana del film ma la versione positiva di lei, quella che Eva e Alex hanno sognato per 10 anni senza incontrarla mai. Ora c’è nei loro ricordi, esattamente come c’era ieri quando lei era viva ma lontana, fa tutte le cose belle che ha fatto Lana e ci sarà pure esternamente, appena Alex ed Eva troveranno una donna che vorrà essere come la Lana sognata da Alex e da Eva.
  • Eva c’è, per me e per chiunque sogni di andare ad abitare su Terra2. Eva, essendo orientata a essere positiva anche da adulta, non è la Eva-prima donna di Terra1 ma il suo opposto. Eva c’è ed è una Eva2.
  • Lana2 cercasi.

|<= FINE RIASSUNTO e INIZIO APPROFONDIMENTI

SUL FUNZIONAMENTO DEL CERVELLO SI “DICE” CHE:


|<= Presentazione del film alla mia classe di V ITIS


La prima delle due pagine che ho chiesto ai ragazzi di incollare sul loro quaderno di Sistemi Organizzativi era quella mostrata qui sotto (sulla pagina di fronte, lasciata bianca e disponibile per i loro appunti, ho chiesto di incollare le domande con relativa risposta mostrate sotto alla diapositiva):

Domande e risposte sulla pagina qui sopra:

  • A) Cosa fa il cervello quando si chiude gli occhi? Sogna
  • B) Sognare modifica il cervello. Vero o falso? Vero
  • C) Quali due tipi di sogni sono possibili? I sogni nel sonno e i sogni da svegli
  • D) Quali sogni possiamo raccontare ad altri (condividere con altri)? Quelli da svegli
  • E) Perché il cavallo non racconta i suoi sogni da sveglio? Perché solo l’uomo (e i delfini) ha imparato a sognare da sveglio.
  • F) Perché il robottino vivo da pochi minuti non racconta i suoi sogni da sveglio? Perché ci vogliono anni prima di confezionare un sogno raccontabile.
  • G) I due motivi per cui Eva ha un sogno da condividere sono allora… perché è una persona e dunque sa sognare da sveglia (punto E) e perché sogna (una famiglia “allegra”) da dieci anni (punto F)
  • H) La madre di Eva è morta però nel suo sogno è viva. Si potrebbe spiegarlo Ha) pensando che sia un sogno su come poteva essere stata la sua vita e non è stata, ma anche Hb) pensando che dopo aver condiviso un sogno tutte sono nuove persone: lei e il padre nuove di testa e la donna nuova sia di testa che di corpo perché è un’altra donna che ha accettato quello che la madre di Eva non ha voluto accettare.
  • G) Il fatto che Eva sia programmata a livello emozionale per scegliere tra le opzioni possibili quella migliore per l’altra persona assicura che sua madre è stata spinta nel burrone perché… non ha lasciato ad Eva nessun’altra possibilità oltre a quella

La seconda pagina sul film era quella mostrata qui sotto (seguita dalle domande con relativa risposta mostrate sotto alla diapositiva).
Domande e risposte sulla pagina qui sopra:

  • A) Da dove si vede nel film che viene considerata vera la tesi del valore attribuito dal cervello (e non del valore pre-esistente che il cervello si limita a leggere)?  Dal fatto che Dorotea (mezza persona e mezza macchina) viene considerata una persona e Eva è considerata una persona.
  • B) Il centro di comando più importante del cervello non è il sistema razionale secondo questo film ma… il sistema emozionale corticale, dove corticale è necessario perché un sistema di comando deve prendere decisioni lui e risiedere sulla corteccia mentre un sistema emozionale sottocorticale impone le sue decisioni alla corteccia.
  • C) Secondo questo film un sistema emozionale può essere “noioso” (orientato a creare agli altri… sofferenza) o “piacevole” (orientato a creare agli altri… piacere)
  • D) Un buon motivo per non nominare in nessun libro sul cervello e in nessun discorso il sistema emozionale corticale (chiamandolo “il cuore” ma senza specificare dove stia esattamente) è che altrimenti si potrebbe scoprire che in certi momento quel sistema emozionale corticale è… “noioso” (cioè punta a far stare male gli altri)

SUL FUNZIONAMENTO DEL CERVELLO SI “DICE” CHE:


|<= Benvenuti nel primo film che mette al centro dell’attenzione il cervello


I titoli iniziali di questo film mostrano un “cervello costruito in laboratorio”, destinato ad essere il cervello di un robot. Guardiamoli insieme, magari stappando una bottiglia di champagne per festeggiare l’approdo su una Terra2 dove ci si può permettere di parlare di cervello perché l’amore è positivo e capirlo è un piacere.


Questi oggetti che vediamo accrescersi sono filamenti emessi da neuroni e stanno cercando altri neuroni a cui collegarsi (=> Neuoni e glia)


Le palline più grosse sono i corpi cellulari e vediamo che sono oggetti vivi perché dentro alla pallina al centro vediamo un movimento e una trasformazione continua (=> Una cellula è una piccola città ben organizzata… , 8′)


Tutti i neuroni che collaborano tra di loro per svolgere una data funzione fanno parte di un “sistema funzionale”  e  l’oggetto sulla destra che vediamo qui è una versione romanzata di un sistema neuronale (=> Sistema razionale-verbale, sistema emozionale ed esperimento di Libet)

Questo oggetto dalle forme eleganti che gira è uno dei molti “sistemi che elaborano” una parte del segnale elettrico in ingresso al cervello producendo ognuno una parte del segnale elettrico in uscita dal cervello. Tra tali sistemi ce ne è uno che produce la coscienza di un evento (il sistema razionale), mentre gli altri lavorano senza che il soggetto sia cosciente del fatto che stanno facendo qualcosa (=> Esperimenti di Gazzaniga sui cervelli divisi).

Nel sistema nervoso di una persona ci sono tanti neuroni…

… e la maggior parte di essi ha tanti prolungamenti che vanno ad appoggiare la loro piccola pallina finale accanto ad un neurone per potergli poi inviare sostanze chimiche che possono far nascere sul neurone che le riceve un segnale elettrico o ostacolarne la nascita. (=> Aree di Brodmann e introduzione al cervello come sistema per sognare, 5′)


A seguire vediamo un aereo che vola, ma prima di volare è stato un progetto sulla carta e prima ancora è stato un “progetto” dentro al cervello di qualcuno, che lo ha immaginato molto prima che esistesse e che ha sognato di vederlo partire e volare quando esisteva solo nella sua fantasia (=> Il cervello come sistema per sognare)


|<= Il valore è attribuito dal cervello <=> i robot possono essere considerati persone


Segretaria: – Buongiorno Alex Garel.
Alex: – Buongiorno Dorotea. Devo parlare con Julia.
D.: – In questo momento Julia è occupata.

A. (avviandosi ad entrare lo stesso): – Per te gli anni non passano mai. Sempre bellissima.


Dorotea: – Ora non si può entrare. Julia sta facendo lezione.
Alex va lo stesso, mentre la segretaria si rivela essere umana sopra e robot sotto.

Visto che Alex tratta/considera Dorotea come una persona quando si complimenta con lei per non essere invecchiata per nulla in dieci anni, evidentemente non è obbligatorio che un robot sia trattato/considerato come un robot. Visto inoltre che il valore di Dorotea cambia parecchio nei due casi, bisogna necessariamente ammettere che il valore di Dorotea non è qualcosa di oggettivo ma è qualcosa attribuito a lei dal cervello di chi la guarda.

Dorotea è una comparsa nel film, ma Eva è la protagonista e vediamo che per sua madre è una figlia e che Alex alla fine del film la considera anche lui una figlia pur sapendo benissimo che è un robot. Considerarla una bambina non è però obbligatorio e Julia non la considera tale quando dice che bisogna distruggerla. Pertanto tutto il film afferma con forza che il valore è attribuito dal cervello e che può andare dall’enorme valore che di regola un genitore attribuisce ad un figlio al valore nullo o anche negativo che si attribuisce ad una macchina malfunzionante.

Noi non possiamo trattare da persone i robot perché non abbiamo robot così evoluti, ma possiamo non considerare persone alcune delle persone che incontriamo, e lo facciamo tutte le volte che incontrando una persona non la guardiamo negli occhi per un attimo (se è vero, come lessi anni fa in un testo che trattava di comunicazione non verbale, che riconosciamo a chi incontriamo lo status di persona guardandolo negli occhi).


Questi fiori portati da Alex a Lana lasciano intendere un “ti amo”, che Alex non le avrebbe detto se il mazzo di fiori lo buttava via. In questa siituazione è particolarmente evidente che il valore di lei non sia oggettivo, ma che sia Alex a decidere se attribuirle valore o meno e quanto valore attribuirle.

Non è però solo alle persone che noi possiamo attribuire più o meno valore, ma a tutte le situazioni incontrate. La prima importante affermazione di questo film sul cervello è che il valore è attribuito dal cervello ad una situazione. Non c’è un valore che la situazione ha di suo e che il cervello deve limitarsi a capire, ma è il cervello che decide se una situazione deve avere un valore grande o piccolo, positivo (situazione auspicabile) o negativo (situazione da evitare). Altri cervelli possono aver fatto le loro attribuzioni di valore, ma è in ogni caso una scelta soggettiva che può essere accettata o contestata. Non c’è alcun valore presente oggettivamente.

Questa idea che il valore venga attribuito dal cervello mette subito al centro dell’attenzione il sistema emozionale, perché è l’entità dell’emozione provata a dire se il valore è grande o piccolo ed è il tipo di emozione provata (piacevole o spiacevole) a dire se il valore è positivo (emozione piacevole) o negativo (emozione spiacevole). Inoltre ipotizza che le emozioni provate da una persona siano decise più dal soggetto che le prova che dalla situazione esterna (se infatti le emozioni provate fossero integralmente determinate dall’esterno, allora il valore sarebbe oggettivo e non verrebbe attribuito alle situazioni dalle persone).


Qui Alex e Eva non sono d’accordo sul segno da attribuire alle lacrime di questo atleta che ha appena vinto una gara agonistica. Il disaccordo è grave perchè se sono lacrime di gioia come sostiene Alex allora alla vittoria agonistica va attribuito un valore positivo, mentre  se sono lacrime di tristezza come sostiene Eva allora alla stessa agonistica va attribuito un valore negativo. Poiché per un vincente in una gara ci sono 10 perdenti, per rallegrarsi il vincitore deve considerare i rivali come nemici, visto che deve rallegrarsi perché hanno perso. Eva considera gli altri come amici (per come è stato programmato il suo sistema emozionale) e si rattrista per i 10 perdenti più di quanto possa rallegrarsi per l’unico vincente. Tra questi due modi di considerare gli altri c’è la stessa distanza presente tra Terra1 (gli altri sono nemici) e Terra2 (gli altri sono amici). Il fatto che Alex derida la versione di Eva induce lei ad andare via, ed è una scelta obbligata perché lei non è in grado di considerarli nemici e deridendola Alex si dichiara non disponibile a considerarli amici.


|<= Un animale non può cambiar vita, una persona si, se ne sogna una diversa


Il cervello di un animale non può cambiare modificando in modo importante il modo di vivere di quell’animale perché non può condividendo un sogno con un altro animale (cosa che solo due umani possono fare). Se si chiede questo ad un cervello animale, esso muore perché gli si sta chiedendo l’impossibile.

Studente2 (al cavallo): – Cosa vedi quando chiudi gli occhi?
Dopo questa domanda (alla quale non si capisce come potesse rispondere un cavallo capace solo di nitrire), il cavallo stramazza al suolo e resta immobile.
Alex: – Ora sì che l’hai fottuto.
Stud.2: – Possiamo riavviarlo e inserire il data base.
A.: – Certo, potete riavviarlo. Ma una volta che l’avete disconnesso, avete distrutto tutta la sua memoria emotiva. La sua anima. Vedete (indica il monitor dove appare l’attività elettrica del cervello) è morto. Se lo riavviate sembrerà di nuovo lui, ma non sarà mai lo stesso cavallo.

Lo studente ha chiesto al cervello del cavallo una cosa impossibile da fare per un cervello animale: quella di condividere il suo sogno con un altro animale. Dopo avergli chiesto l’impossibile, il cervello di questo cavallo non dà più segni di vita e riavviandolo riparte da zero. Un cavallo può fare solo le cose che fa e se non ti vanno bene puoi ucciderlo, ma non puoi modificarlo.

Il cervello umano ha invece imparato a cambiare se stesso, imparando a sognare da sveglio. Se si sogna da svegli ma da soli, non cambia nulla rispetto al sognare nel sonno e non si può diventare domani una persona diversa dalla persona che si è oggi. Se invece si sogna in due lo stesso sogno, allora si attiva un funzionamento del cervello particolare (funzionamento in stato nascente) che fa morire la persona che si è stata fino a oggi e ne fa nascere una nuova. Il passato non va distrutto, ma viene ristrutturato profondamente apparendo molto diversamente da come ci appariva ieri.

Eva è stata fino ad oggi la figlia di Lana, ma ora vorrebbe cambiare diventando la figlia di Alex. Può il cervello di Eva fare questo cambiamento?

La risposta è “si”, ma a due condizioni: 1) che oggi Eva riesca a sognare un domani in cui lei è la figlia di Alex; 2) che il sogno di Eva sia anche il sogno di Alex.

Eva sogna di essere domani la figlia di Alex e di una donna ancora da trovare che voglia essere come era la Lana sognata da lei e che lei possa chiamare “mamma”. Alex sogna sicuramente la stessa cosa, per cui Eva cessa di essere la figlia di David e della Lana di David e nasce la Eva figlia di Alex e della Lana di Alex (che non si chiamerà Lana ma che sarà come la Lana sognata da lui).

Una persona può vivere uno stato nascente che mette in uso una nuova struttura cerebrale (che ho chiamato “personalità neurologica” perché la farà essere una persona nuova) solo se c’è stata una incubazione che ha creato la nuova struttura. L’incubazione si fa sognando, per cui le due condizioni necessarie e sufficienti per andare in stato nascente è di avere un sogno e di trovare un’altra persona che sogna qualcosa di  simile.

Questo bambino-robot cade in terra dopo la domanda di Alex “cosa vedi quando chiudi gli occhi”, senza rispondere alla domanda perché non ha un sogno per il domani (e non poteva averlo perché è vivo da pochi minuti, mentre servono anni per confezionare un sogno abbastanza preciso da poter passare alla sua realizzazione se si trova un’altra persona che ha fatto un sogno simile).

 Julia (alla classe): – “Cosa vedi quando chiudi gli occhi?” Questa formula è sacra. Va usata soltanto in casi estremi, quando non c’è altra possibilità. È chiaro?

Lo stato nascente che si avvia quando si condivide un sogno è sacro quanto lo è Dio, perché il “Dio che ha creato l’uomo” della religione cristiana è esattamente questo processo cerebrale, che crea una persona nuova nel momento in cui mette in uso una nuova struttura cerebrale (struttura che proprio per questo ho chiamato “personalità neurologica”).

Non si deve attivare un nuovo stato nascente se ci va bene la vita attuale, perché esso fa morire la vita attuale e ne fa cominciare una nuova, resettando il cervello non in senso assoluto ma nel senso che il passato viene riorganizzato in funzione del nuovo presente, per cui appare come nuovo. Per Eva la vita che stava facendo non può continuare più, ora che sua madre è morta, e uno stato nascente è esattamente quello che le serve. Per vivere uno stato nascente bisogna avere un sogno da realizzare e coltivarlo da tempo, ma la scena seguente lascia pensare Eva stesse cercando il suo vero padre da molti anni, quando incontra Alex.

Eva: – Che fai guardi?
Alex: – Ci sono i tuoi in casa?
Eva va a guardarlo da vicino, poi dice “triste”.
A.: – Cosa?
E.: – Hai una faccia triste.
A.: – Perché mi hai detto quella bugia? Perché mi hai detto che David non viveva con voi?
E.: – Perché era quello che volevi sentire. No?
A.: – Me ne vado, Eva.
E. (cercando la mano di lui con la propria, ma lui rifiuta il contatto): – Non puoi. Non puoi andartene ora.
Dopo questa parole Alex accetta il contatto e mette la sua mano sopra a quella di Eva.
E.: – Ora che finalmente ti ho trovato. Non è giusto.
Eva scappa piangendo.

Il “finalmente ti ho trovato” di Eva ci dice che lei sta cercando il suo vero padre da anni, non riconoscendo come padre David (probabilmente perché troppo diverso da lei come impostazione emozionale). Nei sogni di Eva, David non abitava con sua madre e c’era un posto ancora vuoto nella sua famiglia. Dopo aver incontrato Alex, Eva ha modificato questo suo sogno mettendo Alex nel posto lasciato vuoto da un David mandato a dormire altrove. Alla fine del film era tutto pronto perché il sogno che Eva racconta alla fine diventasse realtà. La morte di sua madre ha però lasciato vuoto ancora una volta uno dei tre posti e per riempirlo occorre che oggi Eva sogni di trovare un’altra donna da chiamare “mamma”. Eva questo sogno lo fa, però, e prima o poi troveranno una donna che sia insieme la compagna di Alex e la madre di Eva (Lana poteva essere questa donna, ma fino all’ultimo – quando Lana non vuole l’aiuto di Alex per andare a cercare Eva – non ha voluto esserlo).


|<= A comandare il comportamento è il sistema emozionale (non il sist. razionale!)


Su una terra dove non ci si meraviglia che solo i laureati in medicina terminino il loro corso di studio sapendo dire sicuramente cosa si indichi col termine “cervello”, non so quanti si meraviglieranno nel sapere che in nessun libro di neuroscienze (almeno tra quelli in mio possesso, e sono molti) si risponda alla domanda “quale parte del cervello umano è più coinvolta nella funzione di comandare il comportamento umano?“.


Julia (davanti al robot di un bambino). – L’SI-9. Come l’avete progettato 10 anni fa, perfettamente assemblato e pronto. La struttura, l’endoscheletro, la meccanica muscolare, compreso il rivestimento. Ma manca la cosa più importante: il software di controllo emozionale.
Alex: – Riprodurre le emozioni di un bambino è una sciocchezza. L’hai detto tu, o sbaglio?
J.: – È dell’essere umano commettere errori.

Prendo atto con piacere che secondo gli autori di tale film è il sistema emozionale il centro direzionale più importante del cervello, quello che più di ogni altro decide il comportamento di una persona.

Se pensavate che a comandare il comportamento umano fosse il sistema razionale (quello che vi risponde se chiedete ad una persona perché ha fatto l’azione che ha appena fatto), può essere interessante sapere cosa ha evidenziato l’esperimento di Libet ascoltando la diapositiva qui sotto (per ascoltarla clicca qui, perché cliccando sull’immagine si ottiene solo l’ingrandimento dell’immagine).

 


|<= Un sistema emozionale può essere divertente o noioso (piacevole o spiacevole)


Julia: – Il primo robot libero. È incredibile. Era così che te lo immaginavi, no?
Alex: – Perché io?
J.: – Non voglio mentirti. Non sei il primo che tenta la cosa. Ma credo che tu sia l’unico in grado di realizzare un robot che sia divertente e nel contempo anche sicuro. Alex, è la tua occasione per terminare quello che avevate lasciato a metà.

Notiamo intanto che se il robot è libero, esso non è una macchina più di quanto lo sia un umano e Alex non è chiamato a progettare un sistema emozionale qualsiasi, ma quello di un robot che abbia un comportamento del tutto umano.

Poi concentriamo l’attenzione sul fatto che Alex sta cercando di realizzare un sistema emozionale umano con un miglioramento che renda il robot “divertente“. Vocabolario Devoto-Oli alla mano, una persona divertente è una persona “piacevolmente interessante” e (significato derivato) una persona “allegra, scherzosa”. Ovvero una persona che crea emozioni piacevoli in se stessa (rendendosi allegra) e in chi ha di fronte (se l’altro trova “piacevole” questa persona vuol dire che le ha procurato piacere). Che il piacere lo crei a se stessa o all’altra persona, il sistema emozionale di una persona “divertente” è un sistema emozionale che crea piacere.

Alex dice che quelli non vanno bene [come modelli per il robot in costruzione], neanche uno, perché sono “troppo noiosi”.
Julia: – Come noiosi?
A.: – Si, hai capito bene. Chi vorrebbe vivere con uno di loro?
J.: – Il padre e la madre, ad esempio.
A.: – Loro non contano.
Poi Alex si alza, prende una manciata di caramelle e si avvia per andarsene.

Vocabolario alla mano, una persona noiosa è una persona che “costituisce motivo insistente di disagio”, una persona “molesta, indiscreta, importuna”, una persona “apportatrice di pena, di dolore”. Il sistema emozionale di una persona noiosa è dunque un sistema emozionale che crea sofferenza e/o rende più difficile il creare piacere.

Sul sistema emozionale il film dice una cosa sola, ma tanto importante da fare la differenza tra due pianeti diversi: Terra1, dove l’amore è una relazione “noiosa” (con creazione sistematica di sofferenza o, nei casi migliore, con riduzione sistematica del piacere provato) e Terra2, dove l’amore è una relazione “divertente” (con creazione sistematica di piacere in entrambe le persone coinvolte).

Un robot dotato di un sistema emozionale “divertente” è un robot che accetta le relazioni emozionalmente positive (ovvero orientate a massimizzare il piacere) e rifiuta le relazioni emozionalmente negative (ovvero orientata a massimizzare la sofferenza o quanto meno a minimizzare il piacere).

Quasi tutti sono orientati al piacere da bambini, ma si diventa adulti accettando la regola enunciata da Max (prima il dovere e poi il piacere), ovvero dicendo addio al piacere perchè ci sarà sempre qualche dovere a sbarrare la strada al piacere.

Una persona di sesso femminile divertente in amore anche da adulta non c’è in questo film, visto che Lana si rifiuta fino all’ultimo di essere come la vorrebbe Alex e che Julia copre per 10 anni il nascondere Eva ad Alex. Ma una bambina che promette di esserlo si, e si chiama Eva. Visto che la prima Eva ha dato origine a una lunga serie di donne tutte invariabilmente noiose in amore da adulte in qualità di mogli, la Eva di questo film la potremmo e dovremmo chiamare Eva2. Perché è la prima donna che non potrebbe che abitare su Terra2. Su Terra1, infatti, 3,5 miliardi di donne oggi si unirebbero a Julia nel chiedere la distruzione di questa Eva.


|<= Divertente se tra le alternative possibili sceglie la più adatta all’altra persona


Visto che Alex sceglie Eva come modello per mettere a punto un sistema emozionale “divertente”, Eva ha un sistema emozionale divertente. Visto inoltre che Eva è un robot costruito da Alex e terminato da Lana, loro due sanno già come deve essere costruito un sistema emozionale per risultare poi “divertente”. Il modo in cui Lana spiega agli studenti il comportamento di una persona divertente, allora, può essere considerata la definzione fornita dal film di “sistema emozionale divertente”

Alex non rinuncia al piacere di rivedere la prof.ssa Lana Levy, che l’orario dice impegnata in aula 8.
Lana: – L’intelligenza emotiva applicata alla robotica funziona così, è chiaro? La logica sfumata e gli algoritmi genetici ci permettono di progettare un cervello artificiale con variabilità. Che significa questo? Che tra tutte le scelte a sua disposizione, lui opterà sempre per quella che meglio si adatta alle esigenze dell’individuo… (pausa causata dalla vista di Alex che si è seduto su un banco) che ha di fronte.

Facendo sempre la scelta che meglio si adatta alle esigenze dell’altra persona, un sistema emozionale divertente punta evidentemente a suscitare emozioni il più possibili piacevoli in chi ha di fronte.

Se Eva ha un sistema emozionale impostato così, allora quando ferisce qualcuno è perché non ha, tra le scelte possibili per lei, una che non ferisca l’altra persona. In particolare quando alla fine spinge lontano da se sua madre, provocandone la caduta e la morte, è perché non aveva tra le sue scelte possibili qualcosa di più adatto alla madre dello spingerla lontano da se.

Supponendo che invece il sistema emozionale umano possa scegliere se essere “divertente” o “noioso” verso chi ha di fronte, guardiamo l’orientamento emozionale sia di Lana verso Alex che viceversa in questa occasione.


Suona la campanella e gli studenti vanno via.
Lana: – Che onore. Alex Garel in un’aula. Sarà la seconda volta da che ti conosco. Hai visto? Ora studiano le tue assurde teorie.
Alex: – Non so perché. Non servono a niente. Io non credo che vengano qui ad ascoltare le mie “stupide” teorie.

Alex è andato a cercarla e questo non può che rallegrare Lana. Poi lui si siede al banco come un qualsiasi studente e questo è un aprezzamento verso la lezione che sta tenendo lei.

Lana apre con un “che onore” sarcastico. Continua accusando lui di aver dato in passato poco valore ai suoi insegnanti, frequentando molto poco per non dire nulla le loro lezioni. Termina definendo “assurde” le teorie di Alex, che tanto assurde non deve ritenere se le stava insegnando agli studenti. Soprattutto non può pensar male di quelle idee dopo averle usate per completare Eva, e per libera scelta. Questo giudizio negativo sulle idee di Alex non è certo l’opzione che meglio si adatta alle esigenze di Alex, il quale deve credere alle sue teorie per portare avanti il suo lavoro (che al momento coincide con tutta la sua vita). Forsee Lana non aveva altre scelte possibili oltre al classificare “assurde” le teorie che ha appena spiegato? Certo che no, perchè bastava che non dicesse nulla per lasciare almeno ad Alex la speranza di essere apprezzato da lei. Il tacere era forse qualcosa di inaccettabile per la coscienza di Lana? Certo che no, visto che non solo quelle teorie lei le spiega agli studenti, ma le ha anche usate per completare Eva.

Evidenetemente qui Alex apprezza e Lana disprezza. Lui preferisce dare piacere a Lana e lei preferisce dare sofferenza ad Alex o comunque diminuirne il piacere.


Lana: – Ah no. E perché vengono?
Alex: – Per vedere te.
L. (con tono di voce per nulla convinto): – Certo.
Lui le sorride.
Lana: – Devo andare, ho una riunione. Quando esci spegni.

Nonostante il disprezzo di Lana, Alex le fa il massimo degli apprezzamenti privati dicendo in sostanza che è venuto per vederla, quando suggerisce che gli studenti siano venuti per vedere lei.

Come risposta Lana continua la sua strada senza fermarsi nemmeno un minuto e lasciandolo lì da solo come uno scemo. E visto che nessuna riunione chiede ad una docente di non perdere nemmeno un minuto per trasferirsi dall’aula della lezione a quella della riunione, questo è un palese atto di disprezzo. Che chiarisce subito chi se ne è andato (lei) e chi è stato lasciato (lui), nella relazione che hanno avuto dieci anni prima.

Subito dopo questo rivedere Lana tutt’altro che divertente per lui, però, Alex incontra Eva, che si comporterà nel suo primo incontro in un modo completamento opposto a quello della madre. Il sistema emozionale di Eva è “divertente “per costruzione. Quello di Alex lo è per scelta e altrettanto per scelta il sistema emozionale di Lana è “noioso” e sceglie tra le opzioni possibili quella più sfavorevole ad Alex


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